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      Flussi turistici invernali in calo, la Calabria tra le peggiori

       

      La Sila innevata

       

      Flussi turistici invernali in calo, la Calabria tra le peggiori

      05 dic 23 Contrazione dei flussi turistici in Italia per l'imminente stagione invernale. Calabria tra le peggiori. Secondo le stime dell'istituto Demoskopika sono previsti poco più di 23,2 milioni di arrivi e quasi 72 milioni di presenze, con una flessione rispettivamente pari al 6,1% e allo 0,4% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente, segnato da quasi 25 milioni di arrivi e poco meno di 72,2 milioni di pernottamenti. A pesare sull'andamento al ribasso degli arrivi solo la componente italiana: 13,5 milioni di arrivi (-10,4% rispetto allo stesso periodo del 2022-23) a fronte di una crescita dello 0,5% degli stranieri. Sul versante delle presenze, invece, il contributo alla decrescita, seppur molto contenuta, è pressoché identico: 32,6 milioni di presenze straniere a fronte dei 39,3 milioni di pernottamenti italiani con una contrazione rispettivamente dell'0,6% e dello 0,3%. Inoltre, l'analisi storica dei flussi turistici evidenzia che il periodo dicembre 2023-marzo 2024 dovrebbe caratterizzarsi per un minor numero di arrivi (-13,6%) e di presenze (-3,2%) rispetto al periodo pre-pandemico del 2019. Inevitabili ripercussioni anche sulla spesa turistica che segnerebbe una sforbiciata di oltre 1,3 miliardi di euro.

      Calabria tra le peggiori

      Se a livello complessivo, l'Italia presenta un equilibrio tra quota italiana (51,4%) e quota estera (48,6%) degli arrivi turistici, oltre il 60% di turisti provenienti dall'estero è mediamente concentrato prevalentemente in sole 6 realtà regionali su 20 con in vetta Veneto e Lazio. La Calabria, nonostante le sue bellezze naturali, invece, figura tra le peggiori performance, quint'ultima. Questo quanto emerge dalle stime dell'istituto Demoskopika sull'imminente stagione invernale. In particolare, a presentare un livello di internazionalizzazione sopra la media italiana sono Veneto (64,3%), Lazio (62,1%), Trentino Alto Adige (55,7%), Toscana (54,2%), Lombardia (54%) e Friuli Venezia Giulia (52,5%). Al contrario a presentare livelli molto più bassi di turisti stranieri con una componente di incoming al di sotto del 30% ci sono Umbria (29,0%), Emilia-Romagna (26,7%), Puglia (25,1%), Calabria (17,4%), Marche (16,5%), Basilicata (16,2%), Abruzzo (12,0%) e, infine, Molise (8,9%).

      Pesa il caro prezzi voli nazionali

      Per la stagione invernale l'istituto Demoskopika, nella nota previsionale sull'inverno, stima che la dinamica dei prezzi nel turismo registri una variazione tendenziale in aumento pari all'1,8% rispetto allo stesso arco temporale precedente (dicembre 2022-marzo 2023) con un differenziale inflazionistico pari a un più 1% rispetto alla variazione dell'indice generale calcolato dall'Istat allo 0,8%. Ciò nonostante la riduzione congiunturale dell'indice dei prezzi al consumo turistico (da 123,7 di agosto 2023 a 118,3 di marzo 2024). Un andamento che tendenzialmente non può che ripercuotersi anche sulla spesa turistica con una contrazione di 7,8 punti percentuali, pari a oltre 1,3 miliardi di euro. A novembre del 2023, l'andamento in crescita su base tendenziale dell'indice generale dei prezzi al consumo Nic (per l'intera collettività nazionale) per il settore turistico italiano si deve prevalentemente all'incremento dei prezzi dei voli nazionali (+29%), dei pacchetti vacanza (19,9%), dei servizi di alloggio (+8,7%) con in testa gli alberghi (+9,3%) e del trasporto ferroviario (+8%). A seguire altre voci "condizionanti" il paniere turistico individuato dai ricercatori di Demoskopika tra cui spiccano per rilevanza il trasporto multimodale dei passeggeri (+5,7%), i servizi di ristorazione (+4,2%) e il trasporto di passeggeri su autobus e pullman (+4,2%). Analizzando ulteriormente i dati, infine, emerge che le tariffe dei voli nazionali aumentano (+29%) mentre quelle relative ai voli internazionali subiscono una contrazione pari all'11,9%.

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