NuovaCosenza.com
Google
su tutto il Web su NuovaCosenza
mail: info@nuovacosenza.com
Home . Cronaca . Politica . AreaUrbana . Video . Spettacoli . Sport . Calcio . Meteo .
 

      Condividi su Facebook

      Arresti e sequestro beni DDA/PS a Reggio Calabria

       

       

      Arresti e sequestro beni DDA/PS a Reggio Calabria

      11 ott 23 La Polizia di Stato, con il coordinamento della Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria, sta eseguendo dalle prime ore di oggi diverse misure cautelari e sequestri di beni a carico di soggetti indagati per associazione mafiosa ed altri reati, ritenuti affiliati alle cosche di ndrangheta Libri e Tegano-De Stefano di Reggio Calabria. L'operazione si svolge sotto il coordinamento della Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria, diretta dal Procuratore Giovanni Bombardieri. A Reggio Calabria ed in altre città italiane i poliziotti stanno eseguendo numerosi provvedimenti restrittivi disposti dal Gip a carico di soggetti indiziati, a diverso titolo, e allo stato del procedimento in fase di indagini preliminari, dei reati di associazione mafiosa, estorsione, tentato omicidio, detenzione illegale di armi, detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti. L'indagine condotta dalla Squadra Mobile, in particolare, ha colpito presunti esponenti delle cosche Libri e Tegano-De Stefano del mandamento centro di Reggio Calabria, tra le quali vigeva un accordo spartitorio per le estorsioni da eseguire in alcune aree della città. Contestualmente all'esecuzione dei provvedimenti restrittivi è in corso il sequestro preventivo di 11 società riconducibili ad imprenditori a cui viene, invece, contestato il reato di concorso esterno in associazione mafiosa.

      Bombardieri:boss scarcerati subito in attività

      "Oggi abbiamo tratto in arresto soggetti indagati e condannati per associazione di stampo 'ndranghetista che appena usciti dal carcere hanno pienamente ripreso, dopo anni e anni, quell'attività che avevano lasciato entrando in carcere". A dirlo il procuratore di Reggio Calabria Giovanni Bombardieri, incontrando i giornalisti in merito all'operazione "Atto quarto" che ha portato a 28 arresti. Emblematico il caso di Edoardo Mangiola, capo del locale di Spirito Santo, che - come ha raccontato il capo della Squadra mobile reggina Alfonso Iadevaia - dal carcere riusciva a gestire tutte le attività, disponendo ordini per gli altri sodali della cosca e addirittura offrendo partite di sostanze stupefacenti la cui trattativa era affidata al figlio, oggi 23enne, Beniamino, incaricato dal padre di recuperare una partita di 800 gr di cocaina da un garage del Nord Italia. Emersa, inoltre, la facilità della cosca Libri di interloquire con gli altri mandamenti sul territorio cittadino, e la gestione consociativa delle estorsioni che venivano amministrate anche in funzione delle necessità di altre cosche del territorio cittadino in difficoltà per gli affetti di attività investigative e processi.

      Questore: imprenditori funzionali a interessi cosca

      "Un operazione - ha spiegato il questore Bruno Megale - caratterizzata da attività di tipo tradizionale e molto intensa sul terreno che ha rivelato l'esistenza, da una parte di imprenditori che erano in qualche modo funzionali agli interessi dell'organizzazione mafiosa, che riuscivano a fare lavori anche importanti nel territorio cittadino e provinciale. Nei loro confronti è stato disposto il sequestro dell'intero patrimonio aziendale, perché la loro attività si era sviluppata grazia alla cointeressenza con l'organizzazione mafiosa ed erano diventate particolarmente importanti. Fortunatamente c'è una incoraggiante quota di imprenditori onesti che hanno denunciato per le pressioni estorsive ricevute, che riteniamo incoraggiante". Un altro aspetto evidenziato da Megale, è "l'attualità e l'importanza della cosca Libri per i legami - ha detto - con le più importanti consorterie reggine, come, per esempio quella dei De Stefano-Tegano, e l'operatività di questi legami interconnessi sia con le cosche cittadine, e sia con quelle del versante tirrenico e ionico della provincia reggina".

      Cellulari a boss in carcere

      Un boss detenuto in carcere riusciva comunque a comunicare con l'esterno grazie all'utilizzo di telefoni cellulari abilmente modificati e introdotti all'interno degli istituti di pena con la collaborazione del figlio. E' uno degli aspetti emersi dall'inchiesta "Atto quarto" condotta dalla Squadra mobile di Reggio Calabria con il coordinamento della Dda guidata da Giovanni Bombardieri, che stamani ha portato all'arresto di 28 soggetti - 23 in carcere e 5 ai domiciliari - e al sequestro di 11 società riconducibili ad imprenditori indagati per concorso esterno in associazione mafiosa. Gli arrestati sono accusati, a vario titolo, di associazione mafiosa, concorso esterno in associazione mafiosa, estorsione, tentato omicidio, detenzione illegale di armi, detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti ed altro. Le indagini costituiscono il seguito delle operazioni Theorema - Roccaforte, Libro Nero e Malefix, che nel tempo hanno svelato assetti e dinamiche criminali delle cosche Libri, De Stefano e Tegano. L'inchiesta di oggi, basata su intercettazioni telefoniche, ambientali e telematiche, e sulle dichiarazioni di un imprenditore vittima di estorsione, hanno permesso di accertare la perdurante operatività della cosca Libri non solo nella storica roccaforte nel quartiere di Cannavò e zone limitrofe, ma anche la sua influenza nei quartieri di Condera, Reggio Campi, Modena, Ciccarello, San Giorgio, nelle frazioni di Gallina, Mosorrofa, Vinco e Pavigliana nonché nella zona centro di Reggio Calabria, porzione di territorio quest'ultima all'interno della quale sarebbero in vigore accordi spartitori con i De Stefano e i Tegano. L'indagine, inoltre, ha fatto emergere l'operatività, in seno alla cosca Libri, di un'ulteriore, quella di San Cristoforo, territorio limitrofo a quello di Spirito Santo. A riprova del carisma e delle significative relazioni criminali della cosca Libri, dall'inchiesta sono emersi solidi rapporti con le articolazioni di 'ndrangheta sia del mandamento tirrenico sia del mandamento Ionico. Il reato di concorso esterno viene contestato ad alcuni imprenditori che secondo l'accusa avrebbero stretto un vero e proprio rapporto sinallagmatico con la cosca, versando somme di denaro o assumendo personale segnalato in cambio di protezione e aiuto ad acquisire commesse ed espandere le proprie attività. L'inchiesta ha fatto anche parzialmente luce sul tentato omicidio compiuto il 17 maggio 2017 a Reggio Calabria ai danni di Antonio Baggetta. Per questo sono stati individuati due soggetti che avrebbero avuto il compito di procurare ed occultare le armi ed il motociclo, poi rinvenuti e sequestrati dagli investigatori della Polizia, utilizzati per portare a compimento il delitto.

      © RIPRODUZIONE RISERVATA

      Cerca con Google nell'intero giornale:

      -- >Guarda l'indice delle notizie su: "Cronaca"

     

     
Pubblicità


news Oggi in Italia e nel mondo

news Oggi in Calabria

Copyright © 2017 Nuova Cosenza. Quotidiano di informazione.
Registrazione Tribunale Cosenza n.713 del 28/01/2004 - Direttore Responsabile: Pippo Gatto
Dati e immagini presenti sul giornale sono tutelati dalla legge sul copyright. Il loro uso non e' consentito