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      Cassazione annulla condanna, Falcomatà torna sindaco di Reggio: 2 anni duri

       

       

      Cassazione annulla condanna, Falcomatà torna sindaco di Reggio: 2 anni duri

      26 ott 23 La Cassazione ha annullato la condanna e Giuseppe Falcomatà torna a fare il sindaco del Comune e della città metropolitana di Reggio Calabria. La sentenza del processo 'Miramare' è arrivata poco fa a Roma dove si è conclusa la camera di consiglio della Suprema Corte che, in sostanza, ha accolto la richiesta degli avvocati Marco Panella e Giandomenico Caiazza i quali stamattina avevano chiesto l'annullamento della sentenza emessa nel novembre 2022 dalla Corte d'Appello di Reggio Calabria che aveva condannato a un anno di carcere, con pena sospesa, per abuso d'ufficio Giuseppe Falcomatà e a 6 mesi gli altri imputati del processo. Il processo era nato da un'inchiesta sulle irregolarità nelle procedure di affidamento ad un'associazione del Grand Hotel Miramare. Nel 2015, l'immobile era stato concesso senza alcun bando pubblico all'associazione "Il sottoscala", riconducibile all'imprenditore Paolo Zagarella. Al centro delle indagini, infatti c'erano i presunti rapporti tra Falcomatà e Zagarella che, in occasione delle elezioni comunali del 2014, aveva concesso gratuitamente al sindaco di Reggio Calabria alcuni locali di sua proprietà per ospitare la segreteria politica. Stando a quanto trapela, la Cassazione avrebbe valutato la desistenza volontaria degli imputati che, dopo aver affidato il Miramare all'associazione di Zagarella, avevano revocato l'affidamento. Stamattina, il sostituto procuratore generale presso la Corte di Cassazione Roberto Aniello aveva chiesto l'annullamento della sentenza per prescrizione spiegando che il fatto forse andava qualificato in maniera diversa e ci potrebbero essere dubbi sulla ricostruzione della vicenda. Dubbi che, comunque, non potrebbero essere risolti, in quanto il reato in ogni caso sarebbe prescritto. Da qui l'annullamento che riapre le porte di Palazzo San Giorgio a Falcomatà. La Cassazione ha annullato la sentenza d'appello pure per gli altri dieci imputati. Tra questi, oltre al segretario comunale in carica all'epoca, Giovanna Antonia Acquaviva, all'ex dirigente del settore "Servizi alle imprese e sviluppo economico" del Comune, Maria Luisa Spanò, e all'imprenditore Paolo Zagarella, ci sono i sette ex assessori coinvolti nel processo "Miramare": Saverio Anghelone, Armando Neri, Rosanna Maria Nardi, Giuseppe Marino, Giovanni Muraca, Agata Quattrone e Antonino Zimbalatti. Anche per loro si interrompe la sospensione imposta dalla legge Severino. Se Falcomatà torna sindaco, l'ex assessore Giovanni Muraca, difeso dall'avv. Sergio Laganà entra al Consiglio regionale da dove era sospeso dopo la condanna d'appello.

      Due anni duri:

      "Assolto. Sono stati due anni duri. Due anni in cui ho sofferto, ha sofferto la mia famiglia, ha sofferto la città. Questa assoluzione restituisce, in parte, le amarezze di questo periodo. Un periodo in cui non mi è mai, mai, mancato il vostro sostegno, il sostegno dei reggini. Adesso per la città ci dovrà essere un nuovo inizio. Insieme. Vi voglio bene, ci vediamo tra poco". Così il sindaco di Reggio Calabria Giuseppe Falcomatà sulla sua pagina facebook all'indomani della sentenza della Corte di Cassazione che ha annullato la condanna in secondo grado nel processo "Miramare". Una condanna che, a causa della legge Severino, gli è costata due anni di sospensione durante i quali il Comune e la città metropolitana sono stati guidati dai due sindaci facenti funzioni, Paolo Brunetti e Carmelo Versace. L'annullamento senza rinvio deciso dalla Suprema Corte ha rimesso al suo posto Falcomatà che, adesso, ritorna in carica fino al 2025 quando dovrebbe concludersi il suo secondo mandato.

      Anci:Sindaci non abbiano paura della firma

      "Ai sindaci va consentito di poter fare i sindaci senza avere paura della firma, avere paura è un sentimento che un sindaco non si può permettere, la paura ti rallenta, ti rende insicuro e questo genera una città che si ferma e va indietro". È l'appello lanciato a Genova alla 40ma assemblea dell'Associazione Nazionale Comuni Italiani dal sindaco di Reggio Calabria Giuseppe Falcomatà, tornato dopo quasi due anni a ricoprire il suo incarico dopo che la Cassazione ha annullato la sua condanna per abuso d'ufficio. "Del reato d'abuso d'ufficio ne posso parlare poco - ha detto - se non da chi ha patito e visto sulla propria pelle e sulla città gli effetti di un sindaco sospeso. La sospensione colpisce tutta la comunità".

      Reazioni e commenti

      "La decisione con cui la Cassazione ha annullato la condanna a Giuseppe Falcomatà nell'ambito del processo 'Miramare' è certamente una buona notizia per Reggio Calabria, una città importante che potrà finalmente riavere un governo comunale nella pienezza delle sue funzioni". Lo afferma, in una nota, Roberto Occhiuto, presidente della Regione Calabria, "Ma questa vicenda - aggiunge - rappresenta anche l'ennesima dimostrazione di come sia urgente un'attenta e seria riflessione sull'abuso d'ufficio, una fattispecie di reato che troppo spesso provoca drammaticamente la paralisi o un brusco rallentamento dell'azione amministrativa, a scapito delle nostre comunità". "Nonostante le distanze politiche che esistono tra di noi - dice ancora Occhiuto - sono umanamente felice per Giuseppe Falcomatà, che con questa sentenza archivia un calvario giudiziario durato a lungo e che ha inciso nella storia della città di Reggio Calabria"

      "L'assoluzione per innocenza di Giuseppe Falcomatà e degli ex assessori della sua giunta è una bellissima notizia per la città di Reggio Calabria, per tutta la regione e per la democrazia". E' quanto afferma il senatore Nicola Irto, segretario regionale del Partito Democratico calabrese, commentando, anche a nome di tutto il partito, la sentenza emessa ieri sera dalla Cassazione per il sindaco di Reggio Calabria e per gli ex componenti del suo esecutivo. "Finalmente - aggiunge Irto- potrà tornare al suo posto e onorare il mandato popolare, senza macchia e ombra alcuna. Il Partito Democratico della Calabria non ha mai nutrito dubbi sulla correttezza dell'operato del sindaco Falcomatà che, con profondo senso delle istituzioni, si è difeso nel processo, attendendo l'ultimo grado di giudizio per vedere riconosciute le proprie ragioni. È nelle difficoltà che si vede il carattere, la personalità e la serietà dell'amministratore pubblico e del politico". "Siamo certi - sottolinea Irto- che, insieme alle forze di maggioranza, il sindaco Falcomatà saprà riprendere in mano il percorso di cambiamento radicale che da tempo aveva avviato a Reggio Calabria".

      "Faccio i complimenti al sindaco Falcomatà per l'assoluzione: FdI non fa politica con la giustizia e siamo contenti sul piano umano. Falcomata è colpevole politicamente di avere ridotto Reggio Calabria, la nostra grande città metropolitana, in ginocchio". Lo afferma il vicecapogruppo di Fratelli d'Italia alla Camera, Alfredo Antoniozzi "Sul piano politico lo batteremo - aggiunge Antoniozzi - anche se non potrà essere ricandidato, e batteremo la sinistra che sta governando la nostra Reggio da ormai dieci anni. Fratelli d'Italia ha donne e uomini in grado di condurre, insieme al centrodestra, una battaglia di rinnovamento per la città e di separare i giudizi personali da quelli politici. Sul piano politico Falcomata e la sinistra sono senza possibilità di appello".

      "Un altro amministratore vittima dell'abuso di ufficio. Dal novembre 2021 Falcomatà era sospeso dall'incarico a cui era democraticamente stato eletto". Lo afferma Ivan Scalfarotto, senatore di Italia Viva - Il Centro -Renew Europe, su X riguardo alla decisione della Cassazione di annullare senza rinvio la condanna a Giuseppe Falcomatà.

      "Dopo due anni la Cassazione ha assolto Giuseppe Falcomatà, che torna sindaco di Reggio Calabria. Una vicenda assurda che ha colpito una persona per bene, uno dei sindaci migliori che abbiamo": così Matteo Ricci, sindaco di Pesaro, coordinatore dei sindaci dem, prersidente di Ali-Autonomie Locali Italiane, in un post su Twitter-X. "L'ennesima dimostrazione dell'assurdità del reato di abuso d'ufficio e della legge Severino", conclude Ricci.

      "La sentenza della Corte di cassazione sul 'caso Miramare' chiude una vicenda giudiziaria e politica durata due anni e, soprattutto, restituisce alla città il sindaco democraticamente eletto dai cittadini reggini. Ora la città ha bisogno di un colpo di reni, ha bisogno di un'amministrazione, nel pieno dei propri poteri. Di un'amministrazione che sia capace di dedicarsi a recuperare il tempo perduto che dia a Reggio Calabria la speranza in un futuro migliore". Lo afferma, in una nota, Santo Biondo, segretario generale della Uil calabrese all'indomani della sentenza della Cassazione che ha riportato in carica il sindaco della città Giuseppe Falcomatà. "Prima del ritorno alle urne - aggiunge Biondo - ci sono due anni per portare a compimento questa sfida. Non sarà facile, la città sta invecchiando, i suoi giovani si stanno allontanando in cerca di una posizione professionale certa, gli indicatori economici la relegano agli ultimi posti delle classifiche stilate dagli istituti di statistica, il gap con il resto del Paese si allarga sempre di più e, di certo, sono tanti i ritardi che ancora aspettano di essere colmati. Siamo convinti che, in questo delicato tornante della storia di Reggio Calabria, ci sia bisogno di ritrovare una serena comunità di intenti finalizzata esclusivamente al bene delle reggine e dei reggini, l'unico bene che deve informare l'azione di chi ha scelto, chiedendo il consenso popolare, di mettersi al servizio della città. Solo questo potra consentire alla città di affrontare l'importante sfida del Piano nazionale di ripresa e resilienza, di trovare una soluzione alla cronica e conclamata insufficienza di personale, di vincere la partita determinante della programmazione dei fondi europea 21/27." "Per questo - sostiene il leader della Uil calabrese - crediamo sia determinante riavviare, con grande slancio, il dialogo con le parti sociali considerando lo stesso per quello che rappresenta: un valido motore propulsivo per le scelte future della crescita della città. Un dialogo sociale che deve essere calendarizzato, informato e di merito, perché la città non può perdere questa opportunità anche alla luce della nuova Legge di bilancio che pare sottrarre ai comuni risorse importanti, così come rischia di allargare le marginalità e favorire la crescita della povertà. In questa fase così delicata, quindi, è di fondamentale importanza esercitare la giusta sorveglianza sociale per trasformare queste risorse in opportunità di crescita, con l'obiettivo di contrastare le enormi diseguaglianze fra il Nord ed il Sud del Paese e fra le regioni del Mezzogiorno che sono state segnalate dall'ultimo rapporto dell'Istat. E' importante, infine, mantenere alta l'attenzione sul progetto scellerato di autonomia differenziata sul quale non bisogna abbassare la guardia, perché questa norma, nell'intenzione di chi la pensata, non ha alcun intendimento finalizzato a mettere in atto una perequazione fra le parti più ricche e quelle più povere della società ma, al contrario, tenderebbe ad amplificare le stesse tracciando un solco insuperabile fra chi sta meglio e chi sta sempre peggio".

      "Accogliamo con grande soddisfazione la sentenza della Cassazione che ha sancito l'assoluzione del sindaco di Reggio Calabria Giuseppe Falcomatà e la correttezza del suo operato e di quello della giunta comunale". A sostenerlo è il capogruppo del Pd in Consiglio regionale Domenico Bevacqua, a nome di tutti i consiglieri dem di palazzo Campanella. "Non avevamo nessun dubbio, inoltre - aggiunge Bevacqua - sulla correttezza dell'azione politica e amministrativa dell'ex assessore Giovanni Muraca che abbiamo già apprezzato in Consiglio e che, dopo l'ingiusta sospensione e i mesi duri che ha dovuto affrontare, adesso tornerà a svolgere la sua funzione, con rinnovato entusiasmo, per rendere ancora più incisiva l'azione dell'opposizione al governo di centrodestra". "Un affettuoso ringraziamento - prosegue il capogruppo del Pd alla Regione - va a Antonio Billari che ha sostituito egregiamente Muraca durante il periodo della sua sospensione. Da oggi il Pd riparte più forte di prima e ancora con maggiore determinazione sia a Reggio che a palazzo Campanella".

      "Permettetemi di dare un abbraccio a Falcomatà che è un sindaco coraggioso". Lo ha detto il presidente di Anci Antonio Decaro all'inizio del suo discorso conclusivo dell'assemblea dei sindaci a Genova. "Ha vissuto sulla pelle la parabola negativa delle cose dette in assemblea", ha concluso.

      "Con il nuovo trend che stiamo portando avanti nel nostro Comune di Genova la paura della firma non ci deve più essere: ognuno deve essere responsabile delle proprie cose come facciamo noi tutti i giorni". Lo ha detto il sindaco di Genova Marco Bucci parlando a margine dell'assemblea di Anci a Genova del problema sollevato dal sindaco di Reggio Calabria Falcomatà. "Non è questione di osare. Bisogna andare avanti a fare il proprio lavoro e non bisogna avere paura. Bisogna avere il coraggio di raggiungere i propri desideri che sono i desideri dei cittadini" ha aggiunto Bucci. "Su questo tema della paura della firma auspichiamo che si vada avanti nella direzione che abbiamo suggerito e convenuto a più riprese - dice il sindaco di Novara, Alessandro Canelli -. Adesso il nostro grande problema è tenere insieme i bilanci. Poi pensiamo a tutto il resto, ma abbiamo il dovere di pensare prima alle comunità che a noi stessi".

      "Ieri, mentre all'Assemblea nazionale dell'Anci ricordavamo l'importanza della nostra battaglia sull'abolizione dell'abuso d'ufficio guidata da Enrico Costa, è arrivata l'ennesima assoluzione per un sindaco. Giuseppe Falcomatà, primo cittadino di Reggio, dopo due anni di sospensione è stato assolto". Così, su X, il leader di Azione, Carlo Calenda. "Per Azione, la validità di un provvedimento - aggiunge Calenda - non dipende da chi lo presenta, ma dai valori in esso contenuti. L'unico modo che conosciamo per fare politica è superare la partigianeria e la mancanza di obiettività di cui il nostro Paese è vittima da 30 anni.

      “Sono felice per il Sindaco Falcomatà persona, che incassando l'assoluzione si è affrancato tutto d’un colpo da fatti per i quali in questi anni, oltre alle condanne che la Cassazione ha ritenuto ingiuste, ha subito la conseguente sospensione dalla carica elettiva. Di certo, non sono felice per Reggio.” A dirlo è Francesco Cannizzaro, Vice Capogruppo di Forza Italia alla Camera dei Deputati. “Anzitutto c’è da evidenziare come questo sia l’ennesimo caso che dimostra la necessità di rivedere norme e leggi che incidono pesantemente (e prima di ogni accertamento definitivo rispetto alla responsabilità penale) sullo svolgimento del mandato elettorale, quindi indirettamente su un’intera comunità e sul tessuto sociale ed economico di essa. Entrando nel merito della vicenda che ha riguardato in maniera specifica Giuseppe Falcomatà – precisa l’Onorevole Cannizzaro - ho sempre mantenuto un comportamento garantista, senza mai aggredire l'avversario politico in base agli esiti della vicenda giudiziaria. Del resto, Forza Italia è l’emblema nazionale del garantismo, da sempre. Anche se, a parti inverse, non so se la Sinistra ci avrebbe riservato lo stesso trattamento... ma tant’è. Questo sul piano giuridico. Su un binario parallelo ma differente – rimarca il parlamentare e dirigente azzurro - cammina poi il giudizio politico sul Sindaco Falcomatà e sui suoi sodali, che non hanno saputo dare un cambio di rotta o di marcia, continuando a governare male Reggio Calabria tanto a livello comunale quanto metropolitano. E qui non si perdona nulla al Sindaco, colpevole senza appello di aver affidato la Città a persone inadatte, a tratti palesemente incapaci. Questa è la vera responsabilità di Falcomatà: alla sua già dimostrata inesperienza politica e gestionale precedente alla sospensione, ha poi aggiunto una scelta clamorosamente dannosa per Reggio e per i reggini, quella di consegnare le chiavi di Reggio ad una squadra ed a singoli non all’altezza del compito. Lo dimostrano i fatti, che raccontano di una realtà insofferente, avvilita, spenta, rassegnata al peggio. Adesso che torna in sella, il Sindaco ha una responsabilità ancor più gravosa: recuperare il tempo perduto, con vista sul baratro. Non so cosa possa riuscire a fare per riscattare i tanti danni prodotti in questi lunghi anni di gestione diretta e indiretta; anche perché la situazione politica all’interno della sua maggioranza è quanto mai instabile e del tutto precaria. Mi auguro per i reggini che ci possa riuscire, ma dubito fortemente. Intanto noi, Forza Italia continuerà a lavorare per il bene di Reggio e della sua Provincia, anche da Roma, anche quando non richiesto, anche quando non gradito, anche contro chi cerca di offuscare i risultati degli altri, raggiungendo nuovi, concreti obiettivi per il territorio (di cui diremo nelle prossime settimane) e che segneranno un vero cambiamento per Reggio Calabria.”

      «La sentenza emessa dalla Cassazione, di annullamento della condanna inflitta a Giuseppe Falcomatà nel corso del processo “Miramare”, restituisce serenità al Sindaco di Reggio Calabria e alla sua famiglia ed è certamente una buona notizia non solo per la Città, ma per la Calabria intera». A dichiararlo è Rosaria Succurro, Presidente ANCI Calabria, che si dice umanamente lieta per un’assoluzione che certamente non cancellerà le sofferenze subite ma che almeno restituisce dignità alla persona e all’istituzione che ha guidato. «Pur da fronti politici contrapposti, sono molto contenta che il Sindaco di Reggio Calabria abbia potuto dimostrare la sua innocenza ed estraneità ai fatti contestati», ha aggiunto Succurro che «da Presidente ANCI Calabria e prima ancora da Sindaco so bene che i Primi Cittadini sono sempre in prima linea – per non dire spesso sulla graticola – e vengono troppo spesso accollate sulle loro spalle colpe che non hanno». La riflessione di Rosaria Succurro si sposta quindi sul contestato reato di abuso d’ufficio: «all’Assemblea Nazionale ANCI e con il Presidente De Caro abbiamo parlato proprio dell’abuso d’ufficio e dell’urgenza della sua abolizione. Abbiamo lanciato un monito al Governo in tal senso, anche al fine di contrastare l’ormai tristemente nota “paura della firma” della nostra burocrazia, e sono arrivate rassicurazioni circa l’iter della legge di modifica della fattispecie di reato».

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