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    Vrenna "Vogliono farci fuori, Crotone vittima delle mafie"

     

     

    Vrenna "Vogliono farci fuori, Crotone vittima delle mafie"

    08 feb 16 "Non posso che rimanere preoccupato e sbigottito rispetto all'utilizzo mediatico di una vicenda giudiziaria che allo stato mi da ampiamente ragione e riconosce i miei comportamenti leciti e legittimi". Lo ha detto il presidente del Crotone Calcio Raffaele Vrenna, in relazione alle notizie relative al ricorso presentato dalla Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro e finalizzato ad ottenere la confisca di beni per 800 milioni di euro riconducibili a Vrenna, tra i quali anche il Crotone. "Sono evidenti - prosegue - gli effetti negativi che derivano da questa sovraesposizione mediatica sull'evoluzione del campionato di serie B che sta avendo la squadra di calcio del Crotone. Ed infatti seppur risulta pacifico e certificato che non siamo mafiosi, bensì vittime della mafia, si insiste a fare titoli sulla scalata del Crotone in serie A e sulla contemporanea titolarità della squadra da parte di imprenditori collusi. Tutto questo è grave, oltre che palesemente ingiusto e illegittimo". "Se ci dovesse essere qualche perverso disegno inteso a neutralizzare quanto, con sacrificio ed impegno, si sta portando avanti per dare un risultato storico per la città di Crotone - conclude Vrenna - è bene che si sappia che io e mio fratello Gianni non ci arrenderemo mai a tentativi di prevaricazioni strumentali e vili".

    Aggressione mediatica. "Con inaudita pervicacia è in atto un'aggressione mediatica che enfatizza, unilateralmente, un ricorso che la Procura ha interposto avverso un decreto del Tribunale di Crotone che si è occupato di una richiesta avanzata dalla Procura di Catanzaro, rigettandola". Lo affermano il presidente del Crotone Calcio Raffaele Vrenna e l'amministratore delegato Giovanni Vrenna in riferimento, è scritto in una nota della società, a tutti gli articoli di stampa apparsi negli ultimi giorni. "Ebbene - proseguono - gli estensori di alcuni articoli di stampa, oltre a dare al patrimonio dei fratelli Vrenna fantasiose quantificazioni (addirittura 800 milioni!?) o ad affermare falsamente che il Presidente del Crotone sarebbe stato arrestato (circostanze queste ultime che, poiché false, saranno oggetto di valutazione in sede giudiziaria, visto che verranno perseguiti in sede civile e penale gli astiosi sprovveduti che si sono lasciati trascinare dall'impeto colpevolista che li ha travolti), continuano ad enfatizzare il ricorso della Procura e nel contempo banalizzare il doppio controllo giurisdizionale (da parte del Presidente del Tribunale prima e del Tribunale dopo) che, sulla richiesta della Procura, si è risolto in termini postivi, nel senso che è stato riconosciuto, si ribadisce, giurisdizionalmente che i fratelli Vrenna sono stati, e sono tutt'ora, vittime di angherie e vessazioni delinquenziali mafiose e non già conniventi. Parimenti, sempre in sede giudiziaria, è stata riconosciuta la legittimità del patrimonio, di gran lunga inferiore a quello surrettiziamente rappresentato. Ed allora ci si chiede perché un ricorso di parte (Procura della Repubblica) deve essere utilizzato per gettare deliberatamente discredito a livello nazionale su imprese sane, infangando anche la squadra di calcio che ha finora dimostrato di avere le carte in regola per uno storico approdo nella massima serie. Senza voler fare voli pindarici e pensare a contorte e perverse macchinazioni, magari ipotizzando strumentali manipolazioni dettate da interessi specifici e mirati, non si può fare a meno di rimanere sbigottiti di fronte a prese di posizione giornalistiche che non appaiono propriamente libere e scevre da condizionamenti". "Non deve sfuggire - prosegue la nota dei fratelli Vrenna - che il diritto di cronaca soggiace al limite della contingenza che comporta moderazione, misura e proporzione nelle modalità espressive. Non bisogna, quindi, mai trascendere in attacchi personali diretti a colpire la dignità e professionalità altrui. All'uopo ha rilievo non solo il contenuto dell'articolo, ma l'intero contesto espressivo in cui lo stesso si è inserito, compresi titoli e sottotitoli. Questi sono tutti degli elementi che rendono esplicito il significato di un articolo che può esser idoneo a fuorviare e suggestionare i lettori più frettolosi. Ecco perché la percezione visiva concorre quindi in maniera determinante ad attribuire un significato diffamatorio alla pubblicazione a mezzo stampa. É bene evidente, quindi, che la veste grafica ed i titoli utilizzati negli articoli di cui si discute sono fuorvianti. Ma di ciò si occuperanno il Giudice penale e quello civile già investiti dalle domande e denunce in tal senso avanzate dai fratelli Vrenna contro gli estensori, i Direttori e gli Editori delle testate giornalistiche interessate". "Verrà nello stesso tempo avanzata - concludono - una richiesta alla Procura della Repubblica, alla Procura Generale della Corte Di Appello, ed alla Procura Generale della Corte di Cassazione, al fine di verificare la legittimità di un utilizzo esterno di atti di parte che riguardano un procedimento in corso di trattazione".

    Deputati PD: Vicenda sciocca intera comunità. "Venerdì sera a Bari il Crotone ha giocato una partita straordinaria. In vantaggio, raggiunto e superata ha avuto la forza di reagire e di segnare due gol, l'ultimo in fase di recupero, conquistando una vittoria davvero incredibile. E' stata una vittoria che incarna lo spirito vincente di questa straordinaria squadra". Lo affermano i parlamentari del Pd Nicodemo Oliverio e Nico Stumpo, entrambi originari del crotonese. "Vedere - aggiungono - l'entusiasmo di tanti tifosi, in simbiosi con un'intera comunità, è una di quelle emozioni che solo il calcio può dare. Oggi però rimbalza su tutti i siti la notizia della richiesta di sequestro della società da parte della Dda di Catanzaro, in merito a vicende che riguardano i proprietari. Vicende su cui la magistratura ha emesso già alcuni verdetti, mentre altri è chiamata a emettere. E' facilmente intuibile lo choc di un'intera comunità, di una tifoseria di una squadra che sta lottando per andare in serie A. Il calcio, come diceva Pasolini, è una religione civile, un rito unico, ed è per questo che i suoi riflessi sono spesso anche e forse soprattutto di natura sociale. Chi non ha ammirato la curva crotonese a San Siro nel match contro il Milan di Coppa Italia. Chi non ha sentito il grido 'Squali - squali' scandito ad alta voce nella 'Scala' del calcio. Uscire tra gli applausi e aver fatto tremare una squadra pluridecorata, è stato un motivo di orgoglio non solo di una squadra ma di una comunità che si è identificata con i rossoblu". "E c'è da dire - proseguono Oliverio e Stumpo - che mentre Crotone si trova ultima in tutte le classifiche, è invece prima nel calcio. Forse perché gestita con grande attenzione e notevoli capacità di impresa. Non entreremo nel merito delle questioni giudiziarie perché appartengono alle aule competenti, ma da rappresentanti istituzionali di questo territorio non possiamo non notare i riflessi che queste vicende avranno sul cammino di una squadra e di un torneo quale quello di serie B. L'auspicio è che tutti abbiano la consapevolezza della delicatezza della questione perché di mezzo c'è anche l'immagine di una comunità".

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