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      Celebrata a Cosenza la Festa della Liberazione

       

       

      Celebrata a Cosenza la Festa della Liberazione

      25 apr 24 E' stato celebrato questa mattina a Cosenza, così come in tutto il Paese, il 79° Anniversario della Liberazione dell’intero territorio nazionale dall’occupazione delle forze dell’Asse. La Liberazione è frutto del corale impegno dei cittadini italiani e di molti appartenenti alle Forze Armate italiane alla Resistenza ed alla guerra di Liberazione. Eventi che hanno portato, l'Italia, alla fine della seconda guerra mondiale e del dominio nazifascista, sotto un’unica bandiera, confermando la ritrovata unità nazionale.

      La giornata del 25 aprile, fu scelta in ricordo del 25 aprile 1945 giorno in cui fu emanato dal Comitato Nazionale di Liberazione Alta Italia, l’ordine di insurrezione generale in tutti i territori dello Stato occupati dai regimi fascisti ed assurse a simbolo della lotta contro la tirannia affermando, al contempo, la grande volontà di ricostruzione materiale e sociale, cui contribuirono sinergicamente tutte le Istituzioni del Paese. Anche a Cosenza, questa mattina, in piazza della Vittoria, si è svolta la consueta cerimonia militare al cospetto delle più alte autorità militari e civili cittadine e dei rappresentanti di tutte le associazioni militari e combattentistiche d’arma e di una folta rappresentanza degli istituti scolastici della città. Presenti il Prefetto S.E. Vittoria Ciaramella, massima Autorità e rappresentante del Governo, il Comandante Provinciale dell’Arma dei Carabinieri, Col. Agatino Saverio Spoto, il Vicario del Questore, Primo Dirigente Ferruccio Martucci, il Comandante del Nucleo di polizia Economico Finanziaria della Guardia di Finanza, Ten. Col. Gennaro Gazzella, il Comandante del Distaccamento del 1° Reggimento Bersaglieri, Ten. Col. Gianluca Berardi, nonché tutti i rappresentanti provinciali delle altre Forze Armate, dei Vigili del Fuoco, della Polizia Penitenziaria e delle polizie locali, della Croce Rossa Italiana. Presente alla cerimonia anche il Provveditore agli studi di Cosenza, Professoressa Loredana Giannicola, il Magnifico Rettore dell’Università della Calabria, Professor Nicola Leone, il Sindaco di Cosenza, Avv. Franz Caruso unitamente ad una rappresentanza dell’amministrazione comunale di Cosenza.

      La cerimonia è iniziata con lo schieramento di una formazione interforze, in armi, composta da militari di tutte le Forze Armate - Carabinieri, Esercito con i Bersaglieri del 1° Reggimento, Marina Militare della Capitaneria di Porto di Corigliano-Rossano, Aeronautica Militare del distaccamento di Montescuro - della Polizia di Stato e dei Corpi Civili dello Stato, della Polizia Penitenziaria, insieme ad unità dei Vigili del Fuoco, della Croce Rossa Italiana e del Corpo Volontarie. Corale la partecipazione delle Associazioni combattentistiche d’Arma con i loro vessilli, del Comune e della Provincia di Cosenza con i rispettivi Gonfaloni.

      Sono stati resi, quindi, gli onori al Prefetto di Cosenza, Vittoria Ciaramella, che accompagnata dal Comandante Provinciale dei Carabinieri, rappresentante delle Forze Armate, ha dapprima passato in rassegna i reparti in armi sulle note della “Fedelissima” e quindi presenziato alla tradizionale cerimonia dell'alzabandiera, scandita dalle note dell’”Inno di Mameli”.

      La lettura solenne del messaggio del Ministro della Difesa Guido Crosetto,  la “Marcia del Piave” ed il “Silenzio d’Ordinanza” hanno fatto, da cornice alla deposizione di una corona d’alloro presso il Monumento ai Caduti, doveroso e riconoscente omaggio alla memoria di quanti, militari e civili, hanno sacrificato la propria vita ed i propri affetti per la riconquista di ogni forma di libertà, sociale, etica e politica e per l’affermazione dello stato di diritto, della Repubblica Italiana e della sua Costituzione.

      Le dichiarazioni

      “Viva la festa della Liberazione dal nazifascismo. Viva l’Italia libera dalle dittature e unita nell’affrontare il presente e il futuro. Viva il 25 aprile, giornata che appartiene a tutte le italiane e a tutti gli italiani”. Lo scrive su X Roberto Occhiuto, presidente della Regione Calabria e vice segretario nazionale di Forza Italia.

      "La Festa della Liberazione dal nazifascismo ricorda una pagina fondamentale della storia dell'Italia, quando si sprigionarono le energie positive che consentirono il riscatto e la rigenerazione nazionale. E si ebbe l'affermazione, grazie al coraggio e al sacrificio di uomini e donne, della democrazia e dello Stato di diritto che oggi garantiscono a tutti libertà e pluralismo politico, sociale e culturale". Lo ha detto il presidente del Consiglio regionale Filippo Mancuso. "Alle istanze etiche e ai valori compendiati nella Costituzione, mentre nello scenario mondiale si assiste a inquietanti pulsioni totalitarie che minacciano l'autodeterminazione dei popoli e il bene fondamentale della pace - ha aggiunto - possiamo e dobbiamo fare riferimento. Il lascito prezioso del 25 aprile interpella ciascuno di noi, affinché si dia concretezza ed agibilità ai diritti costituzionali dei cittadini su tutto il territorio nazionale per incrementare la coesione sociale e la fiducia nelle Istituzioni".

      “Oggi celebriamo l’anniversario della Liberazione del nostro Paese dal nazifascismo. E’ una giornata di festa, ma soprattutto deve essere un momento di riflessione, di ricordo e di gratitudine”. Lo afferma il sindaco di Cosenza Franz Caruso che prosegue: “Di ricordo perché, per come mi piace ribadire, per proiettarci nel futuro è necessario conoscere il nostro passato facendone memoria per non ripeterne gli errori. Di gratitudine nei confronti di quanti, donne e uomini, si sono opposti a 20 anni di dittatura restituendo all’Italia la libertà. La nostra stessa identità cosentina ha radici storiche in quella lotta di democrazia e libertà e porta il nome di Paolo Cappello, il muratore socialista assassinato dai fascisti il 21 settembre del 1924, a pochi mesi di distanza dall’omicidio Matteotti. Di questo dobbiamo tutti essere orgogliosi perché quello di Paolo Cappello e dei tanti partigiani e aderenti ai movimenti della resistenza, è stato un impegno improntato al sacrificio, nel desiderio di traghettarci in un futuro migliore e più giusto. Ci sono riusciti. Ci hanno donato una società libera e democratica, che ancora oggi ci appartiene come italiani, ma che non possiamo dare per scontata. La nostra Costituzione che rappresenta “la base e la garanzia della nostra libertà, della nostra democrazia” è, oggi, messa sotto attacco dal Governo Meloni con l’introduzione del premierato e con l’autonomia differenziata, che dividerà l’Italia in 20 piccole repubblichette accrescendo il divario tra territori e la disuguaglianza tra gli individui. Come Sindaci stiamo facendo quanto è nelle nostre possibilità per bloccare il provvedimento legislativo voluto dalla Lega. Ma le leggi si approvano in Parlamento e dai parlamentari che, su questo tema, non hanno alcuna sensibilità. Questo perché non devono dar conto ai propri elettori ma ai propri leader politici che li candidano e li mandano a sedere sugli scranni di Montecitorio e di palazzo Madama evidentemente ad eseguire gli ordini di scuderia. Tra questi ci sono anche i senatori calabresi, con l’unica eccezione di Nicola Irto. La violenza, l’individualismo e l’intolleranza, inoltre, sono ancora presenti nel mondo, in Italia ed in Europa, dove da troppo tempo ormai la guerra ha ritrovato casa ed ospitalità, generando morte e distruzione. Ecco perchè noi tutti, ancora oggi, dobbiamo sentirci in prima linea a difesa dei valori della democrazia, della libertà, della tolleranza e della Pace, sanciti nella nostra Carta Costituzionale. In questa rinnovata battaglia creare consapevolezza e diffondere conoscenza, che rappresentano armi essenziali per contrastare ogni tentativo di ritorno a quell’infausto passato, è, quindi, un dovere. “Ringrazio, pertanto – conclude Franz Caruso - quanti, semplici cittadini, istituzioni ed associazioni di Resistenza e Partigiane, sono impegnati per coltivare la memoria e trasferirla ai più giovani, combattendo anche contro assurdi tentativi di rivisitazione storica”.

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