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      Coronavirus, Sileri: serve attenzione per Natale o curva risale

       

       

      Coronavirus, Sileri: serve attenzione per Natale o curva risale

      30 nov 20 Nonostante prosegua il calo dei contagi, "siamo lontani dal cantare vittoria. Sarà necessario un Natale diverso, altrimenti crescerà di nuovo la curva". Lo dice in un'intervista a 'La Stampa' il viceministro della Salute, Pierpaolo Sileri. Resta un'attenzione massima, che troverà concretezza nel prossimo Dpcm, "a partire dagli spostamenti tra Regioni, che dovranno essere limitati". Sileri pensa sia necessario vietare anche i viaggi tra regioni gialle: "Entro la fine di dicembre è verosimile che la maggior parte delle Regioni siano in fascia gialla e a quel punto sarebbero sufficienti i pranzi di Natale con dei positivi a tavola per rischiare una strage". Degli spostamenti verso le seconde case all'interno della propria regione "si sta discutendo. Il punto, in questo caso, è con quante persone si va nelle seconde case". Il coprifuoco "deve restare alle 22". I ristoratori "vanno liberati, facciamoli riaprire, ma dopo le festività natalizie. In questo momento dobbiamo continuare a dare ossigeno agli ospedali". Per ora "lascerei tutto così, congelato e a gennaio inizierei a valutare un allentamento delle misure per loro, ma anche per teatri e cinema". Il viceministro ricorda di essere sempre stato per "la scuola aperta. I dati mostrano che i contagi non avvengono negli istituti. Sarebbe auspicabile riportare in classe anche gli studenti delle superiori a partire da questa settimana se la curva dei contagi registrasse un calo deciso". Se invece il calo fosse moderato "è bene rimandare a dopo le feste". In primavera "potrebbe esserci una recrudescenza del virus, anche se non così forte. Per evitarla, in teoria, dovremmo avere almeno 8 milioni di persone già vaccinate". L'arrivo dei vaccini, "sarà un momento importante", ma saranno sempre i comportamenti a fare la differenza. Se arriveranno 20 milioni di dosi di vaccino (che non sarà obbligatorio) in 6 mesi, "vorrà dire che potremo vaccinare 10 milioni di italiani, la metà, perché per ogni dose di vaccino va fatto un richiamo. Credo che solo a ottobre avremo dei numeri sufficientemente alti".

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