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      Relazione DIA: ndrangheta assoluta dominatrice della scena criminale

       

       

      Relazione DIA: ndrangheta assoluta dominatrice della scena criminale

      13 apr 23 Per la sua coesa struttura, le sue capacità militari ed il forte radicamento nel territorio, la 'ndrangheta "si conferma oggi l'assoluta dominatrice della scena criminale anche al di fuori dei tradizionali territori d'influenza con mire che interessano quasi tutte le regioni (Lazio, Piemonte e Valle D'Aosta, Liguria, Lombardia, Trentino Alto Adige, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna, Toscana, Marche, Umbria, Abruzzo e Sardegna). Lo rileva la Direzione investigativa antimafia nella sua ultima relazione al Parlamento, che parla di 46 'locali' (gruppi criminali) censiti al Nord. Le proiezioni della 'ndrangheta si spingono anche oltre confine e che coinvolgono molti Paesi europei (Spagna, Francia, Regno Unito, Belgio, Paesi Bassi, Germania, Austria, Repubblica Slovacca, Romania, Bulgaria e Malta), il continente australiano e quello americano (Canada, Usa, Colombia, Perù e Argentina). "L'attività di prevenzione antimafia condotta dai prefetti, nella regione di origine e in quelle di proiezione - segnala la relazione - ha disvelato l'abilità delle 'ndrine d'infiltrare le compagini amministrative ed elettorali degli enti locali al fine di acquisire il controllo delle risorse pubbliche e dei flussi finanziari, statali e comunitari, prodromici anche ad accrescere il proprio consenso sociale". I clan calabresi continuano a rappresentare gli interlocutori privilegiati per i cartelli sudamericani. Negli ultimi anni, anche l'Africa occidentale, in particolare la Costa d'Avorio, la Guinea-Bissau e il Ghana, è diventata per le cosche di 'ndrangheta uno snodo logistico sempre più importante per i traffici internazionali di droga. Centrali, in questa attività, i porti di Gioia Tauro (per la Calabria) e quelli di Genova, La Spezia, Vado Ligure e Livorno per l'alto Tirreno.

      ndrangheta va contrastata in vista delle Olimpiadi

      La Lombardia "si appresta a vivere un singolare momento storico" per la "concentrazione di investimenti pubblici collegati all'imminente organizzazione" dei "Giochi Olimpici invernali di Milano-Cortina 2026" e per la "realizzazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza". Per questo c'è la "necessità di efficaci controlli preventivi" per contrastare l'interesse delle mafie. Lo scrive la Direzione Investigativa Antimafia nella sua ultima relazione al Parlamento. La "problematica", si legge nella relazione, "è fra le priorità delle Autorità giudiziarie e prefettizie lombarde, nonché degli Enti locali con la predisposizione di specifici protocolli nel solco dell'esperienza già adottata per Expo 2015". Dalla relazione, che ripercorre tutte le ultime indagini in Lombardia, emerge che nella regione la 'ndrangheta si conferma la mafia più forte e radicata. Mafia calabrese che ha mantenuto "un immutato assetto organizzativo" e che è presente con "25 locali", ossia cosche, e con una "camera di controllo" chiamata "la Lombardia" e in "collegamento con la casa madre reggina". Per quanto riguarda, poi, "l'usura e le estorsioni" nella regione "la scarsità delle denunce - scrivono gli investigatori - e delle evidenze giudiziarie fornisce limitati spunti di analisi e rende difficoltosa la mappatura delle aree regionali maggiormente interessate dal fenomeno".

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