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      Raid razzista a gruppo di migranti nella sibaritide, bulletto arrestato dai CC

       

       

      Taid razzista a gruppo di migranti nella sibaritide, bulletto arrestato dai CC

      24 giu 23 Un bulletto, diversamente non lo si potrebbe definire, di 23 anni, di cui non è stata resa nota l'identità, è stato arrestato dai carabinieri e frasferito in carcere con l'accusa di essere uno dei responsabili dell'aggressione compiuta la sera del 19 giugno scorso, un vero e proprio raid razzista, ai danni di un gruppo di migranti inermi, in presenza di molte persone, tra cui anziani e gruppi familiari con bambini, in un'area pubblica di Cassano allo Ionio. Due dei migranti, a causa dell'aggressione, messa in atto con l'utilizzo anche di spranghe di metallo, sono rimasti feriti, uno dei quali in modo grave. Il fermo è stato fatto dai carabinieri della Compagnia di Cassano allo Ionio in esecuzione di un provvedimento, convalidato dal Gip, emesso dalla Procura della Repubblica di Castrovillari, che ha coordinato l'attività investigativa. Al giovane fermato viene contestato il reato di tentato omicidio, con l'aggravante dell'odio razziale. L'aggressione, comunque, secondo quanto si é appreso, sarebbe scaturita da futili motivi. Le indagini proseguono per identificare gli altri autori del raid razzista.

       

      I fatti accaddero lo scorso 19 giugno, poco dopo le 20:00, in via Ponte del Treno (ex Tangenziale Stazione). Un marciapiede, un campo da calcetto, un parco giochi; bambini che giocano, ragazzi che si sfidano sul campo, giovani coppie con passeggini, anziani seduti sulle panchine a chiacchierare, gente che passeggia; all’improvviso, un rombo di autovetture lanciate ad alta velocità che squarcia la tranquillità di una delle prime vere serate estive dell’anno. Un rumore sordo, dei ragazzi di colore riversi a terra; a questo punto, la brutale tracotanza del commando degli aggressori, che infierisce con spranghe di metallo sui cittadini extracomunitari. Il bilancio sarà di due feriti, di cui uno in gravissime condizioni. Immediate le indagini dei militari della locale Compagnia, che, sotto la guida della Procura della Repubblica e seguendo le direttive prontamente impartite personalmente dal Procuratore Alessandro D’Alessio, hanno provveduto a ricostruire la dinamica dell’evento attraverso le testimonianze delle persone presenti nonché analizzando tutti gli impianti di videosorveglianza installati nelle vicinanze del luogo dell’aggressione e lungo le vie di avvicinamento e di fuga del commando di aggressori. Una volta identificato quale indiziato di essere un componente del gruppo, il ventitreenne G.L.P. è stato rintracciato e sottoposto a fermo di indiziato di delitto. Tra le contestazioni mosse, anche l’aggravante di aver commesso il fatto per motivi di odio razziale. L’attività intrapresa dai carabinieri, ha consentito dunque di ricostruire, a livello di gravità indiziaria ed in attesa dei successivi sviluppi, attesa l’attuale fase di svolgimento delle indagini preliminari, la condotta di G.L.P. in relazione al reato contestatogli, per la quale l’A.G., condividendo le risultanze investigative dei Carabinieri, ha richiesto e ottenuto la convalida del fermo, con il ventitreenne che, pertanto, rimane ristretto presso la Casa Circondariale di Castrovillari. I comportamenti sono stati ricostruiti a livello di elevata probabilità, in virtù anche della vigente presunzione di innocenza, in relazione ai quali sono tuttora in corso accertamenti volti a chiarire il movente dell’aggressione nonché ad identificare altri presunti complici. La vicenda di cui sopra, rispetto alla quale si sottolinea la contestazione dell’aggravante della finalità di discriminazione razziale, costituisce un ulteriore esempio che non sono e saranno consentite azioni di sopruso violento e che la reazione investigativa, di fronte alla commissione di ogni tipo di illecito, è e sarà sempre pronta per la identificazione di coloro che saranno ritenuti autori dei fatti. Anche nella vicenda specifica si è attuata la profonda sinergia tra l’ Arma dei Carabinieri e la Procura di Castrovillari, secondo le direttive dello stesso Procuratore.

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