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    Assolti i 5 attivisti denunciati all’Unical

     

     

    Assolti i 5 attivisti denunciati all’Unical

    18 giu 10 A distanza di un anno il GIP del tribunale di Cosenza assolve con formula piena i 5 attivisti, denunciati durante la visita del Presidente Napolitano all’Unical, riconoscendo di fatto l’assoluta inconsistenza delle accuse avanzate agli imputati. A darne notizia una nota firmata Ateneo Controverso Unical e Unione degli Universitari Cosenza. “Negli ultimi anni - è scritto nella stessa nota - l'Italia e la città di Cosenza, passando anche dall’Università della Calabria, sono state investite da un'ondata repressiva senza precedenti. Non ci stiamo riferendo ad operazioni di contrasto alle grandi organizzazioni criminali e mafiose né tanto meno alle indagini contro tutti i livelli dell'amministrazione che, dalle famigerate questioni ambientali calabresi irrisolte ed occultate alle inutili cattedrali nel deserto buone solo ai soliti speculatori che continuano a smembrare l’intero territorio regionale, hanno disvelato il sistema di corruzione e speculazione su cui si reggono. Centinaia di denunce, arresti e misure cautelari si sono abbattuti su tutti i soggetti sociali che si oppongono ai poteri forti dell'intero Paese. Ne è testimonianza ciò che è avvenuto lo scorso anno, dove, in occasione dell’inaugurazione dell’A.A. 2008/2009 dell’Università della Calabria alla presenza del Presidente della Repubblica Napolitano, sono stati denunciati 5 attivisti cosentini, colpevoli solo di aver manifestato il proprio dissenso! QUELLA MATTINA L'UNICO ABUSO LO HA COMMESSO LA DIGOS E IL RETTORE GIOVANNI LATORRE! Tutti questi fatti repressivi non possono essere considerati singolarmente ma fanno parte di un progetto di gestione della crisi che, attraverso il Pacchetto Sicurezza, esplicita il suo carattere autoritario. Partendo da Genova 2001 questo paese sta vedendo l’opposizione sociale continuamente obbligata a fare i conti con una repressione dura e pesante. Repressione che è arrivata fino all’Unical, con l’intento celato della questura e del capo della digos Alfredo Cantafora (non nuovo a sparate di questo tipo, basti ricordare le fantasiose ricostruzioni dei giorni di Genova) di colpire il movimento studentesco sperando che 5 denunce avessero potuto fermare quella grande onda di opposizione sociale e politica! A fronte dell’ennesimo attacco a giovani attivisti (e ne è conferma anche il recente sgombero a viale Trieste) la Procura della Repubblica di Cosenza ha l'obbligo giuridico e morale di aprire inchieste serie sulla conduzione e direzione della DIGOS cosentina! Troppi gli abusi, troppe le incompetenze, troppa arroganza nei comportamenti, troppi errori investigativi! Non siamo disposti ad accettare che la crisi economica, sociale, ma soprattutto morale, venga risolta a colpi di denunce nei confronti di chi porta avanti battaglie in favore delle fasce più deboli della popolazione! E non vorremmo sentir risuonare nell’aria ancora una volta le parole di Kafka: “Qualunque impressione faccia su di noi, egli è un servo della legge, quindi appartiene alla legge e sfugge al giudizio umano.”

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