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      Aumentano contagi (+5.901), terapie intensive (+62) e decessi (+41) in Italia

       

       

      Aumentano contagi (+5.901), terapie intensive (+62) e decessi (+41) in Italia

      13 ott 20 Tornano a salire i contagi da Covid in Italia: nelle ultime 24 ore si sono registrati 5.901 nuovi casi, contro i 4.619 di ieri, con 112.544 tamponi, circa 27mila più di ieri. Il totale dei contagiati, comprese vittime e guariti, sale a 365.467. In leggero aumento anche l'incremento delle vittime: 41 in un giorno, mentre ieri erano 39, per un totale di 36.246. Tra le regioni, l'incremento maggiore si registra in Lombardia: un nuovo caso su sei (1.080 su 5.901) è nella regione più colpita dal virus. Seguono la Campania (+635), Piemonte (+585), Lazio (+579), Veneto (+485), Toscana (+480). Nessuna regione fa segnare zero nuovi casi.

      Il trend dei nuovi casi di Covid-19 in Italia continua a crescere ormai da 10 settimane e i dati dell'ultimo bollettino del ministero della Salute non rassicurano, perchè i numeri ci riportano più vicini alla situazione della prima fase pandemica di marzo-aprile che al periodo di post lockdown. Tornano infatti a salire i contagi dopo il lieve calo di lunedì dovuto al minor numero di tamponi effettuati, sforando il tetto dei 5.900, e schizza il numero dei ricoveri in terapia intensiva, con 62 pazienti in più nelle ultime 24 ore. Quanto basta perchè i medici ospedalieri lancino l'allerta: se la crescita dei casi dovesse iniziare ad essere esponenziale, gli ospedali non reggeranno oltre due mesi. I numeri, dunque, non lasciano molti dubbi circa il fatto che il nuovo coronavirus sia tornato a correre anche in Italia, sia pure in modo minore rispetto ad altri paesi Ue: nelle ultime 24 ore si sono registrati 5.901 nuovi casi, contro i 4.619 di ieri, con 112.544 tamponi, circa 27mila più di ieri. Il totale dei contagiati, comprese vittime e guariti, sale così a 365.467. In leggero aumento anche le vittime: 41 in un giorno, mentre ieri erano 39, per un totale di 36.246. E' il numero più alto di vittime dallo scorso 17 giugno. Quanto alla distribuzione territoriale, l'incremento maggiore si registra in Lombardia dove si rileva un nuovo caso su sei, seguita da Campania (+635), Piemonte (+585), Lazio (+579), Veneto (+485), Toscana (+480). Nessuna regione fa segnare zero nuovi casi. E schizza l'aumento dei pazienti ricoverati in terapia intensiva: 62 in più per un totale di 514 (ieri erano 452). un numero che ci riporta al 26 maggio, quando nelle rianimazioni c'erano 521 pazienti ricoverati. Ed il quadro non è migliore nei reparti Covid ordinari, dove è stata superata la soglia dei 5mila ricoverati: sono 5.076, 255 più di ieri. Insomma, non è ancora emergenza ma l'allerta, soprattutto per gli ospedali, deve essere massima. Con i numeri attuali "gli ospedali italiani potranno ancora reggere almeno per 5 mesi ed al momento la situazione è gestibile, ma se dovessimo assistere ad un aumento esponenziale dei casi come sta accadendo in altri Paesi come la Francia allora il sistema ospedaliero avrebbe una tenuta di non oltre 2 mesi", afferma Carlo Palermo, il segretario del maggiore dei sindacati dei medici ospedalieri italiani, l'Anaao-Assomed. Se si passasse cioè dai circa 5mila casi di contagio giornalieri agli oltre 10mila come in Francia, rileva, "si rischia il crollo della prima trincea ospedaliera anti-Covid, perchè gli ospedali non sono pronti a far fronte ad un'epidemia esponenziale". "Già ora - avverte - si iniziano a registrare delle criticità, a partire dal personale sanitario carente e dalle strutture che non sempre garantiscono percorsi differenziati". Non solo: "Anche i reparti Covid ordinari cominciano a riempirsi, soprattutto al Sud, e questo è un segnale da non sottovalutare". Questi reparti, spiega, "si stanno riempendo perchè qui giungono i sempre più numerosi pazienti positivi che non possono effettuare il periodo di isolamento al proprio domicilio. Si tratta di pazienti nella maggior parte dei casi stabili o con sintomatologia lieve e che quindi non necessiterebbero di un ricovero ospedaliero, Non possono però restare nelle proprie abitazioni, quando non si hanno condizioni adeguate". Il punto, rileva, "è che mancano i necessari alberghi sanitari per questi pazienti e ciò sta portando ad un intasamento dei reparti". Ad ogni modo, sottolinea Palermo, va detto che la situazione a livello nazionale per le terapie intensive "per il momento è abbastanza tranquilla, anche se i ricoveri stanno aumentando. Abbiamo ad ora 6mila posti di terapia intensiva, cui se ne aggiungeranno altri 3.500 circa, le cui gare sono già partite. Inoltre, considerando che il 50% circa dei posti letto in terapia sub-intensiva, pari a circa 2mila posti, saranno utilizzati e adeguati per i pazienti Covid, in totale potremo disporre di circa 11mila posti letto tra terapie intensive e sub-intensive". Intanto, la strategia dei tamponi resta essenziale per rintracciare e limitare i focolai. ma proprio i tamponi, secondo l'ultimo rapporto Gimbe, rappresentano un tallone d'Achille: "Le attività di testing non sono state potenziate in misura proporzionale all'aumentata circolazione del virus, determinando un netto incremento del rapporto positivi/casi testati a livello nazionale che da metà luglio a metà agosto - conclude la Fondazione - è salito dallo 0,8% all'1,9%, per raggiungere nella settimana 5-11 ottobre il 6,2% con notevoli variazioni regionali".

      schizzano terapie intensive

      Schizza l'aumento dei pazienti ricoverati in terapia intensiva: in sole 24 ore ci sono 62 pazienti in più in rianimazione per un totale di 514 (ieri erano 452). Dal bollettino del ministero della Salute emerge anche che è stata superata la soglia dei 5mila ricoverati nei reparti ordinari: sono 5.076, 255 più di ieri. Gli attualmente positivi sono 87.193, con un incremento rispetto a domenica di 4.429: di questi 81.603 sono in isolamento domiciliare (+4.112). I dimessi e guariti, infine, sono 242.028, con un incremento di 1.428.

      Esperti: dati in peggioramento

      Su tutti i fronti i dati epidemiologici relativi ai casi di Covi-19 indicano una "situazione in rapido peggioramento". Gli esperti non hanno ormai dubbi in proposito e i numeri sono molto chiari, primo fra tutti il rapporto fra i casi positivi e i tamponi, che soltanto l'8 ottobre aveva superato il valore-soglia del 3% e che ora è oltre il 5%. Questo significa che, pur facendo una buona quantità di tamponi, sempre più persone positive continuano a sfuggire. "E' un indice del fatto che la situazione sta peggiorando rapidamente", ha detto all'ANSA il fisico Giorgio Sestili, fondatore e fra i curatori della pagina Facebook "Dati e analisi scientifiche". Basta considerare i dati degli ultimi sei giorni: "Solo giovedì 8 ottobre il rapporto era del 3,5% e il 9 era salito al 4,1, al 4,3% il 10 ottobre e da domenica 11 ha superato il 5%. In Italia non accadeva dal 27 aprile", ha osservato Sestili. In particolare l'11 ottobre il rapporto fra casi positivi e tamponi è stato del 5,2%, del 5,4% il 12 e del 5,3% il 13 ottobre. I 122.544 tamponi registrati in quest'ultima giornata segnano un aumento rispetto a quelli del giorno precedente, ma sono "al di sotto del picco di 133.000 della scorsa settimana". Accanto a questi numeri preoccupano gli esperti anche quelli dei ricoveri, soprattutto nelle unità di terapia intensiva: i 62 del 13 ottobre segnano quasi un raddoppio rispetto ai 32 del giorno precedente. Aumenta anche il numero dei deceduti, salito in 24 ore da 30 a 41. "Si conferma - ha rilevato Sestili - una situazione in forte peggioramento", che si spiega con la regolarità con cui, a distanza di circa dieci giorni, l'aumento dei casi positivi viene rispecchiato da ricoveri in terapia intensiva e decessi. Il balzo appena registrato dei ricoveri in terapia intensiva è quindi un effetto del salto che da 2.500 casi in poco tempo ci ha portato a 5.000". Un'impennata che non ha avuto un particolare detonatore, ma che si spiega con molte cause e in generale con la ripresa di attività lavorativa e scuole, che hanno portato a servirsi di più dei mezzi pubblici, e poi la movida e un rilassamento delle regole di prevenzione. E' dello stesso avviso il fisico Enzo Marinari, dell'Università Sapienza di Roma, per il quale "la salita dei casi positivi stava implicando una crescita del serbatoio di persone che avrebbero avuto problemi": è un fenomeno che le curve epidemiche mostrano con chiarezza. "Il problema - ha aggiunto - è che ora la malattia sta cominciando ad arrivare alle categorie più fragili. E' un momento difficile", del quale il rapporto fra casi positivi e tamponi è un segnale. Basti guardare a quanto accade in altri Paesi europei, dove il rapporto è ormai salito moltissimo: "Vuol dire che ormai il contact tracing non sta funzionando più e che il numero dei positivi è sottostimato". Preoccupa anche il fatto che "al Sud l'epidemia sta arrivando adesso". Per Marinari "è urgente studiare molto bene la situazione e trovare gli interventi giusti da fare, senza distruggere la produzione e senza chiudere le scuole, Quella dei mezzi pubblici, per esempio, è una situazione molto difficile, sulla quale ragionare introducendo delle limitazioni".

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