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      Coronavirus, Borrelli: tutti i nuovi casi in zone circoscritte, non ci sono nuovi focolai

       

      Angeo Borrelli, Capo Protezione Civile

       

      Coronavirus, Borrelli: tutti i nuovi casi in zone circoscritte, non ci sono nuovi focolai

      24 feb 20 - "Non ci sono altri focolai oltre ai due in Veneto e in Lombardia già circoscritti". Lo ha detto il capo della protezione civile Borrelli in una conferenza stampa aggiungendo che "Il dato importante è che tutti i nuovi casi registrati oggi sono nelle aree della zona rossa", quella dei focolai già individuati". "Mi auguro non diventi pandemia. Credo che i valori in Italia siano contenuti in numeri ragionevoli e tali da non giustificare il mutamento da epidemia in pandemia". Ha poi affermato il capo della Protezione civile, Angelo Borrelli. "Nel pomeriggio è morta una persona di 75 anni di Castiglione d'Adda, che aveva diverse patologie e si conferma che tutti i deceduti" positivi al Coronavirus "avevano patologie pregresse".

      Casi rilevati in Italia presenti da giorni

      L'aumento progressivo dei casi del nuovo coronavirus rilevati in Italia non indica che l'epidemia si sta espandendo, ma che casi già presenti da almeno una decina di giorni ora vengono scoperti: lo ha detto all'ANSA il fisico esperto di sistemi complessi Alessandro Vespignani, direttore del Network Science Institute della Northeastern University di Boston. "I casi adesso vengono scoperti, ma erano già quasi tutti lì" e "i numeri - ha aggiunto - saliranno ancora per un po', ma l'epidemia non si sta espandendo". "I test che vengono fatti in questi giorni in Italia permettono di tracciare i contatti", ha proseguito Vespignani, e "non si può escludere che forse ci siano altri casi in incubazione, in quanto molte persone sono rimaste asintomatiche". E' anche possibile, ha aggiunto, che "quello che sta accadendo adesso in Italia possa accadere in futuro in altri Paesi. Quello che viene fatti in questi giorni in Italia "è un lavoro capillare di intercettazione": adesso "bisognerà capire realmente quante generazioni di casi ci sono, ossia va calcolato il tempo che trascorre da una generazione all'altra delle infezioni". L'approccio aggressivo con il quale l'Italia sta affrontando l'epidemia lascia inoltre immaginare, ha aggiunto, che "i casi possano raggiungere un plateau per poi cominciare a scendere". Di certo, ha sottolineato, "la cosa peggiore al momento potrebbe essere l'apertura di nuovi focolai: è un'eventualità che non si può escludere. Se questo dovesse accadere - ha concluso - senza dubbio la situazione diventerebbe più problematica".

      Sono 229 i contagiati in Italia

      Sono 229 i contagiati in Italia dal coronavirus, comprese 6 vittime ufficiali e una persona che è guarita. Il nuovo dato è stato fornito dal commissario straordinario Angelo Borrelli nel corso della conferenza stampa alla Protezione Civile. In Lombardia i casi di coronavirus sono 172 (5 vittime), 33 in Veneto (una vittima), 18 in Emilia Romagna, 3 nel Lazio (la coppia di cinesi ed il ricercatore già dimesso) e 3 in Piemonte. I positivi con virus sono 222, di cui 101 ricoverati con sintomi, 27 in terapia intensiva e 94 in isolamento domiciliare. Lo ha detto il capo della Protezione civile, Angelo Borrelli.

      Paura ferma l'Italia, turismo in crisi

      Non ti puoi neanche sposare con gli amici di una vita accanto, nell'Italia chiusa per coronavirus; solo "parenti stretti": i matrimoni con "concorso di popolo", hanno messo nero su bianco i vescovi di quella Liguria dove non c'è ancora un caso accertato, sono vietati. Fino a quando? E chi lo sa. Più che per colpa del Covid-19, l'Italia rischia di fermarsi per panico. Perché è evidente che il diritto alla salute, come ripetono tutti i politici a cominciare dal presidente del Consiglio, viene prima di tutto. E ci mancherebbe che non fosse così. Ma è altrettanto vero che, forse, qualcosa è sfuggito di mano. Se no non ci sarebbe stato l'assalto ai supermercati a Milano; se no la procura meneghina non avrebbe aperto un fascicolo con l'ipotesi di manovre speculative su mascherine e disinfettanti, vendute a prezzi folli su internet. E a poco servono le spiegazioni degli scienziati, i decaloghi su come comportarsi ripetuti come un mantra da tv, giornali e siti. Perché nell'era dei social e delle fake news, la parola di Maria Rita Gismondo, direttore del centro analisi del Sacco di Milano - tanto per citare qualcuno che le cose le sa - secondo la quale si "è scambiata un'infezione appena più seria di un'influenza per una pandemia letale", vale quanto quella del signor X che diffonde tesi complottistiche su Facebook o del signor Y che si chiede perché il governo non chiude le moschee, come se a diffondere il virus fosse chi è di religione islamica. Così alla fine il buon senso è spazzato via dalla paura. E in un attimo succede che il governatore della Basilicata Vito Bardi - un ex generale della Gdf - trasformi chi arriva a Potenza e dintorni dalla Lombardia e dal Veneto, ma anche da Piemonte, Liguria ed Emilia Romagna in quasi appestato: 14 giorni di quarantena per tutti, anche se vieni da città dove non c'è traccia del virus. Così succede che il governatore delle Marche Luca Ceriscioli prima annuncia la chiusura di tutte le scuole, non si capisce bene perché, e poi dopo una telefonata del premier Conte se lo rimangia. Così succede che un altro governatore, quello del Friuli Massimiliano Fedriga, prometta quarantena per "tutti i migranti irregolari che verranno rintracciati". E vien da chiedersi perché un immigrato della Costa d'Avorio o del Bangladesh dovrebbe essere più a rischio di un imprenditore trevigiano. O bergamasco. L'Italia chiusa per paura non risparmia nessuno. Teatri, musei, scuole e università del nord sono serrati da ieri. Ad Acqui Terme hanno sbarrato pure gli oratori e svuotato le acquasantiere. Si ferma anche lo sport: rugby e pallavolo. La serie A no, quella non può fermarsi: business is business. Dunque si gioca a porte chiuse, anche il big match Juve-Inter. Pub e discoteche della Lombardia devono chiudere alle 18: ma la domanda è quale sia la discoteca che è aperta prima delle 18. I cinema, quelli ancora aperti, vanno deserti: -44% nell'ultima settimana. E se al nord tutto sommato si può capire, a Palermo andrebbero chiesti lumi ad uno psicologo. Per il turismo, è una Caporetto. A febbraio c'è il Carnevale, le settimane bianche, le gite. "La situazione è fuori controllo e di una gravità assoluta" si dispera la Fiavet. Anche la Giustizia fa i conti con la paura e succede che la legge non è più uguale per tutti. In Valle d'Aosta e Piemonte i tribunali hanno adottato una sorta di discriminazione territoriale: se sei un imputato del resto d'Italia, il processo segue il suo corso; se vieni da Lombardia e Veneto, l'udienza slitta di "almeno 2 mesi". All'andazzo generale si adegua anche il Vaticano. A metà pero: rinviati tutti gli eventi "in luoghi chiusi e con afflusso rilevante di pubblico" dice la sala stampa. Però i musei vaticani restano aperti. A Padova, la basilica del Santo sospende messe e benedizioni. Mai successo dall'epoca di Napoleone. "Sembra di essere atterrati sulla Luna" dice sconsolato Fra' Renato. In una situazione simile potevano mancare gli sciacalli? Certo che no. Ci sono quelli travestiti da volontari, denuncia la Croce Rossa, che vanno in giro proponendo test domiciliari sul coronavirus. E ci sono gli emuli di Vanna Marchi. "E' già pieno di ciarlatani - come giustamente li definisce il professore di igiene all'università di Pisa Pier Luigi Lopalco - che cercano di vendere rimedi naturali, omeopatici che promettono di renderci immuni da questa infezione". E allora forse, in questo clima d'isteria collettiva, Osho è il più lucido di tutti. L'ultima vignetta ritrae uno spacciatore e un cliente. "Che voi hashish o cocaina?" dice il primo. "Amuchina gel" risponde l'altro.

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