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      Imprenditore di Petilia Policastro arrestato da Gdf per bancarotta fraudolenta

       

       

      Imprenditore di Petilia Policastro arrestato da Gdf per bancarotta fraudolenta

      18 gen 22 La Guardia di Finanza di Crotone ha arrestato e posto ai domiciliari un imprenditore, Francesco Camigliano, di 64 anni, di Petilia Policastro, con l'accusa di bancarotta fraudolenta. Sequestrate con l'ausilio dei finanzieri di Bologna anche due società con sede legale nella provincia di Crotone ma operanti nel territorio del capoluogo emiliano, ritenute strumento delle attività di Camigliano. Altre tre persone sono state denunciate per le medesime ipotesi di reato. L'arresto dell'imprenditore è stato fatto in esecuzione di un provvedimento di custodia cautelare, emesso dal Gip di Crotone su richiesta della locale Procura. In particolare il provvedimento fa riferimento al fallimento di una società di autotrasporti amministrata da Camigliano avvenuto a causa di un debito di oltre un milione e settecento mila euro realizzato attraverso una sistematica e pluriennale evasione fiscale e contributiva. Le indagini del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria di Crotone hanno consentito di rilevare che l'imprenditore, nella fase immediatamente antecedente al fallimento e allo scopo di eludere gli effetti della procedura concorsuale ha trasferito, anche mediante contratti di vendita simulati, i beni aziendali, tra cui 9 autocarri e i dipendenti ad una nuova società creata ad hoc e intestata a un suo familiare e si è appropriato, attraverso l'utilizzo strumentale di un conto corrente intestato a un avvocato di Bologna compiacente, di un credito commerciale di circa duecento mila euro e ha occultato la documentazione contabile della società fallita. Un analogo schema sarebbe stato adottato dall'imprenditore anche nella gestione della nuova società che, dopo aver accumulato debiti per oltre settecentomila euro nei confronti di Agenzia delle Entrate, Inps e Inail, è stata svuotata con la cessione di beni aziendali e forza lavoro. Inoltre sarebbe stata avviata una terza impresa con stessa sede operativa ma intestata ad un ex dipendente. Le società sequestrate, con un patrimonio di oltre 35 tra mezzi pesanti ed autovetture, sono state affidate ad un amministratore giudiziario nominato dal Tribunale di Crotone allo scopo di salvaguardare i diritti di lavoratori dipendenti, clienti e fornitori.

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