NuovaCosenza.com
Google
su tutto il Web su NuovaCosenza
mail: info@nuovacosenza.com
Home . Cronaca . Politica . AreaUrbana . Video . Spettacoli . Sport . Calcio . Meteo .
 

      Condividi su Facebook

      Funzionari dogane infedeli, 3 arresti Gdf a Gioia, 7 indagati, sequestro 2.7 ton coca

       

       

      Funzionari dogane infedeli, 3 arresti Gdf a Gioia, 7 indagati, sequestro 2.7 ton coca

      20 feb 24 Alteravano i controlli per favorire la 'ndrangheta. Per questo motivo due funzionari dell'Agenzia delle dogane e dei monopoli di Gioia Tauro e una dipendente di una società di spedizioni sono stati arrestati dai finanzieri di Reggio Calabria con il supporto dello Scico e la collaborazione di Europol e della Dcsa. I tre, per l'accusa, sarebbero coinvolti in un traffico internazionale di droga aggravato dalla finalità di agevolare la 'ndrangheta.

      Guarda il video

      Sette gli indagati

      Complessivamente sono 7 gli indagati dalla Dda reggina, con il supporto di Eurojust, tra i quali anche un terzo funzionario doganale, già arrestato in un'altra operazione nel 2022. Le misure cautelari sono state disposte dal Gip su richiesta della Dda reggina guidata da Giovanni Bombardieri. In carcere sono stati portati i funzionari dell'Agenzia delle dogane e dei monopoli Antonio Pititto, di 60 anni, residente a Mileto, addetto al controllo scanner, e Mario Giuseppe Italo Solano, di 51 anni, residente a Limbadi, in servizio all'ufficio antifrode, fino al 2021 addetto al "controllo scanner" e successivamente alla "visita merci". Ai domiciliari è stata posta Elisa Calfapietra, di 36, residente a Gioia Tauro. Le indagini sono state condotte dal Nucleo di polizia economico finanziaria-Gico di Reggio Calabria, anche con la collaborazione di personale dell'Agenzia delle dogane e dei monopoli, e dagli esiti sarebbe emerso che i funzionari avrebbero fatto parte di un sodalizio criminale, ora disarticolato, costituito dal responsabile di una ditta di spedizioni, da portuali infedeli e dai referenti delle principali cosche di 'ndrangheta operanti nell'area della piana di Gioia Tauro. I doganieri, in servizio in punti nevralgici del dispositivo di controllo, quali il controllo scanner e quello "visivo" mediante apertura dei container, secondo l'accusa, avrebbero consentito l'uscita dal porto di ingentissimi quantitativi di cocaina mediante l'alterazione degli esiti delle ispezioni o l'omessa rilevazione di anomalie nei carichi controllati. Tra i documenti rinvenuti dai finanzieri figurano anche precise istruzioni, fornite dai funzionari doganali, su come i narcos sudamericani avrebbero dovuto collocare i panetti di cocaina all'interno dei carichi di copertura, al fine di ridurre sensibilmente la possibilità che questi venissero individuati nel corso dei controlli ordinari. Tra l'altro, secondo quanto sarebbe emerso dalle indagini, se il carico fosse stato comunque scoperto, gli stessi doganieri avrebbero provveduto a fornire all'organizzazione i verbali di sequestro per giustificare la perdita della droga, evitando in tal modo il pagamento di quanto pattuito. Uno dei funzionari doganali, inoltre, si sarebbe preoccupato di avvertire i sodali in merito ad eventuali operazioni condotte dalla Guardia di finanza, con l'intento di evitarne l'arresto.

      Davano istruzioni a contrabbandieri

      Sono accusati di traffico internazionale di cocaina i due funzionari dell'Agenzia delle dogane e dei monopoli di Gioia Tauro arrestati stamattina dal Nucleo di polizia economica finanziaria della guardia di finanza-Gico che ha eseguito la misura cautelare nell'ambito di un'inchiesta coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria. Stando alle indagini condotte dal colonnello Mauro Silvari, Antonio Pititto e Mario Giuseppe Solano, rispettivamente di 60 e 59 anni, farebbero parte di "un gruppo criminale - si legge nel capo di imputazione - articolato su più livelli, comprensivo di squadre di operatori portuali e doganieri infedeli, dotato di elevatissime disponibilità finanziarie allo scopo di commettere più delitti". In particolare, quello di "reperire ed acquistare all'estero, importare e trasportare in Italia attraverso le navi cargo in arrivo al porto di Gioia Tauro nonché commercializzare ingenti quantitativi di cocaina". Oltre ai due doganieri, e alla dipendente di una società di spedizioni, Elisa Calfapietra, di 38 anni, finita ai domiciliari, nell'inchiesta ci sono altri 4 indagati. Si tratta di Domenico Cutrì di 45 anni, Giuseppe Papalia di 39, Renato Papalia di 27 e Pasquale Sergio di 63 anni. In particolare, Solano, "in servizio all'ufficio Antifrode, fino al settembre 2021 quale addetto al 'controllo scanner' e successivamente quale addetto alla 'visita merci' fungeva da tramite fra il gruppo degli 'esfiltratori'" della cocaina "e il gruppo dei doganieri corrotti". Secondo la Dda, diretta da Giovanni Bombardieri, il doganiere arrestato avrebbe garantito "la propria disponibilità, quella dei sodali Mario Pititto e Pasquale Sergio, a svolgere tutte le attività necessarie a consentire ai container contenenti cocaina di superare i controlli e lasciare il Porto di Gioia Tauro". In questo modo "forniva indicazioni sulle metodologie di importazione più vantaggiose per il gruppo criminale, e più difficili da perseguire per l'Ufficio Dogane e per le forze dell'ordine". Per il tramite di un altro indagato, inoltre, Solano "indicava ai gruppi sudamericani le modalità di carico dello stupefacente più opportune per occultare la sostanza al passaggio allo scanner". L'altro doganiere arrestato Mario Pititto e l'indagato Pasquale Sergio, infine, prendevano indicazioni da Solano e avrebbero alterato "gli esiti delle scansioni radiogene relative ai container di interesse del gruppo, non segnalando le anomalie emerse durante i controlli e consentendo ai container contenenti cocaina di venire 'svincolati' ed uscire dallo scalo portuale di Gioia Tauro".

      Gip: Spavalderia criminale

      Dalle indagini condotte dal Nucleo di polizia economica e finanziaria-Gico della guardia di finanza di Reggio Calabria che ha portato all'arresto di due funzionari delle Dogane, è emersa "la spavalderia criminale dimostrata" dagli indagati "nel corso delle vicende, che ha consentito loro di agire indisturbati nella alterazione dei controlli e nelle omissioni tese a celare il reale contenuto dei container pieni di droga". È quanto scrive il gip di Reggio Calabria Giovanna Sergi nell'ordinanza di custodia cautelare che stamattina ha portato all'arresto in carcere per traffico di droga dei due funzionari dell'Agenzia delle Dogane in servizio al porto di Gioia Tauro, Antonio Pititto e Mario Giuseppe Solano, e ai domiciliari per una dipendente di una società di spedizioni, Elisa Calfapietra. Un provvedimento restrittivo adottato perché, scrive il gip, "vi è il concreto e attuale pericolo che i tre, se non cautelati, commettano altri delitti della medesima specie di quelli per cui si procede o comunque proseguano nelle condotte delittuose in contestazione". Nelle 800 pagine del provvedimento il gip evidenza il "coinvolgimento" dei due doganieri "in una pluralità di traffici illeciti di importazione". Secondo il giudice, il "materiale probatorio ha rassegnato un'allarmante attualità delle vicende associative". "Del resto - si legge nell'ordinanza - l'esistenza di rapporti stratificati ormai da anni fra soggetti che operano all'interno di quell'Ufficio e soggetti che gravitano nell'ambito portuale e l'assenza di alcun ripensamento davanti alla massiccia presenza delle forze dell'ordine costituiscono espressione di una protervia criminale che promette il ripetersi di analoghi comportamenti".

      Sequestrate 2.7 ton di coca

      Oltre 2,7 tonnellate di cocaina sono state sequestrate nel porto di Gioia Tauro nel corso delle indagini condotte dalla Guardia di finanza e coordinate dalla Dda di Reggio Calabria che stamani ha portato all'arresto di due funzionari dell'Agenzia delle dogane e dei monopoli di Gioia Tauro e una dipendente di una società di spedizioni. Nel corso delle indagini, condotte anche con la collaborazione di personale dell'Agenzia delle dogane e dei monopoli, gli investigatori avrebbero accertato 5 importazioni di cocaina tra giugno 2020 e ottobre 2022, per oltre 3 tonnellate di cocaina, 2,7 delle quali intercettate dai finanzieri.

      © RIPRODUZIONE RISERVATA

      Cerca con Google nell'intero giornale:

      -- >Guarda l'indice delle notizie su: "Cronaca"

     

     
Pubblicità


news Oggi in Italia e nel mondo

news Oggi in Calabria

Copyright © 20003-2024 Nuova Cosenza. Quotidiano di informazione.
Registrazione Tribunale Cosenza n.713 del 28/01/2004 - Direttore Responsabile: Pippo Gatto
Dati e immagini presenti sul giornale sono tutelati dalla legge sul copyright. Il loro uso non e' consentito