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      Chiusa indagine Glicine, tra 129 indagati anche ex presidente Oliverio ed ex consiglieri

       

       

      Chiusa indagine Glicine, tra 129 indagati anche ex presidente Oliverio ed ex consiglieri

      15 gen 24 Ci sono ex presidenti ed ex assessori regionali, sindaci, ex assessori comunali, dirigenti della Regione Calabria e del Comune di Crotone ed anche carabinieri tra le 129 persone alle quali la Dda di Catanzaro ha notificato l'avviso conclusione indagini per l'operazione "Glicine", che ipotizza l'esistenza di "un gruppo stabile e strutturato promosso, diretto e organizzato da soggetti politici, amministratori pubblici, imprenditori ed intermediari di imprese al fine di commettere una serie indeterminata e continua di delitti contro la pubblica amministrazione, nell'ambito regionale e crotonese in particolare". Gruppo del quale, per l'accusa, avrebbero fatto parte nomi eccellenti della politica calabrese come Mario Oliverio, presidente della Regione dal 2014 al 2020, eletto col Pd ma poi allontanatosi dal partito, l'ex vice presidente della giunta Nicola Adamo, l'ex consigliere regionale Seby Romeo, entrambi del Pd, l'ex consigliere regionale Vincenzo Sculco (da giugno scorso sottoposto ai domiciliari) e la figlia Flora, anche lei ex consigliera regionale. Ci sono poi l'ex assessore comunale di Crotone Giancarlo Devona; il sindaco di Rocca di Neto Alfonso Dattolo, ex assessore regionale; gli imprenditori Giovanni Mazzei, Raffaele Vrenna e il fratello Gianni, questi ultimi rispettivamente ex e attuale presidente del Crotone calcio. I Ros dei carabinieri arrestarono 41 persone (22 in carcere e 12 ai domiciliari) per associazione mafiosa e associazione per delinquere finalizzata alla commissione di reati contro la Pa. Gli indagati totali erano 123, ma nell'avviso sono saliti a 129. Tra i nuovi iscritti l'imprenditrice Antonella Stasi (ex presidente della Regione facente funzioni) e due carabinieri per un accesso illegale alla banca dati. Il gruppo di politici e imprenditori, per l'accusa, sarebbe "riuscito a piegare ai propri interessi affaristici e politici, l'azione della pubblica amministrazione, condizionando pesantemente, e in molti casi illecitamente, le scelte relative ad incarichi e finanziamenti". L'accusa di associazione mafiosa riguarda un solo episodio relativo all'aggiudicazione della fiera mariana di Crotone e tra i politici coinvolge solo Vincenzo Sculco.

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