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    E' morto Bruno Giorgi, l'allenatore gentiluomo che sfioro' la serie A con il Cosenza

     

     

    E' morto Bruno Giorgi, l'allenatore gentiluomo che sfioro' la serie A con il Cosenza

    29 set 10 E’ morto lo scorso 22 settembre all’ età di 69 anni, in una clinica di Reggio Emilia, dov'era ricoverato per un male incurabile, l'ex allenatore del Cosenza calcio e di molte squadre di serie A e B, Bruno Giorgi. La notizia e’ stata diffusa solo oggi dalla famiglia. Il tecnico, meglio definirlo l'allenatore gentiluomo, lascio’ una traccia profondissima di umanita’, umilta’ e allo stesso tempo di fermezza a Cosenza dove sfioro’ la serie A con la squadra appena promossa in B nel campionato 1988-1989. Quell’anno il Cosenza arrivo’ a pari punti al quarto posto assieme a Cremonese e Reggina, ma per la classifica avulsa, introdotta proprio in quella stagione, a fare lo spareggio per la serie A furono Cremonese e Reggina ed i lombardi conquistarono la promozione. Uno dei getiluomini del calcio italiano. Educato e rispettoso fuori dal rettangolo di gioco ma molto esigente e duro con i suoi giocatori, Giorgi e' stato uno degli allenatori, forse l'unico, che ricordiamo per la sua capacita' professionale di giocare "a scacchi" in campo. Riusciva a trovare sempre la mossa opportuna cambiando spesso l'assetto delle sue squadre in campo e rispondendo al tecnico avversario come in una partita a scacchi appuntio. Tribolato per problemi familiari non dava a vedere all'esterno la sua sofferenza ma era sempre composto e disponibile con tutti e mai fuori luogo. Sapeva dire di no ed aveva una eleganza tutta sua. Decisamente un uomo speciale. A Cosenza ancora oggi e' vivo il suo ricordo per la profondita' della traccia umana e calcistica lasciata ai tanti che lo conobbero. I suoi trascorsi a Cosenza sono scolpiti nel marmo della storia. Una traccia indelebile che chi lo ha consociuto serba stretta nel cuore. Ciao Bruno.

    Ma Giorgi fu anche condottiero della Fiorentina, l’anno dopo aver lasciato il Cosenza, che trascino’ in finale di Coppa Uefa. Ma prima del doppio impegno (successo juventino) fu sostituito da Ciccio Graziani, un duro colpo che il tecnico pavese non è mai riuscito ad assorbire. Di lui Caniggia disse “uno dei migliori allenatori che abbia mai avuto”. Al Vicenza lanciò un certo "Roberto Baggio", che poi allenò anche nei viola quando prese il posto di Sven Goran Eriksson. Il Cagliari lo ricorda per averlo portato in semifinale di Coppa Uefa eliminato solo dall' Inter. Nel '96 l'ultima esperienza in panchina. Giorgi subentra al Trap sulla panchina sarda, conquistando la salvezza.

    Da calciatore Bruno Giorgi (20 novembre 1940, 22 settembre 2010) dal 1962 al 1966 ha militato nel Palermo collezionando 111 presenze ed una rete (la sua unica in carriera), mentre dal 1966 al 1972 ha militato tra le file della Reggiana, con cui ha collezionato 203 presenze.[ La sua carriera di allenatore, invece, inizia nella stagione 1975-1976 con la Reggiana che retrocede in quell'anno dalla Serie B. La stagione successiva è ad Empoli con un 17º posto nel girone B di Serie C. Ottiene un risultato importante vincendo il campionato di Serie C 1977-1978 allenando la Nocerina, venendo esonerato dalla guida dei rossoneri proprio nella stagione fra i cadetti. Seguito il Supercorso di Coverciano nella stagione 1979-1980, ottiene nel 1980-1981 un terzo posto con il Campobasso in Serie C1 e poi allena, sempre in Serie C1, il Modena con cui ottenne un quarto posto. Nella stagione 1982-1983 guida il Padova conducendolo alla promozione in Serie B, per poi passare al Vicenza dove, in tre anni, porta la squadra dalla Serie C1 alla Serie A (quest'ultima poi revocata a tavolino). A Vicenza lancia in prima squadra un giovanissimo Roberto Baggio. Si trasferisce al Brescia per due stagioni, seguite dalle esperienze di Cosenza nel 1988-1989 e alla Fiorentina, dove viene esonerato alla trentunesima giornata. L'anno successivo subentra a Pierluigi Frosio alla guida dell'Atalanta, dove resta per un biennio, seguito dalla stagione sulla panchina del Genoa, sempre in Serie A. Infine viene chiamato a guidare il Cagliari nel 1993-1994 e successivamente nel 1995-1996. Con il Cosenza appena promossa in Serie B dopo 25 anni nelle serie minori, sfiora la promozione in Serie A, mancata solo per la classifica avulsa. L'anno successivo fu tentato dall'avventura in Serie A alla guida della Fiorentina, con risultati deludenti in campionato, ma ottimi in campo europeo dove portò la squadra fino alla semifinale in cui non fu presente essendo stato nel frattempo esonerato. Al suo posto fu chiamato Ciccio Graziani che riuscì a salvare la squadra dalla retrocessione in Serie B, ad eliminare il Werder Brema nella semifinale di Coppa UEFA ma perse poi la finale con la Juventus (3-1 a Torino e 0-0 ad Avellino, in campo neutro). Nella stagione 1993-1994 prende la guida di un Cagliari ricco di giocatori nel giro delle Nazionali dei rispettivi paesi e appena qualificatosi per la Coppa UEFA. In questa competizione conquista le semifinali dove perde contro l'Inter dopo aver eliminato la Juventus nei quarti di finale della competizione. A fine stagione lascia la panchina dopo aver conquistato la salvezza. Successivamente, nel 1996, salva nuovamente i sardi dalla probabile retrocessione in Serie B subentrando a campionato iniziato a Giovanni Trapattoni.

    Carriera da allenatore
    1975-1976 Reggiana
    1976-1977 Empoli
    1977-1979 Nocerina
    1980-1981 Campobasso
    1981-1982 Modena
    1982-1983 Padova
    1983-1986 L.R. Vicenza
    1986-1988 Brescia
    1988-1989 Cosenza
    1989-1990 Fiorentina
    1990-1992 Atalanta
    1992-1993 Genoa
    1993-1994 Cagliari
    1995-1996 Cagliari

     

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