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      Pestano il fratello che poi muore, due arresti CC a Locri

       

       

      Pestano il fratello che poi muore, due arresti CC a Locri

      26 ott 23 Due fratelli, di 58 e 61 anni, sono stati arrestati dai carabinieri per maltrattamenti e lesioni personali aggravate che poi hanno portato alla morte di un terzo fratello, di 54 anni. L'ordinanza di custodia cautelare degli arresti domiciliari è stata emessa dal gip Mauro Bottone su richiesta del procuratore di Locri Giuseppe Casciaro e del sostituto Luisa D'Elia. I fatti si sono consumati a Locri dove la vittima, a causa di un arresto cardio-circolatorio, è morta il 14 aprile scorso in ospedale, presso il reparto di Rianimazione. Un decesso che, stando alle indagini, è connesso alla diagnosi di setticemia severa per la quale l'uomo risultava ricoverato dal 25 marzo. L'inchiesta ha avuto origine dalle notizie apprese dai carabinieri della stazione di Locri nel corso di un servizio di ordine pubblico presso lo stadio comunale. Ascoltando una serie di conversazioni tra alcuni tifosi locali, infatti, i militari hanno saputo delle circostanze dubbie circa il decesso della vittima. Partite le indagini, i carabinieri hanno acquisito la documentazione sanitaria, dalla quale emergeva un particolare quadro clinico, caratterizzato dalla presenza di molteplici lesioni. I successivi approfondimenti investigativi hanno permesso di accertare che gli indagati, dal luglio 2022, avrebbero posto in essere nei confronti del fratello, ex agente della polizia penitenziaria, perduranti condotte vessatorie, spesso sfociate in plurime aggressioni fisiche, dalle quali ne sarebbe derivata la morte. Ai due indagati, gli inquirenti contestano anche il reato di indebito utilizzo di carte di credito e di pagamento. Mentre il fratello era ricoverato in ospedale per le lesioni che loro gli avrebbero procurato, infatti, gli indagati avrebbero utilizzato il bancomat del fratello per prelevare 4mila euro dal suo conto corrente.

      Gip: efferatezza inaudita

      "In concorso tra loro e con reiterati atti di prevaricazione, offese verbali, minacce, violenze fisiche, umiliazioni e soprusi, maltrattavano il fratello Cosimo Orlando, sottoponendolo a numerose sofferenze del corpo e della mente, dalle quali ne derivava la morte il 14 aprile 2023". È quanto si legge nel capo di imputazione contestato ai fratelli Domenico e Antonio Orlando, di 61 e 57 anni, finiti ai domiciliari per i maltrattamenti e le lesioni personali aggravate inflitte al fratello. Uno residente a Locri e l'altro a Vinci, in provincia di Firenze, i due sono destinatari dell'ordinanza di custodia cautelare eseguita dai carabinieri. Firmato dal gip Mauro Bottone, su richiesta del procuratore di Locri Giuseppe Casciaro e del sostituto Luisa D'Elia, nel provvedimento di arresto vengono riportate le angherie subite dalla vittima, ex agente della penitenziaria che, in più occasioni, sarebbe stato picchiato dai fratelli "con violenza anche quando si trovava inanimato ed in condizione di incoscienza per l'uso di farmaci ed alcool". Stando alla ricostruzione dei carabinieri, infatti, mesi prima dell'ultimo pestaggio, il 20 agosto 2022, la vittima avrebbe riportato un "trauma cranico". Nel marzo scorso, inoltre, Cosimo Orlando avrebbe riportato "8 costole rotte, una lesione alla spina dorsale, fegato e reni non più funzionanti, il ginocchio lussato e una grave setticemia nel sangue oltre a diverse tumefazioni su tutto il corpo". Circostanze che sono state oggetto anche di una denuncia di una delle sorelle che, ai carabinieri di Locri, ha raccontato i suoi "fondati sospetti che a causare la morte di mio fratello - è il verbale reso dalla donna - fossero state le botte prese da parte di Antonio e Domenico". Secondo il gip, dimostrando "totale noncuranza" e "piena indifferenza" nei confronti del fratello Cosimo, i due indagati "compivano atti prevaricatori, ingiuriosi, offensivi, umilianti, aggressivi tali da deteriorare sempre più lo stato del prossimo congiunto". Per il giudice, è emerso "un livello di efferatezza dimostrato dalla coscienza e volontà di persistere in condotte vessatoria a danni di un fratello via via sempre ridotto peggio".

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