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      Gianluca Di Marzio: Succederà perchè lassu qualcuno ci ama

       

       

      Gianluca Di Marzio: Succederà perchè lassu qualcuno ci ama

      11 ago 22 Tra i passaggi della presentazione del Cosenza Calcio c'è quello, a nostro avviso, più bello e pregnante: il toccante ricordo di Gianluca Di Marzio di Cosenza, la sua Cosenza vissuta da ragazzino. Una storia raccontata coi goccioloni agli occhi e il groppo in gola. Il ricordo di quel Cosenza che conquistò la B, con suo padre al timone, ricordo indelebile di lui giovanotto che visse dentro l'ambiente quegli anni incantati. Un pezzo di storia ancora viva nei ricordi di tanti cosentini amanti del pallone e non. Un ricordo di cinque minuti che vi riproponiamo per intero:

      "Cosenza per me è 'u Cusenza'. Quel boato Lupi Lupi, che partiva alle spalle della panchina di papà e risuonava per tutto lo stadio. Si sentiva la terra tremare. Quella formazione che era una cantilena: Simoni, Marino, Giansanti, Castagnini, Schio, Giovannelli, Galeazzi, Bergamini, Lucchetti, Urban Padovano. Allenatore signor Gianni Di Marzio. Quell'amore a distanza che non si è mai spezzato, neanche nei momenti più duri. Perchè il primo risultato da chiedere era sempre: Ma che ha fatto il Cosenza? Adesso chiamiamo subito giù, per sapere come hanno giocato. Per sapere un pò l'aria che tira.

      Mai più prigionieri di un sogno

      Cosenza è per me lo striscione con la Nocerina: "Mai più prigionieri di un sogno". E poi "L'uomo Del Monte ha detto B", Padre Fedele in curva, i Nuclei Sconvolti. Io ragazzino che stavo vicino la panchina e conoscevo i cori degli Ultrà a memoria. Il ritorno di notte da Monopoli, pioveva, erano le due e mezza, lo stadio era tutto pieno. Le lacrime mie e di mia madre quando papà abdò via dopo la prmozione, all'improvviso. E poi le camicie a fiori e il pizzetto perchè dovevo imitare Michele Padovano.

      A Salerno con i cellulari della polizia

      I calcioni presi da Urban a Salerno in quella vittoria incredibile al Vestuti. Molti di voi non erano nati. Quante volte me l'avevano raccontata Ferroni e Gigi Simoni. La squadra arrivò allo stadio quaranta minuti prima prima del fischio d'inizio, oggi sarebbe impensabile, nelle camionette della polizia. Cioè pensate il Cosenza arrivò al Vestuti nelle camionette della polizia perchè all'esterno dello stadio era tutto bloccato dai tifosi avversari.

      Il ricordo dei tanti che non ci sono più

      E poi Cosenza per me era la limonata che mi preparava al San Vito Iazzolino, buonanima, il magazziniere, assieme a Roberto Loria. La scritta "Marinooooooo" qualcuno di voi forse se la ricorda era appesa negli spogliatoi. Ciccio Marino era il bersaglio preferito da papà. Cosenza è per me anche dolore, tristezza e rabbia per le tante anime buone che hanno perso la vita lungo la strada rossoblù. Il professor Giancarlo Rao, il presidentissimo Carratelli, Santino Fiorentino, che è stato l'ultimo a lasciarci nei giorni scorsi. E i tre simboli eterni di un amore infinito: Massimiliano Catena, Gigi Marulla, Denis Bergamini per il quale oggi, noi tutti, chiediamo verità e giustizia.

      Denis, Gigi, Massimiliano

      Come non ricordarsi i ritiri a Vipiteno e a Bressanone. Il Motel Agip dove la squadra andava in ritiro. Mamma quanti spaghetti al pomodoro, quante crostate ho mangiato in quell'albergo la domenica alle 11 insieme ai giocatori, perchè volevo sentirmi uno di loro. E ricordo anche la chiesa dove andavamo a messa vicino al motel Agip. E poi il giornalino, non so se c'è ancora, forse ce ne erano due, quelli che davano la domenica assieme ai giornali. Il cinema dove i ragazzi andavano al sabato. Là dove Denis uscì per l'ultima volta in questa città che è la sua città. La folla incredibile che era presente ai suoi funerali. A quelli di Gigi, a quelli di Masimiliano, io ero piccolino però ricordo quei momenti come se fosse adesso.

      Cosenza e l'amicizia

      Cosenza è per me la porta carraia del San Vito dove una volta abbiamo aspettato il pullman della squadra avversaria perchè quello del Cosenza doveva entrare sempre per ultimo e per scaramanzia papà fece aspettare il pullman davanti la porta carraia. Le critiche. Le critiche dopo i prareggi in trasferta. La media inglese, quella dei piccoli passi. Quelli che contestavano, e contestano ancora adesso, sempre e comunque, ma lo fanno per il troppo amore che hanno per il Cosenza. L'Amicizia. Cosenza per me è l'amicizia di tante persone vere. Il rifugio sicuro nelle emergenze. Per esempio durante il Covid. Non dimenticheròmai come mio madre e mia madre sono stati protetti per tre mesi al Virginia.

      Infine, il sogno, quello di tutti noi

      E poi la soppressata, le melanzane sott'olio, anzi se avete qalcosa me la porto a casa. Il cibo prelibato e le piacevoli compagnie, sempre a parlare di Cosenza. Alle prese con la tribolazione di annate sofferte, salvezze insperate, promozioni emozionanti, anche di delusioni cocenti, ma sempre a testa alta, pronti ad azzannare di nuovo, subito, come i veri Lupi. Cosenza è, infine, un sogno belissimo, quella di vederla un giorno in serie A. Con il palo di Lombardo che non trema più e una città e una provincia pazze di gioia. Io ve lo auguro con tutto il mio cuore. Sono sicuro che succederà perchè lassù qualcuno vi ama e sempre vi amerà".

      Leggi anche: Tra emozioni e speranze, nel nome di Di Marzio, ecco il Cosenza Calcio 2022/2023

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