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      Rinviato a giudizio l'ex Procuratore di Castrovillari Facciolla

       

       

      Rinviato a giudizio l'ex Procuratore di Castrovillari Facciolla

      19 ott 20 È stato rinviato a giudizio davanti al Tribunale di Salerno, competente per i reati che riguardano i procedimenti sui magistrati del distretto di Catanzaro, l'ex procuratore di Castrovillari Eugenio Facciolla, accusato di falso e corruzione. Lo ha stabilito il gup di Salerno, che ha adottato lo stesso provvedimento, per tutti i capi d'imputazione loro contestati, anche nei confronti del comandante della Stazione di Cava di Melis, maresciallo Carmine Greco; del poliziotto di Cosenza Vito Tignanelli, gestore di fatto della società di intercettazione Stm; della moglie di Tignanelli, Marisa Aquino, titolare della Stm; di Alessandro Nota, carabiniere in servizio a Cava di Melis, e della stessa società Stm. Il processo avrà inizio il prossimo 19 gennaio. Dall'l'indagine "Stige" erano emersi fatti di rilevanza penale che avevano indotto la Dda di Catanzaro a inviare le risultanze alla competente Procura di Salerno. Diverse le ipotesi di reato a carico delle persone per le quali è stato chiesto il rinvio a giudizio: il rilascio alla società di intercettazione Stm srl delle giustificazioni per le infrazioni al codice della strada; l'affidamento alla stessa società del servizio di intercettazione presso la Procura della Repubblica di Castrovillari; l'accusa di corruzione per avere conseguito quale vantaggio personale, per Facciolla, l'uso di un'utenza telefonica e la installazione di un sistema di videosorveglianza davanti alla propria abitazione; l'affidamento a terzi, con abuso della qualità, di atti processuali e dati giudiziari sensibili. Contestato anche il reato di falso materiale ed ideologico per avere predisposto una annotazione di polizia giudiziaria concordata con il maresciallo Carmine Greco, nonché la consequenziale condotta gravemente scorretta di interferenza tenuta nei confronti dei magistrati della Dda di Catanzaro titolari dell'indagine "Stige". Dopo l'arresto dell'imprenditore Antonio Spadafora nell'operazione "Stige", Facciolla e Carmine Greco, secondo l'accusa, avrebbero concordato la redazione di una annotazione nella quale fossero descritte le attività informative che Greco aveva acquisito mesi prima nel corso di interlocuzioni con Antonio Spadafora, documento risultato materialmente falso. Una condotta che rappresenta, secondo l'accusa, una grave scorrettezza anche nei confronti dei magistrati della Dda di Catanzaro - titolari del procedimento Stige - che stavano svolgendo indagini a carico di Antonio Spadafora e di Carmine Greco per il reato di associazione mafiosa.

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