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      Beni per 22 mln sequestrati da PS e Gdf a imprenditore della sibaritide

       

       

      Beni per 22 mln sequestrati da PS e Gdf a imprenditore della sibaritide

      30 mar 22 Dalle prime ore dell'alba è in corso un'operazione della Polizia di Stato, unitamente ai militari della Guardia di Finanza di Cosenza, finalizzata all'applicazione della confisca prevista dal Codice Antimafia, concernente beni, assetti societari e rapporti finanziari, per il valore di circa 22 milioni di euro, riconducibili a Giuseppe Borrelli, 52 anni, originario di Altomonte, imprenditore operante nell'area dell'alto ionio cosentino, nel cassanese e nella sibaritide ma anche con interessi nella città di Roma e zone limitrofe.

      "L'ingente sequestro di beni eseguito oggi dalla Polizia di Stato e dalla Guardia di Finanza, si colloca nell'ormai consolidata strategia di contrasto all'accumulazione illecita di patrimoni che da tre anni impegna la Direzione Centrale Anticrimine della Polizia di Stato, che prevede di affiancare alle investigazioni giudiziarie, le indagini preventive patrimoniali al fine di colpire - con l'applicazione delle misure di prevenzione patrimoniali - attività imprenditoriali e beni strumentali accumulati grazie ad investimenti di denaro di illecita provenienza". Lo afferma il direttore della Centrale Anticrimine, il prefetto Francesco Messina. "E' infatti in tale ambito - continua - che gli accertamenti patrimoniali, svolti congiuntamente dalla Divisione Anticrimine della Questura di Cosenza e dal Nucleo di Polizia Economico Finanziaria della Guardia di Finanza di quel Capoluogo, nel quadro della cooperazione disciplinata in questo settore dal protocollo operativo siglato tra la Polizia di Stato e la Guardia di Finanza nel febbraio del 2021, hanno consentito di individuare un soggetto collegato a cosche di ndrangheta che ha reinvestito - attraverso l'interposizione fittizia di stretti congiunti e terze persone - i proventi delle attività delittuose in beni e imprese attive nei più disparati settori imprenditoriali, per un valore complessivo di circa 22 milioni di euro. Diverse operazioni di polizia giudiziaria hanno formato oggetto di esame a cura degli organi proponenti e del Giudice della prevenzione; in particolare, indagini attinenti al reato di associazione a delinquere di stampo mafioso, eseguite nel 2007 e nel 2021 in provincia di Cosenza, hanno documentato legami del soggetto in questione con appartenenti a locali cosche di ndrangheta, che hanno attestato la sua pericolosità sociale "qualificata". Grazie alla proposta firmata congiuntamente dal Procuratore della Repubblica di Catanzaro e dal Questore di Cosenza è stato possibile colpire un patrimonio accumulato nel tempo che - in quanto illecitamente acquisito - inquinava il tessuto economico e sociale di quel territorio. Si tratta di una modalità operativa che connota ulteriormente, aumentandone la qualità, l'azione di contrasto a tutte le organizzazioni criminali strutturate, favorendo il contenimento del fenomeno e accelerandone l'eradicazione, in un futuro non troppo lontano. Proseguire nell'azione di contrasto preventivo all'accumulazione illecita di patrimoni, parallelamente alla rigorosa esecuzione delle tradizionali investigazioni giudiziarie, è una priorità della Direzione Centrale Anticrimine: sottolineo che, in tale strategia, oltre alle Autorità Giudiziarie interessate, rientrano a pieno titolo i Questori della Repubblica, anch'essi, come le prime, normativamente titolari del potere di proposta di misure di prevenzione patrimoniali".

      La Polizia di Stato, unitamente ai militari della Guardia di Finanza di Cosenza, nell’ambito di una strategia avviata dalla Direzione Centrale Anticrimine, ha dato esecuzione al decreto con il quale il Tribunale di Catanzaro - Ufficio Misure di Prevenzione - ha disposto il sequestro, finalizzato all’applicazione della confisca prevista dal Codice Antimafia, proposta dalla Procuratore della Repubblica di Catanzaro Direzione Distrettuale Antimafia, congiuntamente al Questore della provincia di Cosenza, concernente beni, assetti societari e rapporti finanziari, per il valore di circa 22 milioni di euro, riconducibili ad un imprenditore calabrese operante nell’area dell’alto ionio cosentino, nel cassanese e nella sibaritide ma anche con interessi nella città di Roma e zone limitrofe. Il sequestro di prevenzione ha riguardato la totalità delle partecipazioni di 11 società, con sedi rispettivamente in Altomonte, Roma, Cassano allo Ionio, San Lorenzo del Vallo, attive in plurimi settori merceologici ed, in particolare, raccolta, stoccaggio, trasformazione e smaltimento di rifiuti, edilizia specializzata, torrefazione, trasformazione e commercializzazione, all’ingrosso e al dettaglio, di caffè e prodotti affini, supermercati, compravendita immobiliare, servizi pubblicitari e marketing, compravendita e noleggio di autovetture e veicoli in generale e da corsa, produzione di birra artigianale con somministrazione e ristorazione, costruzioni di edifici residenziali e non, trasporto di merci su strada, “assunzione di appalti pubblici e privati per la progettazione e costruzione di opere”, fabbricazione e messa in opera di prodotti bitumosi. Sono stati, altresì, sottoposti a sequestro anche 58 veicoli industriali e non, compresi veicoli di grossa cilindrata, nella disponibilità del compendio aziendale nonché una villa di circa 400 mq, con annesso opificio, intestati al proposto e 90 rapporti finanziari. Si tratta di un provvedimento di natura cautelare, adottato ex art. 20 d.lgs. 159/2011, dal Tribunale di Catanzaro nell’ambito del procedimento di prevenzione avviato con la proposta di applicazione della misura di prevenzione personale e di quella patrimoniale della confisca, sulla base delle complesse indagini di natura economico-patrimoniale e finalizzate a verificare la provenienza dell’ingente patrimonio riferibile al destinatario del provvedimento e la sproporzione rispetto ai redditi dichiarati e alla attività lavorativa. L’indagine, finalizzata alla proposta congiunta del Procuratore di Catanzaro e del Questore di Cosenza, è stata svolta, nel quadro di una attività di cooperazione investigativa, dal Servizio Centrale Anticrimine della Polizia di Stato, dalla Divisione Polizia Anticrimine della Questura di Cosenza, dal Servizio Centrale Investigazione sulla Criminalità Organizzata e dal Nucleo di Polizia Economico Finanziaria di Cosenza della Guardia di Finanza. Le investigazioni riguardano le vicende patrimoniali e imprenditoriali, direttamente e/o indirettamente riconducibili al proposto, già in passato colpito da provvedimenti interdittivi antimafia, irrogati dal Prefetto di Cosenza nel 2016. Il procedimento di prevenzione, volto alla verifica della sussistenza dei presupposti per l’applicazione della misura di prevenzione personale e patrimoniale, è ancora in corso.

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