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      Trovati anticorpi sintetici monoclonali per bloccare coronavirus, cure per fine anno

       

       

      Trovati anticorpi sintetici monoclonali per bloccare coronavirus, cure per fine anno

      16 mag 20 Trovati tre anticorpi monoclonali sintetici capaci di bloccare la principale arma del nuovo coronavirus, la proteina Spike con cui il virus invade le cellule, e sperimentarli sull'uomo è l'obiettivo del gruppo di ricerca guidato dai genetisti italiani Giuseppe Novelli, dell'Università di Roma Tor Vergata, e Pier Paolo Pandolfi, del Beth Israel Deaconess Medical Center, a Harvard University, in collaborazione con un gruppo canadese e uno indiano. Gli anticorpi sembrano avere un "altissimo potenziale applicativo e un alto potere neutralizzante", ha detto Novelli all'ANSA. Sono stati individuati grazie alla grande banca dati di anticorpi ricombinanti, la canadese Trac (Toronto Recombinanti Antibody Center). La ricerca condotta finora ha passato in rassegna i milioni di molecole conservate nella banca dati canadese, la stessa dalla quale era arrivato l'anticorpo monoclonale anti-Ebola, Alla fine ne sono state selezionate una decina con le caratteristiche migliori per contrastare l'azione del nuovo coronavirus. "Fra quelle selezionate, tre mostrano di avere i requisiti migliori, sono candidati fortissimi per diventare farmaci", ha osservato Novelli. "Sono tre anticorpi neutralizzanti - ha aggiunto - che si legano alla proteina Spike, modificane la struttura". L'idea, adesso, è di organizzare uno studio clinico multicentrico fra Canada, india e Italia. "Stiamo preparando il dossier relativo alla richiesta di sperimentazione e auspichiamo che i test clinici possano essere condotti nell'Università di Roma Tor Vergata e in collaborazione con l'Istituto Spallanzani", ha detto Novelli. "Stiamo inoltre cercando di "sensibilizzare istituzioni pubbliche, fondazioni e privati che volessero sostenerci nella sperimentazione". In vista dei test clini è infatti necessario provvedere anche alla produzione di piccole quantità del farmaco garantendo tutti i requisiti di purezza". Quanto al dossier da presentare all'Agenzia italiana del farmaco (Aifa) per la richiesta della sperimentazione clinica. Novelli ha detto che è in preparazione, in sintonia con Canada e India. La speranza è poter usufruire della corsia veloce prevista dall'Aifa per le ricerche su farmaci e vaccini anti Covid-19: "se tutto andrà bene - ha detto Novelli - i test potrebbero partire tra giugno e luglio" su piccoli gruppi di persone, cinque o sei al massimo per ogni centro clinico in Italia, a seconda delle indicazioni dell'Aifa". Gli anticorpi monoclonali, ha proseguito il genetista, "potrebbero essere i primi farmaci intelligenti contro il virus " e "non sono in competizione con il vaccino. Sarebbe importante averli in vista di ottobre", quando l'arrivo del freddo potrebbe far risalire il numero dei casi di Covid-19.

      Forse farmaci per fine anno

      Il primo farmaco contro il Covid-19 potrebbe essere un anticorpo monoclonale umano, che potrebbe essere pronto per la produzione industriale entro fine anno o i primi mesi dell'anno prossimo. Si tratta di un progetto italiano, come ha spiegato Rino Rappuoli, chief scientist e head of external R&D della Gsk vaccine, che lo sta sviluppando presso la fondazione Toscana Life Sciences con l'Istituto Spallanzani di Roma. Come ha spiegato Rappuoli nel dibattito online "Covid-19 prepariamoci al futuro", organizzato da Humanitas University, Istituto Nazionale dei Tumori e Università Bocconi, "siamo tra i primi al mondo a fare un farmaco monoclonale derivato dal sangue dei pazienti convalescenti, che ci viene fornito dallo Spallanzani. Da qui stiamo tirando fuori le cellule per gli anticorpi. Ne abbiamo già isolati tanti. Speriamo di cominciare la fase industriale, per poterli poi usare in ambito clinico, tra fine anno e i primi mesi del 2021". Potrebbe essere il primo farmaco ad arrivare per il Covid-19 e verrebbe dato subito a chi risulta positivo al Covid e agli operatori sanitari.

      Anticorpi monoclonali nuova arma

      Il primo era stato scoperto a metà marzo e in nemmeno due mesi gli anticorpi monoclonali, ossia molecole mirate contro il nuovo coronavirus, sono molto più di una promessa: sono armi intelligenti e specifiche per bloccare il virus, che l'Italia si sta preparando a sperimentare. "Siamo tra i primi al mondo a fare un farmaco monoclonale derivato dal sangue dei pazienti convalescenti, che ci viene fornito dallo Spallanzani", ha detto Rino Rappuoli, chief scientist e head of external R&D della Gsk vaccine, che lo sta sviluppando presso la fondazione Toscana Life Sciences con l'Istituto Spallanzani di Roma. Nel dibattito online organizzato da Humanitas University, Istituto Nazionale Tumori di Milano e Università Bocconi Rappuoli ha detto inoltre che dal sangue dei pazienti si stanno prelevando gli anticorpi. "Ne abbiamo già isolati tanti e - ha aggiunto - speriamo di cominciare la fase industriale, per poterli poi usare in ambito clinico, tra fine anno e i primi mesi del 2021". Potrebbe essere il primo farmaco ad arrivare per la Covid-19 e verrebbe dato subito sia ai malati, sia agli operatori sanitari. Sempre in Italia il gruppo del genetista Giuseppe Novelli, dell'Università di Roma Tor Vergata, sta collaborando con Pier Paolo Pandolfi, del Beth Israel Deaconess Medical Center dell'Università di Harvard, per chiedere l'autorizzazione alla sperimentazione clinica di tre anticorpi monoclonali sintetici capaci di bloccare la proteina Spike, principale arma cui il nuovo coronavirus invade le cellule. Gli anticorpi monoclonali "potrebbero essere i primi farmaci intelligenti contro il virus", ha osservato Novelli, e "non sono in competizione con il vaccino". Gli anticorpi sono infatti farmaci destinati a chi ha la malattia, mentre il vaccino preventivo è destinato agli individui sani. Per Novelli sarebbe importante avere i farmaci in vista di ottobre, quando l'arrivo del freddo potrebbe far risalire il numero dei casi di Covid-19. Le tre molecole, che sembrano avere un "altissimo potenziale applicativo e un alto potere neutralizzante", sono state selezionate grazie alla grande banca canadese di anticorpi ricombinanti, laTrac (Toronto Recombinanti Antibody Center). "Mostrano di avere i requisiti migliori, sono candidati fortissimi per diventare farmaci". L'idea è di organizzare uno studio clinico multicentrico fra Canada, india e Italia ed è in preparazione il dossier da presentare all'Agenzia italiana del farmaco (Aifa). La strada degli anticopri monoclonali specifici contro il sarsCoV2 è stata aperta a metà marzo con la scoperta del primo anticorpo monoclonale anti Covid-19 ottenuto dall'Università olandese di Utrecht. La molecola si chiama 47D11 e nei test in laboratorio si è dimostrata capace di neutralizzare il virus nelle cellule, attaccando la proteina Spike.

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