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      Protesta dipendenti Consorzio Bonifica Trebisacce senza stipendio su tetto

       

       

      Protesta dipendenti Consorzio Bonifica Trebisacce senza stipendio su tetto

      02 nov 22 Si fa sempre più dura la protesta dei lavoratori del consorzio di Bonifica di Trebisacce, che da tempo sono in lotta per rivendicare il pagamento di sette mensilità arretrate. Dopo che dal 19 ottobre scorso presidiavano, incatenati, l'entrata della sede consortile, questa mattina due di loro sono saliti sul tetto della sede. "I lavoratori sono esausti, non ce la fanno più", ha detto Federica Pietramala, segretario comprensoriale della Flai, anche a nome dei colleghi della Fai Cisl, Antonio Pisani, e della Filbi Uil, Marco Stillitani. "I lavoratori - ha aggiunto - dal 19 ottobre scorso stanno presidiando, giorno e notte, pacificamente la sede consortile e si sono impegnati, a turno e con senso di responsabilità, a garantire l'acqua agli agricoltori. Oggi c'è stata una presa di posizione forte perché non ce la fanno più. C'è gente disperata che non sa più come andare avanti per garantire il mangiare ai propri figli. Ribadiamo, unitariamente come Flai, Fai e Filbi, che se il presidente non è in grado di governare l'ente, così come sta dimostrando di non saperlo fare, faccia un passo indietro, si dimetta e lasci il posto a chi metterà mano seriamente al consorzio e lo rilancerà. Il consorzio è fallito e il presidente deve prenderne atto", ha concluso Federica Pietramala anche a nome di Pisani e Stillitani.

      Arriva Vescovo, operai scendono

      Sono scesi dal tetto, grazie all'intervento del vescovo della diocesi di Cassano, monsignor Francesco Savino, i due lavoratori del Consorzio di bonifica di Trebisacce da tempo in lotta per rivendicare il pagamento di sette mensilità arretrate, erano saliti sulla copertura dell'edificio che ospita la sede consortile. Il presule che è vice presidente della Cei, appena appresa la notizia che i due operai erano sul tetto, si è recato sul posto e grazie all'autoscala dei Vigili del fuoco presenti sul posto ha raggiunto i due lavoratori assicurandogli tutta la propria vicinanza nella vertenza li ha convinti a scendere. "La situazione si fa sempre più difficile. Si sta consumando - ha dichiarato mons. Savino - un vero e proprio tradimento, una grossa ingiustizia nei confronti di questi lavoratori. E' ora di intervenire e che ognuno si assuma le proprie responsabilità. Da un momento all'altro la situazione può degenerare e può accadere qualcosa di imprevisto. Quando non viene riconosciuto un diritto acquisito dai lavoratori la democrazia è in crisi, anzi inesistente. Urge recuperare un rapporto equilibrato tra i diritti e i doveri"

      Sindacati: Cda Consorzio si dimetta

      I rappresentanti della Flai Cgil, Fai Cisl e Filbi Uil, Federica Pietramala, Antonio Pisani e Marco Stillitano, con una nota unitaria, chiedono ai consiglieri del CdA del consorzio di Bonifica di Trebisacce un'assunzione di responsabilità attraverso dimissioni co0llettive dall'organismo. "Un'assunzione di responsabilità - scrivono - che darebbe una risposta concreta a centinaia di lavoratori padri e madri di famiglia. Ricordiamo che è da settimane che, ininterrottamente giorno e notte con il susseguirsi di incontri sia con i rappresentanti della politica tutta (maggioranza ed opposizione) oltre che con i sindaci del territorio e il vescovo di Cassano, i lavoratori mantengono il presidio davanti la sede dell'ente Consortile". "Ci chiediamo - sottolineano i rappresentanti delle organizzazioni sindacali di categoria - che fine hanno fatto i membri del Consiglio di amministrazione del consorzio? Non sarebbe forse giunto, viste le sofferenze dei lavoratori, il momento di chiedersi perché si è arrivati a questa situazione debitoria fuori controllo e quali sono le proprie responsabilità in merito?". Federica Pietramala, Antonio Pisani e Marco Stillitani, con la nota congiunta, hanno, altresì, sottolineato ai quindici componenti del CdA del consorzio che "l'amministrazione di un Ente è sinonimo di responsabilità sia verso i propri dipendenti che verso le rispettive famiglie. Oggi questa responsabilità sembra completamente disattesa e ad avviso di tutti i lavoratori, vista l'incapacità di continuare a pagare i salari e stipendi garantendo quindi un futuro dignitoso, sarebbe il caso forse di fare un passo indietro attraverso una dimissione collettiva di tutti i consiglieri. Oggi un altro gesto eclatante con lavoratori che hanno rischiato la vita salendo sul tetto dell'ente consortile per gridare per l'ennesima volta il riconoscimento del loro diritto. Ci chiediamo - hanno concluso Federica Pietramala, Antonio Pisani e Marco Stillitani - cosa dovra' succedere per farsi ascoltare?".

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