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      Assistente penitenziario a Cosenza si è tolto la vita a Mangone. Indaga la Procura

       

       

      Assistente penitenziario a Cosenza si è tolto la vita a Mangone. Indaga la Procura

      24 feb 24 Un assistente capo coordinatore del Corpo di Polizia Penitenziaria di 57 anni, in servizio nel carcere di Cosenza, si è tolto la vita mentre era libero dal servizio. A dare notizia è il Sindacato autonomo polizia penitenziaria (Sappe), attraverso il segretario generale aggiunto Giovanni Battista Durante e Il segretario regionale della Calabria Francesco Ciccone. La vicenda, su cui sta indagando la Procura di Cosenza, su quanto si apprende arriva, al culmine di una vicenda da chiarire che vede l'uomo chiedere ai familiari di lasciarlo solo e poi con l'arma di servizio si toglie la vita puntando l'arma contro di se. Sotto choc la moglie e i figli. Il fatto è accaduto questa mattina appena rientrato dal lavoro.

      "E' una notizia - aggiungono Durante e Ciccone - che sconvolge tutti noi. L'uomo, padre di due figli, lavorava nel servizio a turno ed era stato anche aggredito alcuni anni fa. Si disconoscono le motivazioni del gesto estremo al momento e sono ovviamente in corso i doverosi accertamenti". Sulla vicenda interviene anche Donato Capece, segretario generale del Sappe, che ricorda "come quello dei poliziotti penitenziari suicidi è un dramma che va avanti da troppo tempo senza segnali concreti di attenzione da parte del Ministero della Giustizia e del Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria". Capece, premesso che "allo stato sono in corso accertamenti sulle ragioni del tragico gesto", rileva che "i poliziotti penitenziari sono lasciati abbandonati a loro stessi, mentre invece avrebbe bisogno evidentemente di uno strumento di aiuto e di sostegno. Servono soluzioni concrete per il contrasto del disagio lavorativo del personale di Polizia penitenziaria. Come anche hanno evidenziato autorevoli esperti del settore, è necessario strutturare quanto prima un'apposita direzione medica della Polizia penitenziaria, composta da medici e da psicologi impegnati a tutelare e promuovere la salute di tutti i dipendenti dell'Amministrazione Penitenziaria. Qui servono azioni concrete sui temi dello stress psico-fisico degli appartenenti al Corpo".

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