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    Cgil: Su ferrovie calabresi o rispote o mobilitazione

     

     

    Cgil: Su ferrovie calabresi o rispote o mobilitazione

    08 set 14 "L'era di Mauro Moretti alle Fs è finita da qualche mese. Abbiamo lasciato il tempo al nuovo amministratore delegato di Fs, Michele Elia, ed al nuovo Governo di verificare lo stato delle ferrovie calabresi e meridionali per porre rimedio al colpevole abbandono del passato e dare risposte concrete alle esigenze dei viaggiatori e dei lavoratori, oltre all'economia calabrese che le politiche Fs hanno contribuito ad impoverire". E' quanto sostengono, in una nota congiunta, Michele Gravano, segretario generale della Cgil calabrese, e Nino Costantino, segretario generale della Filt-Cgil della Calabria. "Negli anni di Moretti - proseguono - abbiamo denunciato con nettezza le colpe e le disattenzioni di Fs verso la Calabria rivolgendoci al Presidente della Repubblica, presentando esposti alla Procura della Repubblica, chiedendo ripetutamente le sue dimissioni e promuovendo persino una manifestazione dei calabresi a Roma a Piazza della Croce Rossa. Adesso il tempo della riflessione è finito anche per Elia e per il nuovo Governo. Per questo chiediamo ufficialmente la convocazione di una riunione con l'Amministratore delegato di Fs, il Ministro dei Trasporti, la Regione Calabria e le organizzazioni sindacali sul futuro delle ferrovie calabresi. Le nostre richieste si basano sulle proposte che abbiamo fatto, inascoltati, ai tempi di Moretti. Primo: realizzazione del gateway ferroviario a Gioia Tauro e interventi strutturali per il trasporto via ferrovia dei container che arrivano al porto aiutando anche, per questa via, la logistica e l'industrializzazione del retroporto. Le Fs, ed in particolare Rfi, hanno avuto finanziamenti derivanti dall'Apq su Gioia Tauro senza mettere un euro di proprio in investimenti per infrastrutturare l'area. Secondo: velocizzazione della linea ferroviaria Roma-Reggio Calabria, con relativo abbattimento del nodo di Sapri, realizzando così tempi di percorrenza di 4 ore, che consentirebbero anche di inserire nel tracciato un numero maggiore di treni. Terzo: investimento certo sull'intera tratta jonica calabrese, quasi interamente non elettrificata e a binario unico. Oltre a Fs e Governo nazionale, su questa questione dovrebbe dare risposte anche la Regione che avrebbe potuto utilizzare finanziamenti europei per far uscire dall'isolamento tutta la fascia jonica. Quarto: rinnovo del materiale rotabile calabrese sia quello a lunga percorrenza sia interregionale e regionale. Del resto, le Omeca costruiscono treni per le ferrovie europee e per le metropolitane statunitensi e fino ad oggi assistiamo al paradosso che i treni circolanti in Calabria, oltre che vecchi e di terza mano, non sono mai usciti dallo stabilimento reggino". "Quattro punti fondamentali - concludono Gravano e Costantino - che evidenziano il disinteresse delle Ferrovie dello Stato verso la Calabria e che invece rappresentano aspetti imprescindibili per lo sviluppo della Regione e della sua economia. Ecco perché la Cgil e la Filt rilanciano la vertenza delle ferrovie calabresi. Ora la richiesta d'incontro, fra un mese, se non ci saranno risposte, la mobilitazione".

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