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    Iniziati interrogatori, parlano Paoloni e Pirani. Abete assicura decisioni veloci

     

     

    Partite truccate, iniziati interrogatori, parlano Paoloni e Pirani. Abete assicura decisioni veloci

    03 giu 11 E' iniziata poco dopo le 12.30 la prima tornata di interrogatori delle sette persone arrestate nell'ambito dell'inchiesta della Procura di Cremona sulle partite truccate. Quattro le persone saranno sentite oggi dagli inquirenti. Due quelle che hanno scelto di rispondere al giudice Salvini. Si tratta di Marco Pirano e del portiere del Benevento Marco Paoloni, due elementi chiave dell'inchiesta che dunque dovranno fornire i dettagli agli inquirenti viste le pesantissime accuse nei loro confronti. Paoloni poi, drogando i compagni con calmanti, è in una situazione delicatissima. Gli inquirenti da loro si aspettano i riscontri su moltissime partite considerate truccate. Sicuramente Paoloni verrà anche sentito dal Procuratore di Cremona Di Martino nella prossima settimana. Secondo indiscrezioni dovrebbero far scena muta gli altri due previsti per oggi e cioè Massimo Erodiani e Antonio Bellavista ex giocatore di A al centro di numerosi episodi dell'inchiesta. Sarebbe proprio lui la gola profonda che aveva promesso a Bettarini una chicca su di alcune giocate sicure. Ed e' sempre lui uno dei partecipanti alle riunioni a Bologna a cui prese parte anche Beppe Signori, durante la quale sarebbe stato deciso l'esito di Atalanta Piacenza. Domani gli interogatori degli altri tre in carcere e poi verà il turno di quanti sono ai domiciliari, tra cui Beppe Signori. Gli interrogatori di oggi si protrarranno sino alle 16.30

    Abete: giustizia sportiva prima di nuova stagione. La giustizia sportiva "deve fare in tempo prima della nuova stagione, deve essere tempestiva". Lo ha detto il presidente della Federcalcio Giancarlo Abete, a proposito del nuovo scandalo del calcioscommesse, intervistato dal Tg1 all'interno di 'UnoMattina estate'. "Vorrei ricordare che quando ci fu Calciopoli, nel 2006, la giustizia sportiva chiuse il suo corso in due mesi. Oggi a Napoli la giustizia ordinaria è al primo grado, dopo cinque anni". La tempestività, ha aggiunto Abete, è necessaria "per consentire la definizione degli organici" per la prossima stagione. Quanto alle critiche mosse in queste ore alla procura federale guidata da Palazzi, il presidente della Figc le ha definite "strumentali". "Non dimentichiamo che siamo un organismo derivato - ha spiegato - Cosa si scoprirebbe in Italia, se non ci fossero le perquisizioni, le intercettazioni, i controlli bancari? Noi non possiamo farlo. Se la procura federale avesse queste possibilità, allora capirei queste osservazioni...". Abete ha anche commentato l'appello lanciato da Prandelli al mondo del calcio, per far cadere un muro di omertà: "Di fronte ai comportamenti delinquenziali - ha detto - da una parte bisogna migliorare il sistema dei controlli e delle sanzioni, dall'altra bisogna far emergere una dimensione di responsabilità di chi opera nel calcio, per allontanare le mele marce". Infine le voci su un allargamento dello scandalo alla serie A. "Ci sono situazioni in cui tesserati o ex tesserati fanno riferimento a partite della massima serie - ha concluso il presidente della Figc - ma finora senza riscontri. Dobbiamo capire fin dove questi personaggi si siano spinti: a prima vista, sembra che la loro dimensione non sia tale da arrivare a questi livelli".

    Appello alle società: No a omertà. "Bisogna rafforzare la logica della responsabilità e far venir meno l'omertà che è presente nella società italiana, e anche alle volte nel mondo del calcio". Lo ha detto il presidente della Federcalcio, Giancarlo Abete, in un'intervista a RaiSport, parlando dello scandalo che ha portato all'arresto di Signori e di altre 15 persone, e riprendendo il concetto espresso ieri dal ct Prandelli. Dopo l'intervista rilasciata ieri all'ANSA dall'ad di Snai Ughi, nella quale si parlava di una richiesta di maggior controllo fatta al mondo dello sport, Abete è anche intervenuto sui rischi che il mondo del calcio corre. "Noi dobbiamo ringraziare le forze dell'ordine e la magistratura per quello che stanno facendo - ha detto - d'altra parte il sistema delle scommesse non porta alcun beneficio, al calcio, noi siamo solo soggetti a rischio. Se si può scommettere anche sul numero dei gol fino all'ultimo minuto, fino all'ultimo secondo, non c'é possibilità di premunirsi nei confronti di comportamenti non corretti". Abete, che si è definito "amareggiato e sgomento", per il nuovo scandalo, ha ribadito la necessità "di fare al più presto luce sui fatti. Dobbiamo garantire la partenza regolare della stagione 2011-2012, la giustizia sportiva deve fare in modo veloce e fare bene". Abete ha infine ribadito i limiti strutturali della giustizia sportiva. "Ricordo ancora che su Calciopoli dopo cinque anni la giustizia ordinaria è ancor al primo grado. Il nostro è un ruolo diverso, la giustizia sportiva deve fare presto ma ha strumenti diversi. Non può far uso delle intercettazioni, non può fare le perquisizioni, non può fare controlli bancari per capire se un assegno è stato o non è stato staccato. D'altra parte quello delle scommesse è un problema mondiale. La Fifa ha dato 20 milioni di euro all'Interpol, il Cio se ne è occupato e tornerà ad occuparsene il 15 giugno, lo stesso farà l'Uefa chiedendo il sostegno delle forze dell'ordine e della magistratura"

    Ascoli si costiuisce parte lesa. L'Ascoli Calcio, attraverso il proprio legale, l'avv. Mauro Gionni, si è formalmente costituito come parte lesa nel procedimento penale sul Calcioscommesse, pendente presso la procura del Tribunale di Cremona. La società si riserva di costituirsi parte civile laddove si accertassero danni patrimoniali e sportivi cagionati al club dalle condotte degli indagati, oggetto di accertamento da parte dell'autorità giudiziaria. Nell'inchiesta sono coinvolti tre tesserati della società bianconera: Vittorio Micolucci e Vincenzo Sommese (agli arresti domiciliari), e Alex Pederzoli, indagato a piede libero.

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