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    Ateneo Controverso “Unical prossima al collasso”

     

     

    Ateneo Controverso “Unical prossima al collasso”

    01 ott 10 “L'Università della Calabria (come il resto delle Università Italiane) riapre ma rischia di essere chiusa, vuota, un deserto, un luogo sempre più privato, privato di senso. L'università dei tagli e della crisi è una non-università svuotata nei servizi, nella didattica e nella ricerca. E’ quanto scrive in una nota il laboratorio politico dell’Universita’ della Calabria, “Ateneo Controverso”. “In un contesto del genere –e’ scritto- riteniamo inadeguate le pratiche di contrasto al DDL Gelmini proposte dal corpo accademico e dalle varie facoltà. Ci chiediamo quando arriverà il momento di radicalizzare le pratiche di lotta, senza limitarsi a riproporre pallide iniziative di protesta che hanno dimostrato la loro inefficacia e che assomigliano sempre più a sterili proclami di facciata. Proponiamo che si apra una discussione allargata con gli studenti volta a sensibilizzare anche le famiglie. Cosa, tra l’altro, proposta da noi studenti e dalle stesse facoltà in primavera, quando si pensava di dedicare le settimane lasciate vuote dallo slittamento dell’anno accademico alla sensibilizzazione e alla discussione. In un momento così delicato per il mondo dell’università, non si possono mostrare tentennamenti! Bisogna– valutando e condividendo, nelle varie assemblee aperte, innanzitutto una modalità di protesta proficua - “bloccare” l’inizio di un anno accademico che, a causa della mancanza di risorse, presenterebbe un’offerta didattica dequalificata, senza nascondersi dietro il senso di responsabilità e dietro il dovere morale di assicurare l’avvio delle lezioni, garantendo un presunto Diritto allo Studio degli studenti calabresi. Il vero dovere morale di tutti i soggetti universitari, oggi, è quello di difendere la natura pubblica dell'università, la qualità della stessa in termini di didattica e di ricerca, la funzione sociale dell’istruzione, il vero valore della conoscenza. Cose d’altronde dette, ribadite e pubblicamente sottolineate prima che si approvassero, nelle varie facoltà e soprattutto a Lettere e Filosofia, in modo incerto i manifesti degli studi dell’a.a. 2010/2011 con la presunta indisponibilità, di una buona parte di ricercatori e docenti, a ricoprire incarichi didattici! Pratica, quella del blocco dell’anno accademico, che dovrebbe essere estesa a tutto il territorio nazionale come unico strumento di lotta opportuno, con l'obiettivo di costruire un fronte di lotta compatto volto a bloccare seriamente e concretamente una riforma che non riteniamo emendabile e che deve essere rigettata nella sua totalità. Il corpo accademico deve assumersi questa responsabilità nei confronti degli studenti, non avrebbe senso e non gioverebbe a nessuno garantire il regolare decorso dell’anno accademico in una situazione che precipita verso il baratro.

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