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      Magistrato arrestato per corruzione, davanti Gip per 4 ore, anche Pino Tursi Prato

       

       

      Magistrato arrestato per corruzione, davanti Gip per 4 ore, anche Pino Tursi Prato

      17 gen 20 È durato quasi quattro ore l'interrogatorio di garanzia del giudice Marco Petrini, arrestato mercoledì scorso con l'accusa di corruzione dalla Guardia di finanza nell'ambito di un'inchiesta della Procura della Repubblica di Salerno, competente sui procedimenti riguardanti magistrati del Distretto di Corte d'appello di Catanzaro. Petrini, presidente della seconda Sezione penale della Corte d'appello di Catanzaro e della Commissione provinciale tributaria, in più occasioni, secondo l'accusa, avrebbe accettato somme di denaro contante, oggetti preziosi e prestazioni sessuali in cambio di suoi "interventi" in processi penali, civili e in cause tributarie. Difeso dagli avvocati Agostino De Caro e Ramona Gualtieri, Petrini ha risposto a tutte le domande del Gip di Salerno, fornendo la propria versione riguardo gli addebiti contestatigli.

      Soldi frutto di un prestito

      Era frutto di un prestito il denaro trovato, nel corso di una perquisizione, nell'abitazione del giudice della Corte d'appello di Catanzaro, Marco Petrini, arrestato mercoledì scorso con l'accusa di corruzione in atti giudiziari. A spiegarlo è stato lo stesso magistrato nel corso dell'interrogatorio di garanzia cui é stato sottoposto dal Gip di Salerno, assistito dagli avvocati Agostino De Caro e Ramona Gualtieri, rispettivamente del Foro di Salerno e del Foro di Lamezia Terme. Petrini ha anche respinto l'accusa di essere stato legato ad un penalista di Catanzaro in una vicenda giudiziaria in cui l'avrebbe favorito. In realtà, ha riferito il giudice, con il penalista non c'é stato alcun intreccio illecito, tanto che in quella vicenda sono stati comminati tre ergastoli dopo che in primo grado due imputati erano stati condannati a trent'anni ed uno era stato assolto. Il giudice ha anche sostenuto che nessun provvedimento da lui adottato può essergli addebitato come illecito. Petrini ha anche replicato alla contestazione secondo cui non avrebbe ammesso l'esame di un pentito, Emanuele Mancuso, in forza di un "rapporto intimo" con una penalista. In quel processo, in realtà, ha sostenuto Petrini, furono ammessi altri cinque pentiti, mentre il collaboratore non ammesso era stato citato per fatti che nulla avevano a che vedere con quello in corso di giudizio. Lo stesso giudice ha aggiunto che in ogni caso quel processo si era concluso con una sentenza di condanna.

      Gip ascolta anche Pino Tursi Prato

      A Salerno si é svolto anche l'interrogatorio di garanzia dell'ex consigliere regionale Giuseppe Tursi Prato, anch'egli arrestato con l'accusa di corruzione nell'ambito della stessa operazione in cui é coinvolto il giudice Petrini. Secondo l'accusa, Tursi Prato avrebbe corrotto il giudice al fine di riottenere il vitalizio che aveva perso a causa di una condanna a sei anni di reclusione, comminatagli nel 2004, con interdizione perpetua dai pubblici uffici, per concorso esterno in associazione mafiosa. Difeso dall'avvocato Franz Caruso, Tursi prato ha risposto per circa un'ora alle domande del Gip in merito alle varie contestazioni di corruzione di cui é accusato.

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