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      Inchiesta Fincalabra, Gip respinge archiviazione per Oliverio

       

       

      Inchiesta Fincalabra, Gip respinge archiviazione per Oliverio

      01 feb 20 Il gip del Tribunale di Catanzaro Antonio Battaglia ha rigettato la richiesta di archiviazione, avanzata dalla Procura di Catanzaro, nei confronti dell'ex governatore della Calabria Mario Oliverio in relazione alla rimozione, nel 2014, dell'allora presidente di Fincalabra Luca Mannarino attraverso la procedura dello spoil system, disponendo entro dieci giorni la formulazione del capo d'imputazione per abuso d'ufficio. Secondo il gip, pur condividendosi le argomentazioni del pm circa la legittimità dello strumento dello spoil system, poi bloccato dalle decisioni del Tar e del Consiglio di Stato, "lo stesso non può dirsi per le successive iniziative tese a dare seguito agli originari propositi di ricambio del cda, ricorrendo, tuttavia, a evidenti violazioni delle disposizioni normative in ordine alle nomine di competenza regionale". Le nomine nel cda della società finanziaria in house della Regione Calabria, sempre secondo il gip sarebbero state effettuate "in termini strettamente privatistici con finalità tese a recare vantaggio a terzi con altrui danno" nell'ambito di una vicenda "meritevole di un vaglio processuale". "La condotta del Presidente Oliverio - è scritto in una nota diramata dallo stesso ex presidente della Regione Calabria - è stata cristallina e passata direttamente al vaglio della Corte dei Conti e della Procura di Catanzaro che hanno ritenuto rispettivamente di condannare il Mannarino per i gravissimi danni causati alla Regione e rinviato a giudizio per i reati conseguenti. Questi i fatti a conferma della azione di Governo del presidente Oliverio improntata a rigore e bonifica dei guasti generati, ereditati da decenni di malgoverno che ha prodotto non poche degenerazioni nell'uso delle risorse pubbliche. Una lunga stagione di cui la Calabria ancora porta le ferite". "Con provvedimento del 2015 del Presidente della Regione, il dott. Luca Mannarino - è detto ancora nella nota del presidente Oliverio - veniva dichiarato decaduto dall'incarico di Presidente della spa Fincalabra per scadenza dell'incarico e veniva nominato contestualmente il nuovo presidente. Avverso il provvedimento di nomina del nuovo presidente, Mannarino proponeva ricorso al Tar. Conseguentemente la Regione si costituiva proponendo ricorso davanti alle Sezioni Unite della Cassazione, eccependo la giurisdizione ordinaria. La Cassazione aderiva a tale eccezione. Intanto il Collegio dei Revisori della spa Fincalabra rimetteva relazione al presidente della Regione, con cui si rilevava la responsabilità di Mannarino per un grave danno economico subito dalla società, per aver impropriamente impegnato rilevanti somme (circa 46 milioni di euro) del fondo regionale di 'ingegneria finanziaria' in palese violazione dell'accordo di programma, stipulato con la Regione Calabria, ponendo in essere una gravissima violazione delle norme, manifestando la mancanza dei requisiti di avvedutezza e capacità richieste per lo svolgimento della carica di amministratore di una società, tali da determinare la cessazione di qualsiasi rapporto fiduciario". "Il presidente, quindi - riporta ancora il comunicato - emanava, così, nuovo provvedimento di revoca di Mannarino per giusta causa con atto dell'8 gennaio 2016. Con delibera del 25 febbraio 2016 l'Assemblea dei soci della spa Fincalabra confermava la revoca per giusta causa di Mannarino e promuoveva giudizio di responsabilità nei suoi confronti e degli amministratori. Di conseguenza, la Corte dei Conti con sentenza del 19 dicembre 2018 n.428 condannava Mannarino a risarcire i danni in favore della Regione per circa un milione e cinquecento mila euro con contestuale sequestro dei beni di pari importo. Nelle more la Procura del Tribunale di Catanzaro rinviava a giudizio Mannarino e tutto il Consiglio di Amministrazione per il reato di peculato".

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