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      Vendemmia in calo in Italia (-12%), stabile al nord cala il Sud: Calabria -32%

       

       

      Vendemmia in calo in Italia (-12%), stabile al nord cala il Sud: Calabria -32%

      12 set 23 - Scende intorno ai 44 milioni di ettolitri la produzione di vino in Italia, in calo del 12% rispetto ai 50 milioni dello scorso anno. Ma quella del 2023 è una vendemmia a due velocità, stabile al Nord ma in picco al Sud. In Calabria, il calo è addirittura del 32%. Lo indicano le previsioni dell'Osservatorio Assoenologi, Ismea e Unione italiana vini (Uiv), presentate al Ministero dell'Agricoltura, in base alle quali la vendemmia di quest'anno potrebbe essere la più leggera degli ultimi sei anni. È un vigneto Italia spaccato a metà quello fotografato dall'Osservatorio, che vede il Nord confermare i livelli dello scorso anno (+0,8%), mentre al Centro, al Sud si registrano flessioni attorno al 20% e 30%. Protagonista non gradita dell'annata, la Peronospora, malattia fungina determinata dalle frequenti piogge che non ha lasciato scampo a molti vigneti soprattutto del Centro-Sud. E la contrazione comporterebbe la cessione del primato produttivo mondiale alla Francia, la cui produzione è stimata attorno ai 45 milioni di ettolitri a -2% sul 2022. Ma a pesare sarà anche l'andamento climatico delle prossime settimane, cruciali per le varietà più tardive. Il presidente di Assoenologi, Riccardo Cotarella, parla di "una vendemmia molto complessa, per gli effetti di alluvioni, grandinate e siccità. La fotografia ci indica un calo della produzione significativo". Ma "otterremo vini di buona qualità, con punte di eccellenza". La contrazione produttiva di quest'anno non va vista però con troppa preoccupazione, "visto il livello elevato di giacenze, che ha superato i 49 milioni di ettolitri, ha commentato il Commissario straordinario di Ismea, Livio Proietti. Il vero problema, aggiunge, "è il rallentamento della domanda interna ed estera, che sta deprimendo i listini". Per il presidente di Unione italiana vini (Uiv), Lamberto Frescobaldi: "tra le priorità, occorre chiudere il decreto sulla sostenibilità e ammodernare il vigneto Italia, mediamente vecchio, difficile da meccanizzare e costoso da gestire" oltre a "rivedere il sistema delle Dop e Igp, compresa la gestione di mercato".

      Cala del 32% in Calabria

      Il Veneto, con 13 milioni di ettolitri prodotti, traina la vendemmia al Nord ma cresce del 5%, ovvero meno della Lombardia che, con 1,2 milioni di ettolitri cresce, del 15% rispetto al 2022. Seconda in Italia per produzione è la Puglia, con 7,6 milioni di ettolitri, ma con un calo annuo del -25%. Lo indicano le previsioni dell'Osservatorio Assoenologi, Ismea e Unione italiana vini (Uiv), presentate al Ministero della Sovranità Alimentare, dell'Agricoltura e delle politiche forestali. A pesare, sottolinea il report, gli effetti ormai cronici dei mutamenti climatici che, con +70% le giornate di pioggia sui primi 8 mesi dell'anno scorso, "hanno determinato importanti differenze tra regioni". In particolare, nel Nord Ovest si assiste all'importante ripresa della Lombardia (+15%), seguita da quella più moderata di Valle d'Aosta (+10%) e Liguria (+5%) e con una sostanziale tenuta del Piemonte (-2%). Il Nord-Est è trainato dalla locomotiva Veneto (13 milioni di ettolitri, con un +5), nonostante tutto in lieve crescita rispetto allo scorso anno grazie anche all'entrata in produzione dei nuovi impianti. Il Trentino-Alto Adige (+1,5%) non si discosta di molto dai livelli dello scorso anno, mentre perdono punti Friuli-Venezia Giulia (-10%) ed Emilia-Romagna (-4,5%). Più omogenea è la situazione al Centro-Sud caratterizzata da flessioni che vanno dal 20 fino al 45 per cento, con vendemmie previste molto più scariche soprattutto sulla dorsale Adriatica, ovvero Marche (-25%), Umbria (-20%), Abruzzo (-40%), Molise (-45%), Puglia (-25%), Calabria (-32%), Basilicata (-30%) ma anche in Toscana (1,8 milioni, -20%), Lazio (-20%), Campania (-30%), Sicilia (-30%) e Sardegna (-20%). A spiegare il quadro, sottolinea l'Osservatorio Assoenologi, le abbondanti e frequenti precipitazioni primaverili che hanno creato le condizioni favorevoli alla Peronospora, ma anche a altre malattie come Oidio e Flavescenza Dorata, penalizzando molti vigneti, specie del Centro-Sud: le continue piogge "in alcuni casi hanno impedito di entrare in vigna per fare i trattamenti e in altri ne hanno vanificato gli effetti".

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