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      Gratteri procuratore di Napoli nonostante divisione Csm

       

       

      Gratteri procuratore di Napoli nonostante divisione Csm

      13 set 23 A quasi un anno e mezzo di distanza dalla nomina di Giovanni Melillo al vertice della Direzione nazionale di mafia, la procura di Napoli ha un nuovo capo. E' il procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri, magistrato-simbolo della lotta alla criminalità organizzata e riconosciuto come uno dei massimi esperti di 'ndrangheta. Ma la sua nomina, che alla vigilia del voto sembrava poter ottenere un'ampia maggioranza, spacca il plenum del Csm. Gratteri ottiene 19 voti, cinque vanno al procuratore di Bologna Giuseppe Amato, otto a Rosa Volpe la procuratrice aggiunta di Napoli che per un anno ha diretto la procura partenopea. E a dividersi sono non solo i componenti togati ma anche il vertice di Palazzo dei marescialli, con il vicepresidente Fabio Pinelli e il Pg della Cassazione che votano per Gratteri e la presidente della Suprema Corte Margherita Cassano che invece appoggia Amato. Uniti sulla scelta di Gratteri sono i laici di entrambi gli schieramenti, con la sola eccezione di Roberto Romboli (Pd) che appoggia Volpe. Per il procuratore di Catanzaro vota anche l'intero gruppo di Magistratura indipendente, la corrente più conservatrice, e i togati Andrea Mirenda (indipendente) e Antonino Laganà (Unicost), in dissenso dal suo gruppo che invece sostiene Amato (appoggiato anche dal togato indipendente Roberto Fontana). Per Volpe sono invece compatti i progressisti di Area, e la togata di Magistratura democratica Mimma Miele (Md). Per lo schieramento che sostiene Gratteri non ci sono dubbi che sia il più titolato ad assumere la guida della procura di Napoli, la più grande d'Italia e forse anche d'Europa, con 9 aggiunti, 102 sostituti e 107 procuratori onorari. Anche rispetto ad Amato che vanta una più lunga esperienza direttiva. A far pendere il piatto della bilancia dalla parte di Gratteri è la più che trentennale esperienza maturata nel contrasto alla criminalità organizzata, nella sua dimensione nazionale e transnazionale , come sottolinea la relatrice Maria Luisa Mazzola, che richiama i "moltissimi procedimenti", con cui Gratteri "ha smantellato le più importanti consorterie criminali sul territorio" e la cattura di 140 latitanti, alcuni dei quali inseriti nella lista dei 30 più pericolosi. Ma più che sui titoli di Gratteri e degli altri candidati, il dibattito in plenum si accende sul suo modo di interpretare il ruolo di procuratore e sulle considerazioni sui pm della procura di Napoli fatte durante la sua audizione del Csm, a partire dalla frase più discussa: "se io consento e tollero che su 90 magistrati 20 non lavorano, allora la Procura non funziona". All'attacco vanno soprattutto i consiglieri di Area, che insistono per la nomina di Volpe, anche in nome della continuità di un modello di organizzazione della procura di Napoli che ha funzionato. Tullio Morello parla di dichiarazioni "infelici" e dice: "a Napoli non non ci sono magistrati lavativi e depressi, non c'è una polizia giudiziaria da derattizzare". Per Maurizio Carbone, "da quella audizione emerge la figura di un superprocuratore, di un dirigente quasi padre-padrone, che si sbarazza senza procedure formali di personale o di polizia giudiziaria o anche di procuratori aggiunti che ritiene non svolgano al meglio il loro lavoro". Dalla politica le congratulazioni a Gratteri sono invece bipartisan. Felice per la sua nomina anche un ex collega Luigi De Magistris: "è un magistrato fuori dal sistema".

      Procuratore sempre in prima linea

      Una vita da sempre in prima linea, tra inchieste che hanno inciso pesantemente sull'organizzazione e gli interessi della 'ndrangheta, infliggendole colpi devastanti, minacce concrete di attentati ed una vasta attività pubblicistica. Nicola Gratteri raccoglie, con la nomina a procuratore della Repubblica di Napoli, i risultati di un'attività professionale che ne hanno fatto uno dei magistrati più noti a livello nazionale ed internazionale, capace di tessere rapporti con gli uffici giudiziari di tutto il mondo proprio perché la 'ndrangheta è conosciuta come l'organizzazione criminale più diffusa a livello planetario. Nei suoi quasi 40 anni di attività, Gratteri ha condotto inchieste che hanno innalzato al massimo livello l'azione di contrasto alle cosche più note della 'ndrangheta, colpendole sotto l'aspetto organizzativo ed economico. Sin dai suoi esordi professionali, come sostituto procuratore a Locri, al passaggio successivo nella Procura di Reggio Calabria, dove è stato Procuratore aggiunto, fino all'approdo nel 2016 alla Procura della Repubblica di Catanzaro, Gratteri ha condotto innumerevoli inchieste, avvalendosi della collaborazione di investigatori di notevole spessore, appartenenti a tutti i corpi di polizia, che ha saputo motivare nel migliore dei modi e che hanno instaurato con lui un rapporto estremamente produttivo, con un interscambio di conoscenze che si é rivelato vincente. Il neo procuratori di Napoli ha apposto il suo sigillo sulle tappe più importanti della lotta dello Stato contro la 'ndrangheta. Dall'inchiesta "Crimine", risalente ai tempi in cui era aggiunto a Reggio Calabria, che porto all'accertamento sul piano giudiziario dell'unitarietà dell'organizzazione criminale calabrese, a quella sulla strage di Duisburg, nel 2007, con l'uccisione nella cittadina tedesca di sei persone coinvolte nella cosiddetta "faida di San Luca". Per finire all'indagine ancora più vasta ed imponente, denominata Rinascita Scott, che nel 2019 portò all'arresto di 340 persone, tra cui esponenti politici di primo piano, accusati di fare parte di quella cosiddetta "area grigia" asservita al crimine organizzato per trarne importanti vantaggi personali economici. Un lavoro incessante ed incisivo che ha esposto Gratteri alle possibili ritorsioni di quanti hanno subito le conseguenze delle sue inchieste. In più occasioni sono emersi i progetti da parte di importanti esponenti della 'ndrangheta di vendicarsi contro di lui. Una minaccia concreta a tal punto da rendere necessaria la predisposizione di un imponente apparato di protezione non soltanto nei confronti del magistrato, ma anche dei suoi familiari più stretti. Gratteri ha avuto inoltre la capacità di affiancare all'attività professionale quella pubblicistica, scrivendo, insieme ad Antonio Nicaso, ben 22 libri che hanno raccontato la 'ndrangheta nei suoi aspetti più reconditi. E si annuncia l'uscita ad ottobre del volume numero 23, intitolato "Il grifone" e dedicato al livello più avanzato delle mafie, quelle che operano nello spazio cibernetico, capaci di operare "on line" e "off line", nell'analogico e nel digitale. Con la nomina a procuratore di Napoli comincia adesso un nuovo percorso professionale per Nicola Gratteri e la sensazione unanime è che il suo impegno contro il crimine organizzato troverà nuovi impulsi e nuovo slancio.

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