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      Ecomafie: Calabria 5a ha primato interdittive antimafia, Cosenza 2a in Italia per reati edilizi

       

       

      Ecomafie: Calabria 5a ha primato interdittive antimafia, Cosenza 2a in Italia per reati edilizi

      16 nov 21 La Calabria, in materia di criminalità ambientale, si colloca al quinto posto della classifica nazionale con 2.826 reati. E' quanto emerge dal Rapporto Ecomafie 2021 presentato oggi a Roma e che assegna alla regione il primato nazionale per le interdittive antimafia con ben 194 provvedimenti seguita da Campania (100), Sicilia (97) e Puglia (93). Il Rapporto analizza i dati frutto dell'attività svolta da forze dell'ordine, Capitanerie di porto, magistratura, insieme al lavoro del Sistema nazionale per la protezione dell'ambiente nato dalla sinergia tra Ispra e Agenzie regionali per la protezione dell'ambiente e dell'Agenzia delle dogane e dei monopoli.

      Cosenza al secondo posto in Italia reati edilizi

      Nel ciclo illegale del cemento la Calabria si colloca al quarto posto nazionale con 1.082 reati, con Cosenza al secondo posto della top ten nazionale con 271 reati, Reggio al quinto, Crotone al 13/mo e Vibo al 14/mo posto. In tema di ciclo illegale dei rifiuti, invece, la regione occupa l'ottavo posto con 456 reati. Dal 2002 ad oggi, tra le principali operazioni di polizia giudiziaria in materia ambientale, 39 hanno riguardato la Calabria di cui 25 dirette dalle procure calabresi e 14 dalle altre procure in cui è coinvolta la regione. Dall'operazione "Econox" del 20 aprile del 2002 a "Mala pigna" del 19 ottobre 2021, si contano 193 ordinanze di custodia cautelare emesse; 616 le persone denunciate, 74 le aziende coinvolte. Quattro le operazioni nel 2021: "Erebo Lacinio"; "Quarta Chiave", "Efesto 2" e "Mala pigna". Alla Calabria spetta il sesto posto invece nella classifica degli incendi ad impianti di trattamento smaltimento e recupero rifiuti che, dal 2013 ad oggi, in regione sono stati 88.

      Reggio 5a per reati fauna marina

      Per i reati contro la fauna marina e terrestre si ottiene il quinto posto con 527. Reggio quinta in Italia. Nella pesca illegale terzo posto con 374 reati. "La Calabria, tra i territori a tradizionale presenza mafiosa, - afferma Anna Parretta, presidente Legambiente Calabria - continua a mantenersi sempre nei primi posti delle classifiche per il ciclo illegale del cemento e dei rifiuti, degli incendi e per i reati contro gli animali. Ad incoraggiarci,peò, è il ruolo della magistratura e di quei cittadini che hanno deciso da che parte stare". "Non si deve assolutamente abbassare la guardia contro i ladri di futuro - dichiara Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente - a maggior ragione in un momento storico in cui dovremo spendere ingenti risorse pubbliche previste dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr). Va scongiurato in ogni modo il rischio di infiltrazioni ecomafiose nei cantieri per la realizzazione di opere ferroviarie e portuali, impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili e di riciclo dei rifiuti, depuratori, interventi di rigenerazione urbana, infrastrutture digitali, solo per fare qualche esempio delle opere che servono alla transizione ecologica del paese".

      32 i Comuni commissariati

      Preoccupa il numero dei comuni commissariati per ecomafia sino a oggi: 32, dei quali 11 sciolti nei primi nove mesi del 2021. Il mercato illegale è di 10,4 miliardi di euro (- 0,9% sul 2019). In crescita gli investimenti a rischio: 11,2 miliardi di euro (+2,6 sul 2019). I dati sono contenuti nel Rapporto sulle ecomafie di Legambiente. Sono stati 883 i procedimenti aperti per delitti contro l'ambiente (introdotti con la legge 68 del 2015), con 2.314 soggetti denunciati e 824 arresti. Il numero più alto di procedimenti - 477 - ha riguardato il delitto di inquinamento ambientale. Crescono però le procure che monitorano l'applicazione della legge. "Nonostante il lockdown c'è stato un ulteriore sviluppo delle violazioni del testo unico ambientale. Il primato è sempre in quelle regioni in cui sono radicate le mafie: sono specchio di quanto sia importante non contrastare più il singolo reato, perché questi sono reati che nascono da precisi programmi criminali", ha affermato il Procuratore nazionale antimafia Federico Cafiero De Raho.

      34.867 reati, 4 ogni ora, 46% illeciti in 3 regioni Sud

      L'Ecomafia non conosce lockdown: nel 2020, anno della pandemia di Covid-19, in Italia sono stati 34.867 i reati ambientali accertati (+0,6% rispetto al 2019), con una media di oltre 95 reati al giorno, 4 ogni ora. Lo denuncia il nuovo rapporto Ecomafia 2021, realizzato da Legambiente. In aumento le persone denunciate (33.620, +12%), le ordinanze di custodia cautelare eseguite (329, +14,2%), i sequestri effettuati (11.427, +25,4%). Scende il numero complessivo dei controlli, da 1.694.093 a 1.415.907 (-17% rispetto al 2019). Il 46,6% del totale nazionale dei reati ambientali accertati (16.262) si sono verificati in Sicilia, Campania, Puglia e Calabria, regioni dove la criminalità organizzata è storicamente radicata: 134 gli arresti, contro 86 nel 2019. Tra queste si inserisce il Lazio, che supera la Calabria con 3.082 reati (+14,5%). La Lombardia è la regione con il maggior numeri di arresti. Un quadro che il presidente nazionale di Legambiente Stefano Ciafani ha definito "preoccupante": "C'è un livello di attenzione troppo basso, a maggior ragione in un momento storico in cui dovremo spendere ingenti risorse pubbliche previste dal Pnrr. Alzare il livello dei controlli è fondamentale, così come completare e rafforzare il sistema normativo, ad esempio inserendo i delitti ambientali tra i reati per cui è possibile prorogare i termini di improcedibilità".

      +8,1% incendi boschi, meno reati rifiuti, più arresti

      L'emergenza sanitaria non ha bloccato gli incendi boschivi: 4.233, +8,1% rispetto al 2019. Poco meno di uno ogni ora i reati contro gli animali - 8.193, il 23,5% del totale di quelli ambientali - con 6.792 persone denunciate, oltre 18 al giorno, 5.327 sequestri e 33 arresti. Numeri comunque in difetto rispetto alla realtà. Lo denuncia il nuovo rapporto Ecomafia 2021, realizzato da Legambiente. A risentire del lockdown sono stati i reati relativi al ciclo dei rifiuti: -12,7% rispetto al 2019, ma più arresti (+15,2%). Reati in leggera flessione anche nel ciclo del cemento (-0,8%). Il valore complessivo del fatturato illegale sul traffico di rifiuti è stimato nel 2020 in 10,4 miliardi di euro (-09 sul 2019), mentre aumenta quello sugli investimenti a rischio in Sicilia, Calabria, Puglia e Campania, dagli appalti alla gestione dei rifiuti urbani, a quota 11,2 miliardi di euro. Fermi gli abbattimenti degli abusi edilizi: dal 2004 al 2021 emesse 57.250 ordinanze di demolizione, ma ne sono state eseguite solo il 32,9%, con significative differenze tra Nord e Sud. La Puglia ha il record negativo con il 4%. Aumentano i controlli sulle archeomafie (+32%) e diminuiscono i furti (-18%), le persone denunciate e gli arresti. Il Lazio, con il 14,7% del totale nazionale, è la regione dove si registra il maggior numero di furti, seguita da Puglia (11,6%), Toscana (10,6%) e Campania (9%). Per quanto riguarda le agromafie: il primo posto per numero di infrazioni accertate va alle importazioni di prodotti alimentari (8.786), seguito da quello sui prodotti ittici in generale (6.844). Nel corso del 2020 sono stati 293 i reati di caporalato accertati, 0,80 al giorno, sabato e domenica compresi, 254 le denunce penali e amministrative presentate e 43 gli arresti.Nel 2020 sono finite sotto sequestro più di 15 tonnellate di shopper di plastica prodotte con materiali non rispondenti ai requisiti di legge. Infine, il Commercio illegale dei cosiddetti F-gas, i gas refrigeranti più utilizzati nel mercato, dannosi per il loro effetto serra: in due operazioni a febbraio 2021 sono state intercettate oltre 14,5 tonnellate provenienti dalla Turchia ma prodotti in Cina. Secondo gli investigatori, l'Italia sarebbe al centro dei flussi illegali di gas refrigeranti introdotti in Europa, provenienti soprattutto dai corridoi dell'Est. (ANSA).

      Campania maglia nera

      Con 5.457 reati accertati di illegalità ambientale nel 2020, al ritmo di 15 reati al giorno, seppure con una leggerissima flessione degli illeciti (92 in meno rispetto al 2019), ma un incremento delle persone denunciate (ben 654, pari al 15,5% in più), degli arresti, più che raddoppiati (50 contro i 24 del 2019) e dei sequestri (131 in più nel corso del 2020), la Campania, secondo il rapporto "Ecomafia 2021. Le storie e i numeri della criminalità ambientale in Italia", raccolti da Legambiente nel suo report annuale dedicato alle illegalità ambientali, si conferma la regione dell''ecomafia a livello nazionale. Per il ciclo dei rifiuti è la Campania con 2.054 reati(+ 6,4 %, rispetto lo scorso anno) e quasi un quarto di quanto verbalizzato in tutto il paese, a guidare la classifica degli illeciti accertati nel 2020. Sono state 1947 le persone denunciate, 17 gli arresti e ben 896 i sequestri. Anche in questa filiera, la Provincia di Napoli con 522 reati accertati si conferma prima a livello nazionale. Non si sono fermati gli incendi agli impianti di trattamento, smaltimento e recupero con numeri da codice rosso: da quando Legambiente ha iniziato questa specifica attività di monitoraggio, nel gennaio del 2013, di incendi se ne sono contati 165. E' quanto emerge dal rapporto "Ecomafia 2021. Le storie e i numeri della criminalità ambientale in Italia", raccolti da Legambiente nel suo report annuale dedicato alle illegalità ambientali. Per il ciclo del Cemento. La Campania perde il triste primato a livello nazionale. Reati in leggera flessione 1.472 pari al 12,9% del totale nazionale ( erano 1645 lo scorso anno), con una crescita, però, delle persone denunciate (1.511, con un +22% rispetto al 2019), degli arrestati ben 17 contro i tre dello scorso anno. Napoli si conferma prima provincia in Italia con 368 reati. In Campania si registra che dal 2004 al 2020 è stato abbattuto solo il 19,6 % degli immobili colpiti da un provvedimento amministrativo: su 6.966 ordinanze di demolizioni sono state eseguite 1363. Continua a crescere il numero di inchieste censite da Legambiente sulla corruzione in ambito ambientale: in Campania nel periodo di rilevazione, che va dal 18 ottobre 2020 al 15 settembre 2021, sono state 65, con 277 persone denunciate,194 arrestate e 282 sequestri. Spostando il conto all'inizio del 2010, anno in cui abbiamo iniziato il censimento, la Campania conquista anche in questa filiera il triste primato nazionale con ben 165 inchieste intercettate dai nostri radar , gli arresti 785, le denunce 980, i sequestri 196. Allarme per gli incendi boschivi con la Campania maglia nera a livello nazionale con +43% del numero dei fenomeni incendiari in tutto il territorio regionale. Tra incendi dolosi, colposi e generici, lo scorso anno in Campania sono stati percorsi dalle fiamme 4.326 ettari di superficie boscata e non boscata: 705 i reati accertati pari al 16,7% del totale nazionale , 53 le persone denunciate per incendio doloso e colposo (erano 34 nel 2019), 5 quelle arrestate e 4 sequestri effettuati . La classifica provinciale degli incendi scoppiati nel 2020 vede a livello nazionale la Provincia di Salerno al secondo posto per numero di reati accertati: 335 tra incendi dolosi, colposi e generici. Sesta posizione per la Provincia di Avellino con 161 reati

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