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      Dopo un anno inchiesta sui soccorsi naufragio Cutro al rush finale

       

       

      Dopo un anno inchiesta sui soccorsi naufragio Cutro al rush finale

      23 feb 24 - Ad un anno di distanza dalla tragedia, sono al rush finale le indagini della Procura di Crotone sui soccorsi ai migranti naufragati all'alba del 26 quando il caicco Summer Love si schiantò su una secca ad un centinaio di metri dalla spiaggia di Steccato di Cutro provocando la morte di 94 persone - 35 erano minorenni - ed almeno una decina di dispersi. Una tragedia ricordata dal ministro dell'Interno Matteo Piantedosi arrivato oggi in Calabria, per una visita privata e non annunciata, ai cimiteri di Cutro e Crotone - dove ha deposto dei fiori sulla tomba di Alì, il neonato morto nel naufragio - e sulla spiaggia dove si è verificata la disgrazia. Tragedia che ha scatenato sin da subito polemiche da più parti per le presunte lacune nella catena dei soccorsi sulle quali ha acceso un faro la Procura di Crotone. I pm sono adesso in attesa di un'integrazione alla perizia del loro consulente, l'ammiraglio Salvatore Carannante, e già nelle prossime settimane potrebbero inviare l'avviso di conclusione indagini. Nel registro degli indagati sono finiti sei nomi, tre coperti da omissis che si ipotizza possano appartenere al Corpo della Capitaneria di porto, ed altri tre di ufficiali e sottufficiali delle basi aeronavali della Guardia di finanza di Crotone, Vibo Valentia e Taranto. Tutto ruota attorno a quello che è accaduto tra le 23.03 di sabato 25 settembre - il momento in cui un aereo Frontex segnala la presenza dell'imbarcazione a 40 miglia dalla costa - alle 4 del mattino successivo, orario presumibile dello schianto, e sul perché l'intervento fu gestito come law enforcement, cioè un'attività di contrasto all'immigrazione clandestina dalla Guardia di finanza, e non scattò invece l'evento Sar di ricerca e soccorso da parte della Guardia costiera nel momento in cui le vedette delle Fiamme gialle furono costrette a rientrare in porto per il mare grosso. Non solo. Alcuni dei superstiti sentiti hanno rilevato come, anche a terra, non fossero presenti soccorritori, tanto che la prima pattuglia dei carabinieri giunse sul posto a tragedia avvenuta, almeno 30-40 minuti dopo. Tutti interrogativi ai quali darà una prima risposta la Procura che, intanto, persegue i presunti scafisti dell'imbarcazione. Uno, giudicato col rito abbreviato, è già stato condannato a 20 anni di reclusione per favoreggiamento della immigrazione clandestina, naufragio colposo, morte come conseguenza di altro delitto, mentre per gli altri 3 il processo con rito abbreviato è in corso. A puntare il dito sui soccorsi è stata anche una ragazza afghana che vive in Finlandia e che nel naufragio ha perso il fratello. La donna, Zahara Barati, ha scritto una lettera alla premier Giorgia Meloni - resa nota dal leader di Alleanza Verde, Angelo Bonelli - in cui afferma che sul fronte delle responsabilità non è accaduto nulla. La ragazza scrive anche che "era stato preso un impegno dal primo ministro, ci aveva promesso di trasferire tutti i familiari delle vittime in Italia o in Europa. Ma nonostante abbiano fatto un elenco di nomi e sia trascorso un anno, siamo stati abbandonati. Nessuno ci ha contattato". "Ci sentiamo presi in giro", scrive la giovane donna, "ma dopo un anno noi saremo ancora a Cutro per continuare la nostra battaglia affinché la verità sia rivelata".

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