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      Arrestato in Austria quarto scafista naufragio Cutro

       

       

      Arrestato in Austria quarto scafista naufragio Cutro

      08 mar 23 E' stato arrestato il quarto presunto scafista dell'imbarcazione carica di migranti il cui naufragio a Cutro, all'alba del 26 febbraio scorso, ha provocato la morte accertata di 72 persone e un numero ancora imprecisato di dispersi. Si tratta di un cittadino turco, Gun Ufuk, di 28 anni, che dopo il naufragio era riuscito ad allontanarsi e a rendersi irreperibile. Ufuk, secondo quanto si é appreso, é stato rintracciato in Austria. Sul conto di Gun Ufuk pendeva l'ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip di Crotone, Michele Ciociola, dopo la convalida dei fermi dei presunti scafisti. Gli altri tre arrestati sono un turco e due pakistani, uno dei quali minorenne. Ufuk sarebbe stata la persona cui era affidato il compito di condurre il caicco che a poche decine di metri dalla riva, davanti la costa di 'Steccato' di Cutro, ha urtato contro una secca scaraventando in mare il suo carico umano. Il cittadino turco, inoltre, avrebbe svolto anche le funzioni di meccanico, intervenendo più volte quando il motore dell'imbarcazione ha manifestato qualche problema. Al momento non si hanno particolari sugli elementi che hanno consentito agli investigatori di rintracciare in Austria e di arrestare lo scafista.

      Individuato da Gdf e PS

      Sono stati gli agenti della Squadra mobile di Crotone e della Sezione aeronavale della guardia di finanza a individuare in Austria Gun Ufuk, il 28enne di nazionalità curda ritenuto uno degli scafisti dell'imbarcazione naufragata sulla spiaggia di Steccato di Cutro nella quale sono morte 72 persone accertate. L'uomo era riuscito a fuggire al momento dello sbarco facendo perdere le sue tracce. La Squadra mobile e la Guardia di fiananza, attraverso lo Scip - Servizi cooperazione internazionale di polizia - sono però riusciti a individuarlo in Austria dove lo hanno arrestato in nottata. L'uomo, secondo quanto appreso sino ad ora, era da solo in un'abitazione. Nei suoi, il gip di Crotone, in sede di convalida del fermo degli altri due scafisti maggiorenni, aveva emesso un'ordinanza di custodia cautelare in carcere. Ufuk, secondo la testimonianza di alcuni dei superstiti sentiti nei giorni successivi al naufragio, era "lo scafista turco che conduceva l'imbarcazione e cooperava con lo scafista siriano nella risoluzione dei problemi motoristici dell'imbarcazione giunta in Italia". Un migrante afferma anche che "i componenti turchi dell'equipaggio hanno subito preso degli oggetti neri simili a dei tubi che hanno gettato in acqua e si sono tuffati aggrappandosi ad essi per poi scappare", mentre un altro parla di una fuga in gommone. Un teste lo indica anche come colui che "a volte scendeva personalmente in stiva per controllare le persone poiché il pakistano spesso litigava con noi migranti con atteggiamento provocatorio e non è stato fatto più scendere in stiva. E' uno di quelli che è scappato con il gommone insieme al siriano e ad un altro turco, sempre per come ho appreso dagli altri migranti". Nel corso dei sopralluoghi effettuati sul luogo del naufragio, una pattuglia della Guardia di finanza, nei pressi di una strada interpoderale adiacente alla spiaggia di Steccato di Cutro, ha trovato alcuni stralci di un documento riconducibile ad un cittadino di origini turche nato nel 1995. In sede di sommarie informazioni rese dai superstiti, diversi testimoni hanno riconosciuto l'uomo raffigurato sul documento come lo scafista che si alternava con gli altri alla guida dell'imbarcazione, riparando in alcuni casi i guasti meccanici verificatisi ai motori del natante durante la navigazione. Personale della Squadra mobile e del Servizio centrale operativo, congiuntamente con i militari della Sezione operativa navale della Guardia di finanza di Crotone, nel corso delle indagini, hanno pertanto attivato le ricerche in ambito nazionale ed internazionale, attraverso l'inserimento dei dati del fuggitivo nelle banche dati in uso alle forze di polizia. Il 3 marzo scorso, la polizia austriaca, nel corso di un controllo di polizia, ha fermato il cittadino turco in quanto sprovvisto di documenti d'identità. Una volta identificato, dal controllo del nominativo nella banca dati Sis II, è emerso l'inserimento fatto dalle forze dell'ordine. Sulla base delle informazioni ricevute dall'Austria, l'Unità italiana della Rete europea di ricerca latitanti Enfast (European Network Fugitive Active Search Teams) attiva presso il Servizio per la cooperazione internazionale di polizia della Direzione centrale della Polizia criminale, ha cresto un immediato scambio informativo con l'omologa Unità Fast austriaca, coordinandone le attività di ricerca sul campo fino a giungere all'arresto del latitante a Graz. Sono già state avviate le procedure per la consegna alle autorità italiane. L'indagato è stato fermato in esecuzione del mandato di arresto europeo emesso dal Tribunale su richiesta della Procura di Crotone, e si trova attualmente in un centro di detenzione in Austria, in attesa del completamento dell'iter per la consegna all'Italia.

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