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    La DDA indaga su 2 partite di B del 2014 "truccate", coinvolte Avellino e Reggina

     

    La DDA indaga su 2 partite di B del 2014 "truccate", coinvolte Avellino e Reggina

    23 mag 16 Sono due le partite per le quali la Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli ipotizza il reato di frode sportiva nell'ambito dell'inchiesta che oggi ha portao all'arresto di 7 persone e ad indagarne altri 15 tra cui il calciatore Izzo appena convocato per lo stage della Nazionale. La prima è Modena-Avellino del 17 marzo 2014; la seconda è Avellino-Reggina del 25 maggio dello stesso anno. Secondo gli inquirenti Antonio e Umberto Accurso, entrambi ritenuti esponenti del clan "Vanella Grassi", avrebbero promesso 200.000 euro e poi consegnato materialmente 30.000 euro al calciatore Francesco Millesi, attraverso l'intermediario l'ex calciatore Luca Pini. Millesi avrebbe utilizzato tale somma - sempre secondo l'accusa - per corrompere altri giocatori; in particolare, avrebbe "influito" su Maurizio Peccarisi per favorire la rete del Modena contro l'Avellino in conformità dell'accordo illecito. Sulla partito gli Accurso avrebbero scommesso 400.000 euro, guadagnandone 60.000. Per quanto riguarda l'altro capo di imputazione, relativo alla partita Avellino-Reggina, Antonio Accurso è accusato di aver offerto 50.000 euro, consegnati sempre attraverso Luca Pini a Millesi che li avrebbe utilizzati per corrompere giocatori della Reggina non identificati e favorire la vittoria dell'Avellino sulla quale lo stesso Accurso aveva scommesso 400.000 euro guadagnandone 110.000.

    Le partite al centro dell'inchiesta sono Modena-Avellino e Avellino-Reggina disputate nella stagione 2013-2014. Prima di queste gare - sottolineano i magistrati della Dda - è fallito il progetto di alterare il risultato di Avellino-Trapani mentre la successiva combine di Padova-Avellino è saltata solo per l'intervento dei carabinieri che hanno arrestato Antonio Accurso, uno dei boss del clan. E' stato quest'ultimo, che ha deciso di collaborare con la giustizia a riferire della capacità dell'organizzazione di influenzare le partite. Il pentito è fratello di Umberto Accurso arrestato l'11 maggio scorso dopo una latitanza. Secondo gli investigatori Umberto Accurso sarebbe il mandante del raid avvenuto nelle scorse settimane a Secondigliano quando furono esplosi colpi di kalashnikov contro la caserma dei carabinieri.

    Indagato Izzo. Il clan Vinella Grassi si è avvicinato all'Avellino Calcio in quanto nella squadra irpina ha militato un calciatore, ora in serie A, nipote del fondatore dello stesso sodalizio camorristico dei "Vinella Grassi". Lo ha reso noto il procuratore aggiunto di Napoli Filippo Beatrice, coordinatore della Dda, illustrando l'operazione che ha portato oggi all'esecuzione da parte dei carabinieri di dieci misure cautelari. Il calciatore nipote del boss al quale fanno riferimento i magistrati - a quanto si apprende - è Armando Izzo, attualmente nel Genoa, che negli anni scorsi ha militato nell'Avellino. Nell'inchiesta Izzo è indagato per concorso esterno in associazione mafiosa e frode sportiva.

    Antonio Accurso, il boss pentito del clan di camorra "Vinella Grassi", fu arrestato nel 2014 dai Carabinieri insieme con altri affiliati nell'ambito delle indagini su un duplice omicidio, proprio mentre festeggiava, con i suoi amici, le ricche vincite da intascare in seguito alla vittoria dell'Avellino sulla Reggina, partita che secondo gli inquirenti sarebbe stata oggetto di combine.

    Gli sms incriminati. Sono numerosissimi gli sms intercettati dai carabinieri nell'ambito dell'inchiesta sulle presunte combine condotta dalla Dda di Napoli in cui si fa riferimento ad accordi per influenzare il risultato delle partite sulle quali scommettere. Gli interlocutori usano sempre un linguaggio criptico, ma decifrato dagli inquirenti grazie alle spiegazioni offerte dal collaboratore di giustizia Antonio Accurso. Quest'ultimo aveva infatti rivelato che si parlava spesso in codice di orologi per riferirsi ai soldi da dare o da ricevere, in quanto ciò avrebbe potuto essere in qualche modo giustificato in quanto la famiglia di uno dei calciatori coinvolti, Luca Pini, possiede una gioielleria. Molto significativi vengono ritenuti i messaggi intercettati il 24 maggio 2014 alla vigilia di Avellino-Reggina, una delle due partite finite al centro dell'inchiesta. In quella circostanza gli esponenti del clan Vinella Grassi avevano investito una ingente somma euro puntando sulla larga vittoria dell'Avellino, che vincerà tre a zero. E' un continuo inseguirsi di "reciproche conferme e assicurazioni". Antonio Accurso (il boss pentito) chiarisce che nel caso in cui il risultato della partita non dovesse essere quello garantito dal calciatore dell'Avellino Francesco Millesi, ovvero la vittoria della squadra irpina, questi dovrà rimborsare ad Accurso i 350.000 euro che questi si è impegnato ad investire nella combine: "...Penso 99x100 domani non dovrei avere problemi tu gli hai spiegato che se l'orologio e falso mi da 350 indietro risp...", scrive Accurso a Pini. Dopo circa mezz'ora arriva la risposta di Pini che replica, ricorrendo - come sottolineano gli inquirenti - al solito linguaggio criptico riferito agli "orologi". Riferisce che Millesi si è accollato la responsabilità di risarcire tutti i 350.000 euro in caso di risultato diverso da quello assicurato. Pini specifica inoltre che nella stanza di Millesi ci saranno anche i "senatori", riferendosi verosimilmente - sottolinea la Dda - ai giocatori più anziani della Reggina avvicinati e "comprati" da Millesi stesso. L'indomani mattina Pini invierà un sms con un "SI" che viene indicato come "più di una garanzia": "...Alle 9 precise domani mattina ti scrivo SI è quel SI vale più di una garanzia cioè che se l'orologio e falso ti da indietro tutto i tuoi 350 Ok??? ... Mi ha capito benissimo ecco perche si e preso questa notte... e mi ha detto che domani nella sua stanza ci sono i senatori e ti confermato tutto preciso alle 9 del mattino e tu vai a fare il tuo gran lavoro... È ovviamente anche tu a quel punto devi confermare i 50 dell'orologio ok??? Tutto chiaro???...".

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