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    I due Cosenza regalano la promozione all’Hinterreggio

     

    I due Cosenza regalano la promozione all’Hinterreggio

    29 mar 12 Chi è venuto oggi al San Vito, manco mille persone, ha visto due partite con un solo biglietto. Una giocata sul campo e l’altra negli spogliatoi. Nel bel mezzo di una calura estiva la cornice di pubblico dice che i tifosi non credono nella possibilità del miracolo. Che puntualmente, per la terza volta, invece, avviene in questa stagione. L’Hinterreggio viene sconfitta in malo modo, perdendo anche due pedine fondamentali per la prossima gara, e il Cosenza ha la vetta a due punti a 20 minuti dalla fine e con 2 gol di vantaggio! Sul campo Napoli ha messo una squadra rigenerata e ricostruita con un lavoro certosino. Ha tirato a lucido giocatori che sembravano alla frutta e che invece hanno messo in mostra le loro vere doti. Senza un regista di ruolo. Lui nel miracolo ci ha sempre creduto. L’altra metà della società invece no. Così le due partite vanno avanti. Quella sul campo, e quella negli spogliatoi. Tre a uno a venti minuti dalla fine sono un capitale infinito. In campo, come nell’altra metà della società, si chiacchiera. Forse troppo. La società della Nuova Cosenza sembra aver già progettato il suo futuro. Giovedì 3 maggio sono stati invitati, assieme all’Hinterreggio ed altre 16 squadre di D, dalla Lega Pro, per un incontro non meglio definito. I bene informati parlano di un sondaggio sulla possibilità di riforma dei campionati. Ma sul reale contenuto dell’incontro vige il massimo riserbo. I nuovi progetti della società evidentemente danno fastidio a qualcuno. Così l’essere separati in casa di società e area tecnica, dall’avvento di Napoli che "non accetta cappelli da nessuno", oggi si traduce in una gara nella gara. Non sappiamo cosa sia successo al 32’ del secondo tempo dopo il gol di Arcidiacono. Qualche fotografo a bordo campo aveva raccolto strani borbottii. Sta di fatto che da cronisti registriamo in 5 minuti la realizzazione di ben 3 reti. In 5 minuti. Il bravo Alassani da un pallone d’oro ad Arcidiacono che solo soletto va a rete. 3 a 1 e palla a centro. Si riparte, Vitale se ne va, la difesa e il portiere sono fermi e arriva il gol. 3-2. La scena si ripete al 5° dei fatidici minuti. Fotocopia. Stessi interpreti. 3-3. Napoli è incazzato nero e dopo un mese di stress e di accuse da parte di un giornale, che si è spinto a definirlo ronzino, non ce la fa più. (Qualcosa di simile accadde con Somma). A fine gara sbotta e punta il dito sulla guerra intestina. Ha tenuto duro fino ad oggi, ma poi è sbottato. Ma riavvolgiamo il nastro. Ripartiamo daccapo. La gara inizia in discesa per il Cosenza. Dopo sette minuti Romano gonfia la rete. Poi arriva un pari stranissimo. Segnato di pugno, alla Maradona per intenderci, da Martone, proprio alcuni minuti dopo che il Nissa va in vantaggio con l’Hinterreggio. La terna non vede. Azione troppo veloce. A seguire un doppio atterramento in area, prima Arcidiacono falciato in area e poi Mosciaro. Il fischietto di turno assegna il penalty. Da un po di tempo funziona così. Ci vogliono due falli da rigore per averne uno reale. Come ai videogames. Mosciaro prende la rincorsa e la palla batte sul palo interno. Poi carambola sulla schiena del portiere D’Auria e schizza fuori area. Quando dici la sfiga. Nello stesso istante un nuovo boato dei circa 700 presenti (sic!) annuncia che la Nissa a Reggio ha raddoppiato. Dal gol mancato si passa alla protesta degli ospiti per una parata con le mani di Varriale in area, ovviamente non vista ne dall’assistente ne dall’arbitro. Meno male. Loro protestano ma si va al riposo. Cosa sia stato detto nello spogliatoio non si sa. In tribuna invece il presidente Guarascio è allibito. Non ci vuol credere a quanto accade sull’erba del San Vito. Le due gare continuano. Ma sul campo, con i Lupi in dieci per un doppio giallo a Rapisarda, Mosciaro mette dentro un pallone che fa uscire le lacrime ai pochi presenti. Due a uno. Il Cosenza è in vantaggio ed è a due punti dalla vetta. Con una gara da giocare e l’Acri, che oggi ha avuto gara sospesa, che dovrà conquistarsi la salvezza proprio con l’Hinterreggio a porte chiuse. Strano però il pompieraggio a spegnere le speranze avvenuto dopo la gara di Battipaglia. Settecento tifosi non è un pubblico che spinge una squadra che vuol salire. Ma da un po di tempo a questa parte il dualismo socio-politico che distrae Cosenza, manco Firenze è riuscita a tanto con Guelfi e Ghibellini, si riflette anche sul pallone. Due gruppi contrapposti con tanto di sostenitori e spaccatura verticale. Roba da accapponare la pelle. Roba che stende un bisonte imbizzarrito. Così sulla rete delle reti, internet per capirci, spuntano i gruppi che tifano uni per la partita sul campo, e altri che vogliono Fiore presidente. Due vasi di coccio in mezzo ai vasi di ferro. E si perché l’ingenuità dei due gruppi, l’area tecnica da una parte e la dirigenza dall’altra, ingenuità dei neofiti ovviamente, pare mettere Cosenza al centro di altri giochi. I soliti giochi del mondo del calcio che in serie D mostrano l’apice nell’alta litigiosità sviluppata a colpi di carta bollata. Roba da avvocati. Ricorsi su ricorsi. Quasi una paranoica regia occulta li mettesse in moto. Ma ovviamente sono solo coincidenze. Magari un matematico ci fa più caso. Ma tornando alla cronaca e lasciando da parte le ipotesi si arriva alla fine della gara tra i fischi del pubblico. Difficile mandare giù un pari e l’ennesima occasione per agganciare la vetta. Tanto più che i tre punti, male che fosse andata domenica prossima, consolidavano matematicamente il secondo posto cioè la possibilità di giocare i due turni preliminari dei play off in casa. Non solo. Il pari del Cosenza regala la promozione all’Hinterreggio con un turno d’anticipo nel giorno in cui cade di nuovo in casa. Una regia fine. Non c’è che dire. Ma Napoli, che è riuscito a tenere tutto dentro, sanguigno com’è, oggi non ce l’ha fatta più. Saltato il tappo del self control, il tecnico versa quanto aveva accumulato in questi giorni. In sala stampa arriva nero, evitando di fermarsi negli spogliatoi. Snocciola i problemi vissuti fino ad oggi. L’aver lavorato solo contro tutti perché lui nell’obiettivo grosso ha sempre creduto. E vengono fuori le ripicche. La società in guerra con l’area tecnica. I relativi dispettucci che in campo costano due punti. Non fa nomi. Ma è chiaro che anche nella rosa i due partiti, quello della dirigenza e quello dell’area tecnica, hanno i loro rappresentanti. Non serve fare nomi. E nel lungo faccia a faccia con la stampa, solo, così come lo hanno lasciato tutti, va da sé. A caldo, anzi, a temperatura bollente, sfoga la sua rabbia battendo i pugni sul tavolo e sottolineando la realtà cosentina mai così spaccata come in questi tempi. “Così non si va da nessuna parte” evidenzia il coach a chi ancora continuava a volere mettere sul piano tecnico le due partite che sono state giocate oggi al San Vito. Benedetta innocenza. Ma prima o poi doveva accadere. Il futuro? Non abbiamo la palla di vetro ma non è difficile individuarlo. Senza unità d’intenti passeranno altri secoli ma non basterà manco Roman Abramovich a riportare il Cosenza nel calcio che conta. “Continuiamo così, facciamoci del male” (cit. Nanni Moretti, Bianca, 1984).

    Foto S.Antonio Abate

    --- Video Integrale/Cosenza-S.Antonio, le accuse di Napoli

    -- Cosenza-S.Antonio A. 3-3 (Cronaca e Tabellino)

    --- Serie D/I 33a Classifica e risultati

     

    Le pagelle non ci sono state comunicate dal collega che ha seguito la gara.

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