Minniti "Partita con Isis si vince con diplomazia e valori"

20 feb 15 ''La partita con l'Isis ed il terrorismo di matrice islamica si vince mobilitando tre opzioni: la risposta militare, la capacità di prevenzione, cercando di capire un minuto prima ciò che può accadere, e, quella che considero la più importante, la partita diplomatico-culturale e valoriale''. Lo ha detto il sottosegretario con delega ai servizi, Marco Minniti. ''Quando circa quattromila giovani europei - ha detto Minniti intervenendo ad un incontro all'università Mediterranea di Reggio Calabria, cui hanno preso parte il direttore nazionale del Dipartimento delle informazioni per la sicurezza, Bruno Valensise, e Paolo Scotto di Castelbianco, responsabile della comunicazione istituzionale del Dipartimento - decidono di lasciare le loro famiglie per andare a combattere per il califfato, è questione che ci interroga tutti e ci spinge a chiederci come sia potuto accadere". "Ecco perché - ha aggiunto Minniti - dinanzi a ciò che appare come un rinsecchimento dei valori, dobbiamo mobilitare una partita che recuperi il valore stesso della democrazia, sapendo che nel massimo della durezza di questa sfida, una grande democrazia risponde con gli strumenti della democrazia, esaltando i principi della comprensione''.

Da Isis lotta a democrazia. Quella dell'Isis "non è, come la loro propaganda vuole fare credere, una sfida religiosa o di civiltà, perché questa non è la natura del conflitto, ma di una lotta tra la democrazia ed il terrorismo". Lo ha detto il sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega ai servizi Marco Minniti, oggi a Reggio Calabria. "La sua - ha aggiunto Minniti - è una sfida irriducibile perché altro non consente che l'affermazione del suo punto di vista". "L'Isis - ha sostenuto ancora Minniti - è una forma di terrorismo molecolare, senza una centrale unica di comando, articolato in piccoli gruppi la cui radicalizzazione passa dal web e non attraverso riti collettivi, e questo contribuisce ad elevarne i margini di imprevedibilità". Secondo il sottosegretario Minniti, "oggi il terrorismo di matrice islamica è la minaccia più pericolosa rispetto ad ogni altra forma di terrorismo. L'Is sta lanciando una sfida non diplomatizzabile, scandita da fatti sconvolgenti e sostenuta da efficaci forme di propaganda. Non è soltanto strutturato militarmente in pezzi di territorio iracheno o libico, ma è in grado di colpire asimmetricamente, fuori dai suoi territori, come è avvenuto recentemente in Danimarca e prima ancora in Francia. E' una forma di terrorismo molecolare, senza una centrale unica di comando, articolato in piccoli gruppi la cui radicalizzazione passa dal web e non attraverso riti collettivi, e questo contribuisce ad elevarne i margini di imprevedibilità". "Attraverso internet e la loro radio - ha aggiunto Minniti - vogliono imporre la sindrome della paura, perché sotto l'effetto della paura ogni democrazia vacilla, fino anche a sgretolarsi. Una grande democrazia ha invece gli strumenti per reagire, senza fare confusione o fare di tutta l'erba un fascio, lavorando con le potenze regionali, come l'Egitto, e con il Consiglio di sicurezza dell'Onu''.

In Egitto per esame situazione."Sono stato in Egitto non per portare una lettera di Renzi ma per manifestare la solidarietà dell'Italia per i 21 cristiani copti egiziani uccisi dall'Isis e per fare, con i miei omologhi egiziani, una valutazione comune su quanto sta accadendo in Libia". Lo ha detto Marco Minniti oggi a Reggio Calabria.