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    Questore Marino rivede Daspo, Arcidiacono può allenarsi e giocare

     

    Questore Marino rivede Daspo, Arcidiacono può allenarsi e giocare. Ma non serve a nulla

    22 nov 12 Suona un po come una presa in giro l'alleviamento del Daspo comminato dal Questore di Catanzaro Guido Marino al calciatore del Cosenza, Pietro Arcidiacono, che, dopo aver segnato un gol sabato scorso a Lamezia Terme, aveva mostrato una maglia con la scritta "Speziale innocente", in solidarietà a Antonino Speziale, uno dei due tifosi catanesi condannati in via definitiva per l'omicidio dell'ispettore di Polizia Filippo Raciti il 2 febbraio del 2007. Nel nuovo dispositivo, frutto molto probabilmente delle scuse alla Famiglia Raciti ed alla polizia fatte in pubblico da "Biccio", il reggente la Questura di Catanzaro in una nota precisa che "Considerato che l'attività lavorativa dalla quale il calciatore trae i mezzi di sussistenza, autorizza lo stesso alla preparazione fisica e atletica e a disputare, se convocato, le gare del Cosenza calcio". Un mezzo passo indietro che suona un po come una beffa dopo che la giustizia sportiva ha in pratica chiuso le porte al calciatore squlificandolo per otto mesi. Ma anche un atto dovuto, forse, in vista del ricorso al TAR che i legali di Arcidiacono stanno presentando contro il provvedimento. Non c'è alcuna giurisprudenza sul caso e di fatto, dal punto di vista legale, la decisione è appellabile dal punto di vista formale. Insomma materia per avvocati che in queste ore, con Aristide Leonetti dello staff tecnico del Cosenza Calcio in testa, stanno valutando il da farsi. Su tutto pende il ricorso alla squalifica del Giudice sportivo che potrebbe portare ad un alleviamento della pena, quantizzabile in un paio di mesi. La cosa però non ha senso perchè squalificato fino al 20 luglio, uno "sconto" porterebbe la stessa al 20 di maggio. Per quella data il campionato è bello e che finito e per Arcidiaconono tutto rimane come prima. Niente stipendio, niente attività sportiva. Una situazione gravissima per lui, in cui ci si è cacciato con troppa leggerezza. Al di la delle colpe evidenti, preoccupano le attuali condizioni psichiche del ragazzo, che viene da un quartiere "terribile" di Catania e che grazie al calcio aveva cominciato a farsi una vita con aspetttive decisamente diverse. La preoccupazione di tutti, ma sopratutto della famiglia, è quella di vedere recuperato il giovane in modo che non possa "sbagliare" strada una volta vistosi perso. Non sta nel suo carattere, è vero. "Biccio" così come viene soprannominato dagli amici, Pietro Arcidaicono è un giovanotto con un carattere buono sempre attento a problematiche sociali. In diverse gare ha tenuto personalmente a ringraziare i disabili che vengono allo stadio ed a farsi sempre le foto con loro. In questa chiave di lettura va inquadrato il suo gesto, sicuramente ingenuo ed inconsapevole, della maglia pro Speziali. "L'ho fatto solo per i genitori di Speziale - ha detto ieri in conferenza stampa- con lui viviamo nello stesso quartiere". Dietro quel gesto il giovane calcitore catanese non si è reso conto dell'offesa fatta a chi la vita l'ha persa in, e per, una partita di pallone. Un servitore dello stato è caduto adempiendo al suo dovere e ai parenti sono rimaste solo le lacrime. Al di la delle responsabilità chiarite con una sentenza passata in giudicato dalla magistratura e contestata dai llegali di Speziale che si appellano ad una perizia dei RIS che mostrano altra conclusione della vicenda.

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