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      Droga e cellulari nel carcere di Catanzaro, 26 arresti, 38 indagati

       

       

      Droga e cellulari nel carcere di Catanzaro, 26 arresti, 38 indagati

      15 feb 24 Ventisei persone sono state arrestate dai carabinieri e dalla polizia peniternziaria dopo che sono stati rinvenuti nel carcere di Catanzaro droga e cellulari in possesso dei detenuti. In tutto sono 76 gli indagati.

      All'ex direttrice Paravati, in particolare, vengono contestati i reati di concorso esterno in associazione per delinquere, falso, evasione, falsità ideologica e corruzione. In particolare, secondo l'accusa, Tra l'altro, Angela Paravati, su richiesta della comandante della polizia penitenziaria Simona Poli, avrebbe autorizzato l'assistente capo Cerminara ad accompagnare un detenuto, Vincenzo Trimarchi, ammesso al lavoro esterno, a visionare un appartamento di suo interesse senza alcuna autorizzazione da parte del giudice di sorveglianza. Trimarchi, comunque, dopo avere visionato l'appartamento in questione, rientrò nel carcere ed é tuttora detenuto. Paravati e Poli, inoltre, avrebbero omesso di segnalare sul portale del Dap una protesta messa in atto da alcuni detenuti e, in un'altra occasione, avrebbero tardato ad inserire nello stesso portale il rifiuto da parte di alcuni detenuti di rientrare nelle loro celle. L'accusa di corruzione a Paravati è contestata in concorso con Emanuela Elia, di 48 anni, assistente capo del corpo di polizia penitenziaria in servizio nel Nucleo investigativo regionale della Calabria, che nell'inchiesta é solo indagata. Angela Paravati, sempre secondo l'accusa, avrebbe agevolato il trasferimento di Emanuela Elia al Tribunale di sorveglianza di Catanzaro in cambio di un soggiorno per sé e la sua famiglia in un albergo di Pizzo. Complessivamente, le persone indagate nell'inchiesta sono 76.

      É indagato e non è stato arrestato, a differenza di quanto si era appreso in un primo momento, Franco Cerminara, di 57 anni, l'assistente capo della polizia penitenziaria coinvolto nell'inchiesta sui presunti illeciti nella gestione del carcere di Catanzaro. In particolare, il coinvolgimento di Cerminara nell'inchiesta si collega alla vicenda che riguarda un detenuto, Vincenzo Trimarchi, ammesso al lavoro esterno, al quale, nel marzo del 2022, sarebbe stato consentito di visionare, accompagnato dallo stesso assistente capo, un appartamento di suo interesse senza alcuna autorizzazione da parte del giudice di sorveglianza. Trimarchi, dopo avere visionato l'appartamento, fece comunque rientro in carcere ed é tuttora detenuto. Finirà di scontare la sua condanna nel 2025.

      I provvedimenti sono stati emessi dal Gip distrettuale su richiesta della Dda di Catanzaro. Nell'operazione sono coinvolti agenti della polizia penitenziaria in servizio nel carcere del capoluogo, sette dei quali sono stati sospesi. Agli indagati viene contestata, tra l'altro, l'associazione per delinquere finalizzata alla corruzione ed al traffico di droga.

      L'operazione che ha portato all'esecuzione delle 38 misure cautelari è stata condotta dai carabinieri del Nucleo investigativo del Comando provinciale di Catanzaro e dal Nucleo investigativo centrale della Polizia penitenziaria. Per 16 dei 26 arrestati è stata disposta la custodia cautelare in carcere, mentre dieci sono finiti ai domiciliari. Sono stati eseguiti, inoltre, cinque obblighi di presentazione alla polizia giudiziaria, oltre alle sette sospensioni dall'esercizio delle funzioni per il personale penitenziario.

      I reati contestati, a vario titolo, alle persone coinvolte nell'operazione sono associazione per delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti, associazione per delinquere finalizzata alla corruzione e all'accesso indebito di dispositivi idonei alla comunicazione da parte di detenuti, concorso esterno nelle due associazioni, istigazione alla corruzione; corruzione con l'aggravante mafiosa, concorso esterno in associazione di tipo mafioso, procurata evasione, falso e truffa ai danni dello Stato.

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