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      Celebrata in Calabria la Giornata della Memoria

       

      Il Prefetto di Cosenza depone corona al lager di Ferrmonti

       

      Celebrata in Calabria la Giornata della Memoria

      27 gen 22 Il Prefetto di Cosenza, Vittoria Ciaramella, in occasione del "Giorno della Memoria", si è recata nell'ex campo di internamento di Ferramonti di Tarsia per deporre una corona di fiori sul monumento dedicato alle persone che furono rinchiuse nella struttura. La manifestazione ha visto la presenza di numerosi sidnaci ed una delegazione della Provincia di Cosenza. Dopo la celebrazione religios ale la visita alla struttura un convegno ha ricordato il triste periodo dell'internamento nella struttura.

      Giorno memoria a Reggio Calabria

      Una riproduzione del cancello di ingresso del campo di sterminio di Auschwitz, con il funesto motto nazista "Arbeit macht frei" (il lavoro ti rende libero), il filo spinato e le forbici per tagliarlo. Reggio Calabria celebra cosi il suo Giorno della Memoria. Un'installazione artistica tra i palazzi istituzionali, tra le sedi della Città Metropolitana e del Comune, che ripropone l'orrore dell'olocausto nazifascista e la possibilità, per ogni cittadino, di contribuire a tagliare simbolicamente il filo spinato dell'odio. A dare per primi un colpo di tenaglia stamattina a piazza Italia sono stati i due sindaci facenti funzioni della Città metropolitana e del Comune di Reggio Calabria, Carmelo Versace e Paolo Brunetti. Un modo - affermano, in una nota, Versace e Brunetti - per ricordare le tante vittime del regime nazifascista, tentando di fare capire soprattutto ai più giovani l'orrore prodotto ai danni di milioni di persone, le sevizie, le privazioni, gli abusi, le esecuzioni di massa, in nome di un'ideologia malata che ha prodotto terrore e morte in Europa e nel mondo. Ma, soprattutto, perché quel filo spinato, simbolo dell'odio nazifascista, continua ad aggrovigliare ancora oggi tanti popoli in Europa e nel mondo, privati dei diritti essenziali che dovrebbero essere propri di ogni individuo e che vanno difesi dalle istituzioni internazionali". "Abbiamo voluto riprodurre l'ingresso del campo di sterminio di Auschwitz nel salotto buono della città - aggiungono i due sindaci - affinché più persone possibili potessero vederlo, avvolto dal filo spinato, dando l'opportunità ad ognuno di toglierne un pezzetto e contribuire così simbolicamente a liberare i popoli dal filo dell'odio e della violenza, dalla discriminazione e dal razzismo, riannodando invece il filo della memoria. Per non dimenticare gli orrori della follia nazifascista e per riaffermare ancora una volta, mentre venti di odio e di divisione ancora attraversano l'Europa, i valori supremi della libertà e della giustizia sociale, come termometro della lotta alle disuguaglianze e per la pace tra i popoli.

      Giorno Memoria a Catanzaro

      Il prefetto di Catanzaro Maria Teresa Cucinotta, nell'ambito delle iniziative commemorative in occasione del Giorno della Memoria, ha consegnato stamani la Medaglia d'Onore, riservata ai "Cittadini italiani, militari e civili deportati ed internati nei lager nazisti e destinati al lavoro coatto e per l'economia di guerra", che il Presidente della Repubblica ha concesso, alla memoria, a Martino Cardamone ed a Saverio Rotella, entrambi di Settingiano. Nel corso della cerimonia, che si è svolta in maniera ristretta, sono stati ricordati i momenti salienti della vita degli insigniti, profondamente segnati dai tragici eventi che hanno accompagnato parte della loro esistenza. In particolare, Saverio Rotella, nato a Settingiano il 22 ottobre 1921 e deceduto nel 2006 ha subito un periodo di detenzione in Germania, dall'8 settembre 1943 all'8 maggio 1945. Martino Cardamone, nato a Settingiano il 2 novembre 1908, appuntato nella Guardia di finanza, ha partecipato alle operazioni belliche del Secondo conflitto mondiale, nel 7mo Battaglione mobilitato in Albania per poi essere internato, dal 1943 al 1944, nel campo di concentramento di Meppen, situato in Germania al confine con l'Olanda e la Danimarca, da dove, successivamente, è riuscito ad allontanarsi aderendo alla Repubblica Sociale Italiana. Nel novembre dello stesso anno Cardamone fu accompagnato al Brennero e da lì condotto in un campo di internamento a Bologna, per poi essere trasferito nel Campo di Cuneo, dal quale nell'ottobre del 1944 riuscì ad evadere e ad aggregarsi alle brigate partigiane, che operavano in Val Camonica. E' morto a Settingiano nel 1972. Nell'occasione, è scritto in una nota, il Prefetto ha ribadito "l'importanza del valore della memoria, come momento fondante di ogni democrazia, in quanto conoscere e ricordare uno dei capitoli più bui della nostra storia e dell'umanità e tramandarne il ricordo alle nuove generazioni, è un dovere morale affinché quegli orrori, di cui oggi si rinnova la coscienza, non abbiano mai a ripetersi". Le decorazioni sono state ritirate da Orazio Valentino Cardamone, sia per il padre Martino che per Saverio Rotella, su delega del figlio di quest'ultimo, Mario.

      “Il giorno della memoria rappresenta per l’intera umanità un momento di preghiera e di intima riflessione. È fondamentale ricordare e raccontante soprattutto ai nostri ragazzi gli orrori atroci della Shoah. Affinché quanto accaduto non si ripeta mai più #27gennaio”. Lo scrive su Twitter Roberto Occhiuto, presidente della Regione Calabria.

      Segre, memoria aiuta a mantenere democrazia

      "Il 27 gennaio é il giorno più evocativo dell'anno. Spesso mi si chiede che cosa sia la memoria. Non esiste una risposta unica. Cio' che posso dire è che praticare la memoria aiuta a mantenere in buona salute la democrazia". Lo ha scritto la senatrice a vita Liliana Segre, sopravvissuta all'Olocausto, in un messaggio inviato agli studenti dell'istituto di studi superiori di Diamante, dove si é svolta un'iniziativa in occasione del "Giorno della Memoria". "Ma non è tutto. La Costituzione ci insegna - ha aggiunto la senatrice Segre - che non c'è giustizia senza libertà e non c'è libertà senza l'eguaglianza. L'eguaglianza è un sentimento che fa rima con tolleranza ed accoglienza . Ecco il punto. Quando ci si apre all'altro, si arricchisce il proprio patrimonio sentimentale , sociale, culturale e si diventa biodiversi e dunque più umani". Liliana Segre ha anche rivolto un "saluto particolare" alla redazione del giornale "Tra le pagine di un diamante", pubblicato dall'istituto scolastico che ha promosso l'iniziativa. Il periodico ospiterà nel prossimo numero il messaggio inviato dalla senatrice Segre. "Fate benissimo , giovani redattori - scrive Liliana Segre - a praticare l'arte della scrittura. È un autentico esercizio di libertà, garantito dall'articolo 21 della Costituzione. La libertà, il bene più prezioso, non è mai conquistata una volta per tutte. Va esercitata e voi, mi pare, abbiate trovato in questo senso la via maestra . Scrivete sempre. Siate militanti e buona memoria a tutti".

      Il 15 settembre 1935 venivano promulgate le leggi razziali di Norimberga: "iniziava così un percorso di segregazione, deportazione e sterminio di due popoli in Europa, ebrei e zingari, che si concluderà dieci anni dopo, nel 1945", ricorda mons. Gian Carlo Perego, arcivescovo di Ferrara-Comacchio e presidente Cemi e Fondazione Migrantes. "Se a tutti è noto il dramma della Shoah (con almeno sei milioni di ebrei morti) - prosegue -, meno conosciuto è quello del popolo dei rom e sinti, che ha avuto oltre 500mila vittime". "Questo genocidio è stato denominato Porrajmos, ovvero 'divoramento' - ricorda ancora mons. Perego -, termine con il quale si è voluto sottolineare la scomparsa silenziosa di migliaia di bambini, donne e uomini rom e sinti. Nel Giorno della Memoria, in cui ricordiamo tutte le vittime del nazismo e dei fascismi, la Fondazione Migrantes invita a non dimenticare lo sterminio delle persone e famiglie rom". Secondo il presidente di Migrantes, "gli studi storici ogni anno aggiungono numeri, volti e storie di violenze e morti nei diversi Paesi europei, soprattutto nei campi di concentramento di Kulmhof, Bialystok e Auschwitz, ma anche in Italia, e più precisamente a Perdasdefogu (Nuoro), ad Agnone (Campobasso), a Tossicia, ai piedi del Gran Sasso, a Ferramonti (Cosenza), a Poggio Mirteto (Rieti), nel manicomio dell'Aquila, a Gries (Bolzano)". Oggi, aggiunge, "vogliamo fare memoria di quell'irrazionalità diventata crimine di massa ma anche del fatto che molti rom, una volta liberati, diedero un contributo significativo alla nascita della democrazia nel nostro Paese". "Fare memoria - come hanno sottolineato nella loro dichiarazione il Cardinale Presidente e il Segretario Generale della Cei - aiuta infatti a superare paure e pregiudizi che si registrano ancora oggi nei confronti degli ebrei, dei rom e di altre persone e popoli con un'esperienza culturale e religiosa diverse, e che possono rischiare di alimentare nuove forme di violenze e di razzismo e non di preparare la costruzione di un mondo fraterno", conclude mons. Perego.

      Reazioni e Commenti:

      "Nel 'Giorno della Memoria' un pensiero commosso, mio e dell'Assemblea legislativa calabrese che rappresento, alle vittime della Shoah e dell'Olocausto. Si deve ricordare quell'immane tragedia per dovere di civiltà, ma soprattutto bisogna non dimenticare per sconfiggere ogni indifferenza ed educare al rispetto assoluto della persona umana i nostri giovani, affinché gli orrori che hanno travolto l'Europa negli anni Quaranta del secolo scorso non accadano più". Lo afferma il presidente del Consiglio regionale della Calabria Filippo Mancuso impegnato a Roma per l'elezione del Presidente della Repubblica.

      "Le indicibili crudeltà del nazifascismo non dovranno mai più ripetersi. La storia non va dimenticata', come ci ha detto Papa Francesco, il dovere e la responsabilità della memoria sono il seme della nostra democrazia, abbiamo il dovere di difenderla coltivando la conoscenza. Il Partito Democratico della Calabria non si sottrarrà a tale consapevolezza". Lo scrive il segretario regionale del Pd Calabria Nicola Irto sulla pagina facebook del partito calabrese.

      "Il 27 gennaio del 1945 l'Armata Rossa sovietica entrò nel campo di concentramento di Auschwitz e tutto il mondo vide l'orrore. Il 27 gennaio è il Giorno della commemorazione delle vittime della Shoah. Sei milioni di ebrei morti oltre a quattro milioni di altre vittime decedute nei 'campi di lavoro' nazisti. Ricordiamo per non dimenticare il punto più drammatico della follia umana, una strage senza senso per la quale non esiste alcuna spiegazione". Lo scrive in una nota Amalia Bruni, leader dell'opposizione in Consiglio Regionale. "Primo Levi - prosegue - si chiedeva 'Perché la memoria del male non riesce a cambiare l'umanità? A che serve la memoria?'. Ci serve per non dimenticare e per tenere alta la guardia, oggi e sempre, di fronte ai rigurgiti di razzismo, sia pure di piccoli gruppi estremisti e per tenere a bada quel sentimento di ostilità che qualcuno tenta di diffondere verso chi, fuggendo da guerre e fame, cerca una casa possibile. La cosa più importante che dobbiamo imparare oggi 'e' non dimenticare' per tramandare a coloro che verranno dopo di noi ciò che è accaduto durante la Seconda Guerra mondiale. Per essere certi che la pagina più buia dell'umanità non abbia a ripetersi. Non dimentichiamolo mai".

      "Il piacere di incontrare Liliana Segre a poche ore dall'appuntamento di pomeriggio quando, insieme al presidente della Regione Calabria Roberto Occhiuto, al presidente del Comitato che supporta la Candidatura di Diamante Capitale della Cultura 2024, prof. Eugenio Gaudio e al maestro Gerardo Sacco, consegneremo l'araba fenice a lei che ogni giorno ci dona insegnamenti preziosi". Così su Facebook il senatore IV Ernesto Magorno.

      "Settant'anni fa, il 27 gennaio del 1945, nel rigido inverno polacco, si aprivano alla libertà i cancelli del campo di concentramento di Auschwitz, abbattuti dalle truppe sovietiche. Nella giornata istituita per commemorare le vittime dell'Olocausto, il nostro pensiero è rivolto a chi non fece più ritorno a casa, chi ebbe per sempre segnata la propria vita". Lo afferma, in una nota, Il presidente di Anci Calabria, Marcello Manna, in occasione del "Giorno della Memoria". "Occorre una visione più ampia di condivisione collettiva - aggiunge - rispetto a temi su cui occorre un incessante lavoro di sensibilizzazione, da parte delle istituzioni in primis, affinché l'ignoranza venga debellata dalla memoria storica. Il dovere civico e storico della memoria deve essere pratica quotidiana per interpretare una realtà, oggi sofferente come allora, di un'Europa che ha trasformato il Mediterraneo, così come i confini tra paesi, nel cimitero che fu Auschwitz, insieme a tutti i campi di concentramento, nel secondo conflitto mondiale. Oggi, in quello che si delinea come dopoguerra della pandemia, bisogna garantire alle minoranze, donne e uomini di differente provenienza, uguali diritti, eliminando gli effetti dei fenomeni di discriminazione e disuguaglianza connessi al genere, all'immigrazione e alla povertà che caratterizzano le nostre latitudini coinvolte nel processo di globalizzazione". "È necessario ripartire dall'equità sociale e dai diritti costituzionali - conclude Manna - e bisogna farlo diffondendo la cultura della memoria affinché la storia non si ripeta".

      Alcuni scatti della manifestazione al lager di Ferramonti

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