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      Truffa e assenteismo, sequestrati beni per 93mila euro a dipendente Calabria Verde

       

       

      Truffa e assenteismo, sequestrati beni per 93mila euro a dipendente Calabria Verde

      30 gen 24 Beni e disponibilità finanziarie per 93 mila euro sono stati sequestrati dai militari del Comando provinciale della Guardia di finanza di Catanzaro, in esecuzione di un provvedimento emesso dal gip del capoluogo su richiesta della procura, ad un operaio forestale dell'azienda Calabria Verde. L'uomo è indagato, assieme ad altri tre colleghi, per i reati di truffa aggravata ai danni dello Stato e falsa attestazione di presenza in servizio. Le investigazioni condotte dal nucleo di Polizia economico-finanziaria/gruppo tutela spesa pubblica della guardia di finanza di Catanzaro, eseguite nelle province di Catanzaro, Roma e Reggio Calabria, con la collaborazione del comando provinciale di Roma, hanno consentito di ipotizzare sistematiche condotte assenteistiche da parte del dipendente dell'ente strumentale della Regione Calabria preposto allo svolgimento di interventi sul territorio nel campo della forestazione e della difesa del suolo, anche nel periodo in cui il soggetto si trovava in detenzione domiciliare con il permesso di uscire di casa proprio per recarsi al lavoro.

      Operaio non ha mai lavorato

      Avrebbe dovuto trovarsi ad Africo per lavorare come operaio forestale per "Calabria Verde", ente strumentale della Regione, ma gli investigatori della Guardia di finanza di Catanzaro agganciavano la cella del suo telefonino a Roma, dove in effetti si trovava. E' accusato di non avere mai lavorato in cinque anni Natale Bruzzaniti, di 57 anni, originario di Melito di Porto Salvo, nei confronti del quale il gip di Catanzaro ha disposto il sequestro preventivo di oltre 93 mila euro. Insieme a Bruzzaniti sono indagati tre suoi superiori, Giuseppe Ciriaco, di 68 anni, capo squadra di Calabria Verde, ed i capi operai Pasquale Romeo, di 69 anni, e Antonio Romeo, di 54. Da gennaio 2017 a maggio 2022 i superiori di Bruzzaniti avrebbe attestato falsamente la sua presenza in servizio nei periodi in cui in realtà l'operaio era assente. Dagli accertamenti effettuati dalla Questura di Roma è emerso che Bruzzaniti, pur risultando dipendente di Calabria Verde, dimorava stabilmente nella capitale e si recava in Calabria solo per brevi periodi, per lo più in occasione delle festività. E anche quando si trovava in Calabria "non si recava mai al lavoro", scrive il gip Chiara Esposito nel decreto di sequestro preventivo. "Tali condotte - afferma ancora il giudice - venivano perpetrate con la complicità degli altri indagati. In particolare, Giuseppe Criaco, responsabile diretto di Bruzzaniti, compilava e sottoscriveva i rapporti giornalieri di cantiere, mentre Pasquale Romeo, capo operaio, compilava e sottoscriveva il listino paga mensile e controfirmava il rapporto giornaliero di cantiere". Analogo comportamento in favore di Bruzzaniti sarebbe stato adottato dall'altro capo operaio, Antonio Romeo. Tale condotta, da parte degli indagati, avrebbe procurato un ingiusto profitto a Natale Bruzzaniti, "frutto - scrive il gip - del reato di truffa aggravata ai danni dello Stato"

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