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      Medici cubani in Calabria, infuria la polemica: le dichiarazioni

       

       

      Medici cubani in Calabria, infuria la polemica: le dichiarazioni

      20 ago 22 "Da quando sono commissario alla sanità in Calabria ho dato mandato di fare tutti i concorsi a tempo indeterminato. Ci sono ancora procedure a tempo determinato perché quando si tratta di affrontare la carenza di personale in emergenza a volte i commissari fanno delle manifestazioni di interesse per cercare medici che possano essere utilizzati nell'immediato, ovviamente i tempi dei concorsi per le assunzioni a tempo indeterminato sono molto più lunghi". Lo afferma in una nota Roberto Occhiuto, presidente della Regione Calabria. "Abbiamo fatto decine di concorsi e di avvisi - prosegue - ma non sono arrivate le risposte che auspicavamo: pochissimi candidati che poi non si presentavano alle prove, procedure andate deserte, tantissimi posti rimasti vuoti, vincitori che poi si rifiutavano di prendere servizio. Ne cito alcuni. All'Azienda sanitaria provinciale di Reggio Calabria abbiamo indetto un concorso per 8 posti a tempo indeterminato in Medicina Chirurgia Accettazione Emergenza: tutti i candidati non erano in possesso dei requisiti richiesti nel bando. Sempre all'Asp di Reggio Calabria abbiamo fatto un concorso per posti a tempo indeterminato in Anestesia e Rianimazione: i candidati non si sono presentati alle prove. All'Asp di Vibo Valentia abbiamo indetto un concorso pubblico, per titoli ed esami, per la copertura a tempo pieno ed indeterminato di 3 posti di Dirigente Medico: concorso andato deserto. E sono decine e decine i casi simili". "Stiamo comunque lavorando da settimane - afferma Occhiuto - anche a nuove regole per i bandi, per renderli più attrattivi utilizzando tutte le leve contrattuali previste dalla normativa vigente. Presenteremo questi nuovi concorsi tra un paio di settimane. Ma nel frattempo non potevo stare con le mani in mano. Dovevo cercare tutti gli strumenti possibili per garantire ai calabresi il diritto alla salute e per scongiurare la chiusura di reparti o addirittura di ospedali. Per questo ho voluto l'accordo con i medici cubani: una sola vita salvata per un medico in più in un ospedale vale più di mille polemiche".

      "Esprimo massimo sostegno e piena condivisione circa la decisione assunta dal Presidente della Regione Calabria nonché commissario alla Sanità, Roberto Occhiuto, di siglare un accordo tra la Regione Calabria e la cooperativa Comercializadora de Servicios Medicos Cubanos per l'arrivo, nel prossimo mese di settembre, di un gruppo di professionisti cubani che lavoreranno a servizio delle Aziende Sanitarie Provinciali". Lo afferma in una nota Pasqualina Straface, consigliere regionale di Forza Italia. "Un accordo - prosegue - che durerà due anni e prevede l'arrivo in Calabria di un massimo di 497 unità. Ovviamente, si tratta di un'intesa emergenziale, dettata dalle impellenti necessità di rispondere alla legittima domanda dei calabresi di cura e assistenza, che non rappresenta certamente la soluzione definitiva e ideale per far fronte alle esigenze della sanità calabrese. Ci auguriamo, difatti, che il prossimo governo possa intervenire celermente per semplificare il quadro normativo e permettere nuove e cospicue assunzioni. La Calabria, come evidenziato dal Presidente Occhiuto, in questo momento non ha un problema di deficit, potrebbe assumere subito fino a 2mila medici, ma ha le mani legate, a causa delle grandi difficoltà burocratiche ancora oggi persistenti in Italia". "Ritengo che le polemiche di questi giorni, sollevate soprattutto dai sindacati dei medici - afferma Straface - siano strumentali e non consone a quella che è la situazione contingente che ha determinato la scelta del Presidente Occhiuto. Una decisione saggia e responsabile, che tiene conto di reali opportunità e non di astratte soluzioni. Purtroppo, allo stato odierno, oltre 500 medici specializzandi, con un know-how di conoscenze già integrate nel Servizio Sanitario Nazionale, non possono essere tutti assunti dalle nostre strutture: solo pochi di loro, difatti, possono essere reclutati, nonostante la forte volontà istituzionale fin qui ampiamente dimostrata. Giova ricordare, a tal proposito, quanto fatto dalla Regione in questo senso. Nei mesi scorsi, grazie ad accordi specifici con le Università di Catanzaro, di Messina e di Roma Tor Vergata, la Regione - spiega Straface - ha assunto decine di medici specializzandi del terzo, quarto e quinto anno, ma le maglie abbastanza strette della legislazione vigente non permettono di sopperire solo con questi innesti alla carenza di personale dei nostri ospedali. Il decreto Calabria (art. 1, c. 547 ess., I. 145/2018) dà l'opportunità di coinvolgere i giovani, ma il successivo accordo quadro, emanato con D.I. n. 1276 del 10.12.2021, pubblicato in Gazzetta Ufficiale in data 20.04.2022, disegna la cornice all'interno della quale le Regioni possono operare. In particolare, gli specializzandi possono essere assunti a partire dal terzo anno solo ed esclusivamente nei presidi sanitari che risultano accreditati come strutture formative collegate per le diverse Scuole di Specializzazione. Inoltre, bisogna rispettare il vincolo disciplinare d'interesse: ad esempio, chi è iscritto alla scuola di igiene deve essere assunto da un Dipartimento di prevenzione, non può trovare impiego nei pronto soccorso o in altri reparti. Pertanto, in attesa di risolvere, col prossimo governo, le attuali pastoie burocratiche, tale accordo di cooperazione si rivela più che efficace e opportuno e conferma, per l'ennesima volta, l'attenzione della Regione in materia di sanità".

      "La domanda di crescita professionale dei giovani medici calabresi è concreta e quotidiana e spinge molti di loro a dovere emigrare per potere mettere a frutto i propri studi. I concorsi in Calabria non si fanno oppure hanno criteri selettivi improponibili, il presidente Occhiuto mente quando dichiara che vanno deserti, lo dicono tutti gli operatori sanitari e, soprattutto, ce lo dice una realtà che ogni calabrese conosce benissimo". Il Partito Democratico della Calabria interviene sulla convenzione sottoscritta con i medici cubani da parte di Occhiuto che "oggi sembra arrampicarsi sugli specchi nel tentativo di giustificare un'operazione la quale, man mano che si chiariscono i contorni della vicenda, registra sempre più dure prese di posizioni di medici e delle associazioni di categoria". "Sono moltissimi - prosegue il Pd - i professionisti calabresi che lavorano fuori regione e fremono per rientrare nelle città dove hanno le loro radici e che adesso vedono svanire questa possibilità per una discutibilissima scelta del governo regionale che, con la campagna elettorale in corso, propone una scelta dal sapore di spot. I costi dell'operazione sono poi esorbitanti e non giustificati. Ci si aggira intorno ai 4.700 di euro per ciascun medico assunto e per ogni anno di attività prestata, sempre che tutto poi si verifichi esattamente per come è stato prospettato. A questi costi vanno aggiunti quelli indispensabili per la formazione che non ci sarebbero in caso di assunzione di medici italiani e, ancor meglio, calabresi. Una spesa significativa per le casse regionali per mettere una toppa temporanea all'emergenza, per come dice lo stesso Occhiuto, che si ripresenterà puntuale fra tre anni senza interventi strutturali di cui, fin qui, non si intravede neanche l'ombra". "Un altro punto merita di essere approfondito - prosegue la nota diffusa dal Pd della Calabria - lo stato di emergenza da Covid è terminato da tempo e con esso tutte le eccezioni normative anche per l'assunzione di personale. Il governatore Occhiuto si è difeso affermando che esiste una proroga fino al prossimo 31 dicembre. Non c'è nessuna chiarezza, inoltre, in ordine all'autorizzazione ministeriale che sarebbe necessaria per un'operazione del genere. Ma la domanda è una sola? Perché andare ad approfittare delle pieghe di una legge, magari rischiando lungaggini legali, invece di mettere a punto un piano di assunzioni confrontandosi con gli operatori del settore e tutte le forze politiche?" "Serve chiarezza su questa vicenda e anche il coraggio di fare un passo indietro - conclude il Pd calabrese - serve capire quali siano stati i criteri di selezione per questi medici, che tipo di intesa sia stata sottoscritta con il governo cubano e se questa sia stata stilata direttamente o attraverso un'agenzia di somministrazione. E soprattutto serve alla Calabria un altro tipo di politica e di interventi. Si guardi alla situazione in cui versa l'emergenza-urgenza e alle condizioni dei 118. Si parta dai bisogni fondamentali e si metta in sicurezza il diritto alla salute dei cittadini invece di concentrarsi su interventi spot, onerosi per le casse regionali, inidonei a risolvere il problema, mortificanti per le professionalità e le aspettative dei giovani calabresi e di dubbia legittimità".

      "Ancora una volta il PD riesce a scavalcare a destra la destra. Leggiamo attoniti che il PD calabrese si schiera contro l'arrivo dei medici cubani in Calabria. Queste polemiche le hanno fatte Bolsonaro e Trump contro Lula in Brasile. Cuba è un'eccellenza dal punto di vista medico e sanitario. La rivoluzione ha trasformato un'isola del sud del mondo in uno dei paesi con la più alta percentuale di laureati che esporta medici e personale sanitario in tutto il mondo". Lo affermano, in una nota, Maurizio Acerbo, segretario nazionale e Mimmo Serrao, segretario regionale di Rifondazione Comunista. "Se la sanità calabrese e italiana sono così carenti da aver bisogno di medici dall'estero - proseguono - è a causa delle politiche del centrosinistra e del centrodestra che hanno imposto il numero chiuso nelle università, stanziato fondi insufficienti per le specializzazioni, tagliato complessivamente la spesa sanitaria penalizzando particolarmente le regioni del sud. A tutto questo si sono aggiunte la corruzione e le clientele. Troviamo indecente che il PD, che apre le porte ovunque alla crescita della sanità privata, faccia le barricate contro l'arrivo dei medici cubani. Noi di Rifondazione Comunista partecipiamo alla coalizione di Unione Popolare con de Magistris con un programma che prevede il rilancio della sanità pubblica, la fine del numero chiuso nelle università, 1.000.000 di assunzioni nel pubblico, la difesa delle regioni del sud penalizzate dal Pnrr e dall'autonomia differenziata".

      "La vicenda dell'accordo tra la Regione e la società interinale caraibica che dovrebbe portare 500 medici cubani dalle nostre parti sta producendo, come temevo, più problemi che soluzioni fino a portarci sulle pagine del Times che gridano vendetta per le offese contenute". Lo scrive Amalia Bruni, leader dell'opposizione in Consiglio Regionale. "Non si capisce - prosegue - il come e il perché di una scelta che appare sbagliata sia nella forma sia nella sostanza. Sono tantissime le domande che non hanno trovato fino ad oggi una risposta. Dal punto di vista formale come è stata scelta questa società cubana? Sono state rispettate tutte le norme che sono decisamente restrittive per far lavorare personale medico straniero sul suolo italiano? E poi nell'accordo si parla di emergenza Covid e non è affatto vero. Se si vogliono assumere dei medici, la procedura di selezione non può essere rivolta solo agli stranieri ma devono poter partecipare anche gli italiani mentre qui i colleghi sono strati selezionati, e non sappiamo con quale metro di misura, dalla stessa società che li ha assunti per portarli in Italia. Esistono dei punti inalienabili che la legge impone che non sono stati rispettati. Per esercitare in Italia con laurea all'estero è necessario un percorso che passa attraverso il Ministero della Sanità tramite un asseveramento (una verifica del percorso di studio e la comparabilità con quello della nazione ricevente). Ci vuole quindi l'iscrizione all'Ordine dei medici (la doppia iscrizione). In alcune nazioni è necessario un esame di lingua con una stratificazione minima, almeno il C1. Non credo sia possibile in 15 giorni risolvere questi problemi. Ma le perplessità non si fermano solo all'aspetto formale, dal punto di vista della sostanza, il nostro Commissario dice che ha dovuto far ricorso a questa procedura perché i concorsi banditi sono andati deserti ma non risulta che la Regione abbia bandito concorsi per 500 posti e i vari sindacati dei medici Anaoo, le altre sigle di categoria e lo stesso Ordine dei medici di Cosenza hanno smentito questa tesi, anzi, secondo i dati forniti dall'Anaoo, solo con gli specializzandi presenti a Germaneto si sarebbe potuto risolvere il problema senza far ricorso ai colleghi cubani, ai quali va il nostro ringraziamento per la loro disponibilità, la questione non riguarda loro, ci mancherebbe, ma il tema è delicato e bisogna vagliare tutti gli aspetti, da quelli che riguardano la sicurezza dei pazienti e degli stessi operatori sanitari, alle procedure legali per evitare che qualcuno alla prima ricetta impugni tutto e faccia ricorso alla magistratura. La presa di posizione nettamente contraria a questa decisione di numerosi amministratori e di colleghi medici rafforza l'idea che si è intrapresa la strada sbagliata". "Il problema - conclude Amalia Bruni - è strutturale e va risolto con una strategia pensata e non pescando in giro per il mondo professionalità che noi abbiamo, sia qua da noi, sia fuori Regione, basta mettere in atto le giuste procedure per immetterli sul campo e attrarre chi è andato fuori. Ci sono idee, professionalità e progetti seri per risolvere i problemi che ha la Sanità pubblica calabrese. Basta utilizzare tutti gli strumenti già esistenti, perché la Regione non risponde alla mia interrogazione depositata molte settimane fa sull'utilizzo degli specializzandi? Abbiamo proposto un piano straordinario di formazione per le professioni sanitarie a partire dai medici. Partiamo da qui Commissario Occhiuto e eviteremo anche di finire sul Times, coprendoci di vergogna".

      Continuano le polemiche in Calabria dopo l'annuncio da parte del Governatore Roberto Occhiuto di un'intesa per l'arrivo, da settembre, di medici cubani a sostegno della sanità calabrese. Oggi botta e risposta tra Alessia Piperno, che in un post su Facebook, si definisce "giovane medico orgogliosamente calabrese" ed il commissario dell'Azienda sanitaria provinciale di Vibo Valentia Giuseppe Giuliano. "Carissimo presidente Roberto Occhiuto - scrive Alessia Piperno - in qualità di giovane medico calabrese, tornata dalla Lombardia nella mia amata Calabria, mi sento gravemente offesa dalle sue dichiarazioni: 'I medici cubani fiori all'occhiello dei paesi caraibici'. Piuttosto dovrebbe pensare all'orgoglio di noi medici calabresi che nonostante le importanti difficoltà della nostra sanità, spinti dall'amore incondizionato per la nostra terra, decidiamo di tornare per metterci al servizio di chi sta male e per garantire quel minimo di aiuto alla sanità pubblica che è bene prezioso di tutti". Quindi ribatte all'affermazione di Occhiuto che 'le aziende calabresi cercano disperatamente medici da assumere a tempo indeterminato, ma non ne trovano', sostenendo che "le uniche proposte che ho ricevuto sono a tempo determinato ed in libera professione" e di avere presentato manifestazione di interesse per i bandi a tempo indeterminato senza avere risposta. La donna sottolinea poi di essere stata valorizzata solo nella sanità privata. Affermazioni alle quali replica Giuliano: "Pronti ad assumerla, speriamo abbia requisiti e strumenti per presentare domanda". "La dottoressa - afferma - è presumibilmente già assunta a tempo indeterminato in una struttura sanitaria privata vibonese, e ad inizio agosto ha deciso di candidarsi ad un incarico di tre mesi bandito dall'Asp. Cercavamo tre medici, ci è arrivata la sola richiesta della Piperno". Giuliano afferma poi che la domanda non è stata accolta perché arrivata fuori termine, in una mail sbagliata, scritta a mano, senza l'indicazione della specializzazione e senza allegati il curriculum vitae né alcun documento d'identità. "Per tale ragione - conclude Giuliano - la dottoressa è stata contattata e abbiamo chiesto l'invio della documentazione necessaria tramite Pec che non ha. Nonostante ciò, questa Azienda ha fatto i salti mortali per inserire in organico la dottoressa Piperno e ci stiamo riuscendo: aspettiamo ancora la domanda corretta e il curriculum".

       

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