Cosenza, Raimondi: vamos a ganar! - Nuova Cosenza Quotidiano Digitale

Cosenza, Raimondi: Vamos a ganar!

22 set 10 Una passione di quelle sanguigne, forti, come solo un italo-argentino amante della “pelota” sa dare. Ma una passione trasmessa e raccontata con garbo ed umilta’. Lontana dalla forza e dal carattere guerriero che domenica dopo domenica ci mette nel campo. Stiamo parlando di Gabriel Raimondi, perno centrale della difesa del Cosenza Calcio, uno degli “eroi” di Lucca. Non ci piace enfatizzare questa gara, anche se merita lodi piu’ del dovuto, ma alla domanda se il suo apporto, secondo noi decisivo, al reparto difensivo del Cosenza targato Stringara sia stato importante lui, umilmente, divide con tutti i suoi compagni i meriti. L’umilta’ dei grandi. Come i suoi occhi e lo sguardo profondo di una faccia scavata che viene da lontano e che con il sudore conquista sul campo non solo le simpatie ma sorpatutto la fiducia del tecnico e dei compagni. Disposto al sacrificio, come tre domeniche fa al San Vito quando preferì far fallo da espulsione piuttosto che lasciare l’avversario andare in rete, Raimondi elogia tutta la squadra, affascinato da questo gruppo costruito “por ganar” per vincere. Racconta dell’esperinza dei compagni, dell’importanza di avere un capitano come Fiore e dei giovani De Rose e Giacomini che “hanno una maturita’ calcistica superiore alla loro eta’”. Insomma il forte centrale difensivo del Cosenza, ex di turno domenica prossima contro il Pisa, mostra un certo imbarazzo nel raccontarsi e raccontare di questa esperienza in riva al Crati. Come ad inizio intervista quando mostra quasi meraviglia nel poter parlare in prima persona. L’umilta’ dei forti che in campo diventa grinta e passione. Alla fine lo stuzzichiamo con un “Vamos a ganar” nella sua lingua, e il suo “Siempre” di risposta eì immediato. Come un credo. Come l’amen di una preghiera. Una preghiera che viene dal cuore. Perche’ da italo-argentino, passione e cuore sono un tutt’uno all’impegno ed alla voglia di far sempre bene in campo e fuori. Come i saluti per mamma e babbo "Que me miran de l'Argentina". E allora Gabriel, “Vamos a ganar!”