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    La Finanza spulcia i conti della serie A e B, 64 indagati

     

    La Finanza spulcia i conti della serie A e B, 64 indagati, tra loro Galliani, De Laurentis, Lotito, Blanc

    26 gen 16 La Guardia di Finanza sta eseguendo un decreto di perquisizione e sequestro nei confronti di 64 persone tra cui massimi dirigenti, calciatori e procuratori di squadre di calcio di serie A e B. L'ipotesi di reato è evasione fiscale e false fatturazioni. L'inchiesta è condotta dai pm della procura di Napoli Danilo De Simone, Stefano Capuano e Vincenzo Ranieri, coordinati dal procuratore aggiunto Vincenzo Piscitelli. Gli uomini del Nucleo di polizia tributaria della Gdf sono andati a perquisire una trentina tra calciatori e agenti ed hanno notificato l'avviso di conclusione indagini a 64 indagati. L'indagine, secondo quanto si apprende, ha riguardato complessivamente un centinaio di soggetti e 35 società di calcio sia di Serie A che di Serie B. L'inchiesta era partita nel 2012 ipotizzando delle presunte violazioni fiscali commesse sia dalle società sia dai procuratori e dai calciatori nell'ambito di operazioni di acquisto e cessione dei diritti alle prestazioni sportive dei calciatori stessi. L'inchiesta nasce nel 2012 con la Guardia di Finanza che nelle sedi del Napoli e della Figc acquisisce i contratti di Ezequiel Lavezzi, ceduto dal Napoli al Psg, e del quasi sconosciuto attaccante argentino Cristian Chavez. Partendo da quella attività, nove mesi dopo, i finanzieri si sono presentati nelle sedi di 41 società di serie A e B per acquisire ulteriore documentazione. Gli investigatori parlarono di un "fenomeno generalizzato" nel calcio italiano, vale a dire la "progressiva ed esasperata" lievitazione degli oneri relativi agli ingaggi dei calciatori. E questo, era l'ipotesi investigativa, avrebbe fatto sì che nel tempo si determinasse una situazione di squilibrio gestionale sul piano economico-finanziario che potrebbe aver spinto le società a compiere una serie di illeciti fiscali. L'attenzione della procura e della Gdf si è concentrata su diversi aspetti della gestione dei club: dalla ricostruzione dei rapporti tra società, procuratori e calciatori alle modalità di trasferimento di questi ultimi; dall'esame dei contratti alle modalità d'inserimento nei bilanci dei giocatori; dalle operazioni di compravendita e rinnovo alla gestione dei diritti d'immagine e dei diritti televisivi; dall'attività' di scouting ai compensi per i calciatori qualificati come 'fringe benefit'.

    Sono diversi i presidenti ed ex presidenti finiti nel registro degli indagati della procura di Napoli. C'è il numero uno del Genoa Enrico Preziosi e l'ex presidente della Sampdoria Edoardo Garrone, l'ex presidente del Cesena Igor Campedelli e l'ex del Brescia Luigi Corioni, l'ex numero uno della Reggina Pasquale Foti e l'ex del Parma Tommaso Ghirardi. Indagato anche Aldo Spinelli che proprio ieri si è dimesso da presidente del Livorno, di cui è stato il patron per 17 anni, il presidente del Palermo Massimo Zamperini Lungo anche l'elenco dei dirigenti sportivi coinvolti: da Pietro Lo Monaco a Pietro Leonardi, da Giorgio Perinetti ad Alessio Secco, da Pantaleo Corvino a Rino Foschi. Nell'elenco c'è anche il nome di Gianluca Nani: ex dirigente del Brescia, è stato per un periodo consulente di mercato del West Ham e oggi è direttore sportivo dell' Al Jazeera. C'è anche il nome del difensore della Nazionale attualmente in prestito dal Milan all'Atalanta, Gabriel Paletta, tra gli indagati dell'inchiesta della Procura di Napoli sul calcio. Tra i calciatori ancora in attività, secondo quanto si apprende, anche il centrocampista del Milan, Antonio Nocerino,l'attaccante dell'Atalanta German Denis,l'ex Pescara Fernando Quintero,l'ex attaccante del Napoli Ezequiel Lavezzi. Nell'elenco figurano anche i nomi di alcuni calciatori non più in attività: oltre a Erman Crespo anche quello di Adrian Mutu e Diego Milito.

    Coinvolto Moggi jr. Tra le decine di indagati nell'indagine della procura di Napoli, che ha portato al sequestro di beni per circa 12 milioni, ci sarebbero l'Ad del Milan Adriano Galliani, il numero uno della società partenopea Aurelio De Laurentis, il presidente della Lazio Claudio Lotito, l'ex presidente e Ad della Juventus Jean Claude Blanc. Tra i calciatori, indagati anche 'il pojo' Lavezzi e l'ex Giocatore Crespo. Coinvolti, infine, diversi procuratori, tra cui Alessandro Moggi.

    I dirigenti indagati. I dirigenti per i quali, nell'ambito dell'indagine della Procura di Napoli, è stato notificato il provvedimento di sequestro sono Antonio e Luca Percassi, Claudio Garzelli, Giorgio Perinetti, Luigi Corioni, Gianluca Nani, Sergio Gasparin, Pietro Lomonaco, Igor Campedelli, Maurizio Zamparini, Rino Foschi, Daniele Sebastiani, Andrea Della Valle, Pantaleo Corvino, Alessandro Zarbano, Enrico Preziosi, Luciano Cafaro, Jean Claude Blanc, Alessio Secco, Claudio Lotito, Marco Moschini, Renato Cipollini, Aldo Spinelli, Adriano Galliani, Aurelio De Laurentiis, Tommaso Ghirardi, Pietro Leonardi, Pasquale Foti, Edoardo Garrone, Umberto Marino, Massimo Mezzaroma, Roberto Zanzi, Giovanni Lombardi Stronati, Francesco Zadotti, Sergio Cassingena, Massimo Masolo e Dario Cassingena.

    I calciatori indagati. Ecco l'elenco completo dei calciatori per i quali è stato emesso il provvedimento di sequestro nell'ambito dell'inchiesta della Procura di Napoli: Gustavo German Denis, Juan Fernando Quintero, Adrian Mutu, Ciro Immobile, Matteo Paro, Hernan Crespo, Pasquale Foggia, Antonio Nocerino, Marek Jankulovski, Cristian Gabriel Chavez, Ignacio David Fideleff, Ivan Ezequiel Lavezzi, Gabriel Paletta, Emanuele Calaiò, Cristian Molinaro, Rios Pabon, Diego Alberto Milito.

    I procuratori indagati. I procuratori sportivi coinvolti nell'indagine della Procura di Napoli sono Alessandro Moggi, Marco Sommella, Vincenzo Leonardi, Riccardo Calleri, Umberto Calaiò, Leonardo Adrian Rodriguez, Fernando Osvaldo Hidalgo, Ives Alejandro Mazzoni, Edoardo Luis Rossetto.

    Le evasioni: Circa 2 milioni a Hernan Crespo; oltre 1 milione ad Alessandro Moggi; 240 mila euro all'ad del Milan Adriano Galliani. Sono alcune delle cifre relative alle presunte evasioni fiscali contestate dalla procura di Napoli a dirigenti, calciatori e procuratori, per le quali il Gip del tribunale di Napoli Luisa Toscano ha disposto il sequestro in quanto considerate profitto di reato. Nel dettaglio tra i dirigenti sportivi sono attribuite evasioni per 64 mila euro al patron del Palermo Maurizio Zamparini; 69.720 euro al dirigente della Fiorentina Andrea Della Valle; 30 mila euro al presidente del Genoa Enrico Preziosi; 37.500 euro ciascuno agli ex dirigenti della Juventus Jean Claude Blanc e Alessio Secco; 28.600 euro a Claudio Lotito, patron della Lazio; 28.350 euro a Aldo Spinelli, presidente del Livorno; 8.321 euro ad Aurelio De Laurentiis, numero 1 del Napoli; 55.150 a Massimo Mezzaroma ex patron del Siena. Tra i calciatori oltre che per Crespo (1.965.797 euro) sequestri sono stati ordinati nei confronti di German Denis (321.068); Adrian Mutu (211.293); Ciro Immobile (106.898); Antonio Nocerino (422.117); Ignacio Fideleff (679.769); Ezequiel Lavezzi (394.454) e Diego Milito (721.040) tra gli altri. Per quanto concerne infine i procuratori sportivi oltre a Moggi (1.164.223), provvedimenti di sequestro sono stati emessi nei confronti degli agenti argentini Alejandro Mazzoni e Eduardo Rossetto per l'identica cifra di 709.630 euro; e inoltre di Fernando Hidalgo 1.244.487 e Leonardo Rodriguez (1.000.837).

    Due i provvedimenti notificati. Sono i provvedimenti eseguiti oggi dalla Guardia di finanza nell'ambito dell'inchiesta della Procura di Napoli sulla compravendita dei calciatori. Un avviso di chiusura indagini preliminari, in cui compaiono i nomi di 64 indagati tra dirigenti sportivi, procuratori e calciatori, e un decreto di sequestro nei confronti di 8 procuratori, 37 dirigenti sportivi, tra cui Andrea Della Valle, e 17 calciatori tra cui Ciro Immobile.

    Radicato sistema di evasione fiscale. L'esistenza di un radicato sistema finalizzato ad evadere le imposte, posto in essere da 35 società calcistiche di serie A e B nonchè da oltre un centinaio di persone fisiche, tra calciatori e loro procuratori emerge, secondo il procuratore aggiunto di Napoli, Vincenzo Piscitelli dall'operazione 'Fuorigioco'. In particolare, il meccanismo fraudolento architettato per sottrarre materia imponibile alle casse dello Stato italiano è stato adottato nel contesto delle operazioni commerciali sulla compravendita di calciatori.

    Il meccanismo della frode. I procuratori dei calciatori provvedevano a fatturare in maniera fittizia alle sole società calcistiche le loro prestazioni, simulando che l'opera di intermediazione fosse resa nell'interesse esclusivo dei club, mentre di fatto venivano tutelati gli interessi degli atleti assistiti dagli agenti medesimi. E' questo, secondo il procuratore aggiunto di Napoli, Vincenzo Piscitelli, uno dei meccanismi fraudolenti che ha portato a perquisizioni e sequestri nei confronti di società di calcio di A e B. Inoltre, le società, da parte loro - sempre per la Procura - approfittavano dell'indebito vantaggio di potersi completamente dedurre dal reddito imponibile queste spese, beneficiando altresì della detrazione dell'imposta sul valore aggiunto relativa alla pseudo prestazione ricevuta in esclusiva. In questo modo - si sottolinea - veniva consentito ai calciatori di non dichiarare quello che sostanzialmente era un fringe benefit riconosciuto agli stessi dalla società calcistica che si accollava, a vantaggio dell'atleta, anche la spesa per l'intermediazione. In altri termini, l'importo pagato dai club costituiva un reddito da imputare effettivamente al calciatore e, di conseguenza, la società calcistica ometteva il pagamento delle ritenute fiscali e previdenziali sul maggior reddito loro ascrivibile all'atleta. Alcuni agenti stranieri, di nazionalità argentina, peraltro, mediante il ricorso a documentazione fiscale e commerciale fittizia e attraverso l'interposizione di società 'schermo' con sede anche in 'paradisi fiscali' distraendo i compensi ricevuti dalle legittime pretese erariali del Paese di produzione del reddito (Italia) e di quello di residenza fiscale (Argentina), delocalizzavano i proventi derivanti dalle attività professionali. A fronte dei rilevanti importi fraudolentemente evasi (oltre 12 milioni di euro), la misura patrimoniale del sequestro applicata - dice Piscitelli - ha lo scopo di tutelare in maniera cautelativa le casse dello Stato, facendovi rientrare le somme che illecitamente erano state sottratte al Fisco dagli indagati.

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