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      Sequestrati dalla DDA beni a esponenti clan Piscopisani

       

       

      Sequestrati dalla DDA beni a esponenti clan Piscopisani

      05 feb 20 Personale delle Squadre Mobili di Vibo Valentia, Catanzaro, Bologna e del Servizio Centrale Operativo sta dando esecuzione ad un decreto di sequestro preventivo emesso, in via d'urgenza, dalla Dda di Catanzaro, nei confronti di alcuni esponenti del clan dei "Piscopisani" già raggiunti il 9 aprile dello scorso anno da ordinanza di custodia cautelare in carcere nell'ambito dell'operazione "Rimpiazzo". Il provvedimento riguarda numerosi beni mobili e immobili, società e imprese individuali nelle province di Vibo Valentia e Bologna, quote societarie, la cui titolarità è riconducibile a persone indagate, a vario titolo, per i reati di associazione per delinquere di tipo mafioso, concorso esterno in associazione mafiosa, estorsione, danneggiamento, favoreggiamento personale, detenzione e porto illegale di armi ed esplosivi, traffico e spaccio di sostanze stupefacenti e intestazione fittizia di beni, tutti aggravati dal metodo mafioso.

      Confiscati beni per 2.5

      Ammonta a 2,5 milioni di euro il valore complessivo dei beni mobili e immobili sequestrati dalla Polizia di Stato, su disposizione della Dda di Catanzaro, a carico di esponenti del clan dei "Piscopisani". Il provvedimento ha riguardato quote della società "Ritadele sas" riconducibili a Giovanni Battaglia, di 37 anni di Vibo Valentia, attualmente detenuto; fabbricati e terreni, il patrimonio aziendale della "Brogna Auto" di Vibo Valentia, di proprietà di Giuseppe Brogna (62), detenuto; un appartamento e diversi terreni nel territorio di San Gregorio d'Ippona riconducibili a Stefano Farfaglia, (37) di Vibo, detenuto; alcuni fabbricati e l'intero patrimonio aziendale del panificio "San Pio" di Ionadi, riconducibile a Nazzareno Fiorillo (65), detenuto; appartamenti ubicati tra le province di Vibo e di Bologna ed intestati a Maria Concetta Immacolata Fortuna (62); il "Baretto", a Piscopio, di proprietà di Nazzareno Galati (31) e il locale "Mamma non vuole", di Vibo Valentia, di proprietà di Benito La Bella (32) al quale sono stati sequestrati anche un'automobile e un appartamento. "Il tutto - ha affermato il questore di Vibo, Annino Gargano - rappresenta l'ulteriore tassello dell'operazione 'Rimpiazzo' dell'aprile 2019. I provvedimenti, concomitanti con l'avviso di conclusione delle indagini preliminari, sono frutto della sinergia della polizia di Stato messa in campo tra i vari reparti, in questo caso le Squadre Mobili di Vibo e Catanzaro con l'attività specialistica offerta dalla sezione analisi patrimoniali dello Sco di Roma". "Si è trattato di indagini molto molto complesse, lunghe e particolari - hanno detto ancora gli investigatori - e per questo motivo spesso non coincidono con le indagini classiche in quanto serve l'ausilio di personale in grado di leggere i flussi finanziari, bilanci e capire dove le organizzazioni criminali nascondono i proventi illeciti. L'inchiesta 'Rimpiazzo' ci aveva permesso di accertare il tentativo dei piscopisani di scalzare i Mancuso da Vibo e come la principale fonte di approvvigionamento fossero le rapine e le estorsioni i cui proventi sarebbero stati impiegati nella compravendita di droga, in particolare di cocaina".

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