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      Giannetta "Serve un tavolo tecnico permanente sui rifiuti"

       

       

      Giannetta "Serve un tavolo tecnico permanente sui rifiuti"

      09 dic 19 "Sul tema dei rifiuti la Regione vuole provare a salvarsi in calcio d'angolo, ma perde anche questa partita se non ha un minimo di tattica di gioco. Non si può lasciare che anche questo tema, così forte e così sentito, finisca, come gli altri, nella lunga lista delle occasioni mancate. Quando non nella retorica del 'è colpa dei comuni che non rispettano gli adempimenti'". Lo afferma, in una nota, il consigliere regionale di Forza Italia Domenico Giannetta. "Certo, i comuni hanno le proprie responsabilità - prosegue Giannetta - ma le soluzioni vanno ricercate con una visione più ampia, rimettendo la palla al centro campo, per restare nell'esempio, uscire dalla difesa e correre in attacco. Serve un tavolo tecnico, magri anche permanente, per individuare le possibili soluzioni a partire dalle migliori esperienze che il nostro contesto ci offre. Come coordinatore regionale di Fare ambiente e assessore alle Attività produttive della provincia di Reggio ho avuto modo di visitare delle piattaforme di avanguardia a Nord e a Sud e le nostre non avevano nulla da invidiare. E perché non ripartire da quello che c'è e rimetterlo in circolo in modo virtuoso? Vorrei ricordare che nella Città Metropolitana di Reggio Calabria, a Palmi, esisteva una realtà che ha fatto scuola in materia di raccolta differenziata, di riciclo e riutilizzo dei materiali". "La Radi - sostiene ancora Giannetta - già nel '92, si occupava della raccolta di vetro e plastica a Reggio e del cartone e della plastica a Palmi, materiali che poi venivano consegnati alle società di recupero. Con il passare del tempo e con il subentrare delle nuove normative e degli obblighi ai comuni, aveva creato un punto presso la propria sede per il riciclo, il recupero e la trasformazione di tutti i materiali differenziati e addirittura da questi creava la materia prima che mandava alle industrie per la realizzazione di manufatti e prodotti. Era l'unica azienda del Sud Italia a concretizzare questa forma di recupero in convenzione con i consorzi di filiera. Forniva servizi a tutta la provincia, alla regione e anche al territorio nazionale. Era anche l'unico punto 'Corepla' al Sud, per cui riceveva materiali plastici da tutta la Sicilia, per esempio. Nel 2010, in via sperimentale ed in collaborazione con l'Università La Sapienza di Roma, ha avviato un processo di trasformazione di materiale plastico in idrocarburo, con l'insediamento di impianti invidiati in tutta Europa". "Poi - sottolinea ancora ancora il consigliere - nel 2013, per delle vicissitudini che hanno colpito la proprietà, l'azienda è stata sottoposta a sequestro facoltativo e affidata dal Tribunale a custodi giudiziari. In quel momento aveva quasi 120 dipendenti e un fatturato di circa 10 milioni di euro e una crescita media del 20% per cento di fatturato annuo. Da allora però inizia un nuovo percorso che ha lentamente e inesorabilmente condotto alla chiusura dell'impianto e alla perdita del lavoro di tutti i dipendenti. Non solo, tutti i materiali presenti non sono stati smaltiti e quello che era il fiore all'occhiello della sostenibilità si è trasformato in una sorta di 'disastro ambientale'".

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