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    Salerno: "don Panizza attento a bisogno dei deboli"

     

     

    Salerno: "don Panizza attento a bisogno dei deboli"

    27 set 14 "I mesi nei quali ho avuto l'onore e l'onere di guidare l'assessorato regionale al lavoro ed ai servizi sociali non sono stati molti ma sono stati assolutamente sufficienti per vedere e toccare con mano necessità, urgenze, drammi ma anche speranze di questa martoriata eppure bellissima regione". Lo afferma l'assessore regionale al lavoro e servizi sociali, Nazzareno Salerno, in una lettera aperta a don Giacomo Panizza. "Ho visto e conosciuto - aggiunge - realtà economiche e produttive di assoluta modernità; ho dovuto affrontare - con i limiti imposti all'assessorato dalla competenza dello Stato - emergenze occupazionali causate dal un sistema economico debole e da una crisi mai vista prima; ho dovuto chiedere, con il conforto della Giunta e la determinazione della maggioranza - risorse da aggiungere a quelle del Governo per dare una parziale ed insufficiente risposta ai percettori di ammortizzatori sociali in deroga. Ma è nel settore dei servizi sociali che forse posso dire di aver vissuto l'esperienza umanamente più coinvolgente perché nel terzo settore, nel complesso delle imprese sociali, nella variegata realtà di chi si occupa di bisogni drammatici e di insopportabili marginalità ho visto e conosciuto i segni di una umanità che coltiva, aiuta e tante volte trasforma la richiesta d'aiuto e la speranza in qualcosa di concreto. Ho visto i segni di quella vicinanza umana e cristiana che è distante dalle logiche di un'economia che riduce tutto al business ed al profitto". "Questo mio intervento - prosegue Salerno - sulla base dell'esperienza maturata è una lettera aperta non solo ai calabresi ma soprattutto a chi prendo ad esempio per dire che in questa regione la speranza non è una dichiarazione di principio, la fiducia non è un tema da campagna elettorale, la sollecitudine verso i bisogni degli altri può essere si qualcosa di retribuito ma avere soprattutto i crismi del servizio civico e della carità cristiana. Sono considerazioni che mi vengono spontanee dopo aver visitato la straordinaria e coinvolgente realtà della Comunità Progetto Sud a Lamezia Terme e dopo aver a lungo discusso con Don Giacomo Panizza e molte delle persone che assieme a lui ed intorno ad un'esperienza comunitaria ogni giorno mostrano piena consapevolezza dei bisogni dei più deboli, degli esclusi e di coloro i quali - per un motivo o per un altro - si trovano in una condizione di "marginalità sociale". A Don Giacomo Panizza ed alla sua Comunità vorrei dire solo due parole, grazie e scusa. Grazie per ciò che in decenni di attività - partendo dal basso e con umiltà - sono stati in grado di realizzare con decine di piccole realtà che si occupano di temi decisivi per rendere questa nostra società migliore. Grazie perché ho visto - visitando un palazzo confiscato alla criminalità organizzata - come sia proprio vero che questi nostri tempi e questa nostra Calabria hanno bisogno di maestri ma soprattutto di testimoni. Grazie perché con queste azioni ed il coraggio dimostrato è possibile credere che accanto alla repressione verso la criminalità c'è la possibilità concreta di risarcire la comunità e reimpiegare socialmente i beni che le 'ndrine hanno accumulato insanguinando le nostre strade e devastando l'immagine della regione". "Ed infine - conclude - grazie per lo spirito che ho colto visitando la comunità "Sintonia" ed ascoltando considerazioni incoraggianti sull'impresa, sull'innovazione sociale, sulla fermezza con la quale viene declinato e praticato ogni giorno il rispetto della legalità. Ma a Don Giacomo ed alla sua Comunità devo anche chiedere scusa perché forse in questi mesi di esperienza alla guida dell'assessorato ai servizi sociali e con tutti i ritardi propri di una politica spesso troppo attenta ad altro e le lungaggini di una burocrazia spesso troppo avvitata in procedure e procedimenti non ho avuto la forza di dare risposte più celeri e più certe. So che questo mio intervento è un po' insolito per i canoni della politica e per gli atteggiamenti che sono consueti in una fase dichiaratamente elettorale; poco mi importa perché ho la certezza che - mentre tutti noi ci impegneremo in una competizione elettorale chiedendo il consenso ai cittadini con programmi e progetti per la Calabria - una Calabria nuova e piena di speranza c'è già ed è quella che ho visto nelle opere della Comunità Progetto Sud. Pubblicamente - dunque - dichiaro una stima ed una considerazione che manterrò da politico ma soprattutto da cittadino che crede in una regione diversa e più bella".

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