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    Tar Calabria: fissare data elezioni regionali entro 10 giorni

     

     

    Tar Calabria: fissare data elezioni regionali entro 10 giorni

    04 set 14 Il Tar della Calabria ha accolto il ricorso presentato da un gruppo di associazioni ed ha imposto alla presidente facente funzione della Regione, Antonella Stasi, di fissare la data delle elezioni regionali entro dieci giorni dalla notifica dell'ordinanza. Con la sentenza dei giudici della prima sezione del tribunale amministrativo si pone anche fine alle continue richieste bipartisan di fissare la data del voto. Pronta la reazione della presidente facente funzioni della Regione, Antonella Stasi, secondo la quale "la decisione del Tar non aggiungerebbe nulla rispetto alle procedure avviate dalla Regione, anzi certificherebbe la bontà delle nostre azioni". Nell'ordinanza i giudici si sono spinti anche oltre ed hanno già nominato il prefetto di Catanzaro, Raffaele Cannizzaro, commissario ad acta nel caso in cui la Regione non emetta il decreto che fissa le elezioni. Il Prefetto, nel caso in cui dovesse scendere in campo, avrà a sua volta altri cinque giorni di tempo per indire i comizi elettorali. Il ricorso al Tar è stato presentato da un gruppo di associazioni (Cittadinanzattiva, il Pungolo di Catanzaro, il Comitato art.48, il comitato 'Non solo Catanzaro' e dal Movimento difesa del cittadino) rappresentate dagli avvocati Francesco Pitaro e Gianluigi Pellegrino. Nel procedimento amministrativo si sono costituite anche la Regione e l'Avvocatura dello Stato. Dopo la decisione dei giudici i legali delle associazioni hanno espresso tutta la loro soddisfazione. L'avvocato Pitaro, che nel corso dell'udienza aveva parlato di una situazione da "realtà sudamericana", ha affermato che la decisione dei giudici "ha infranto il muro di cemento armato costruito con l'utilizzo di cavilli e furbizie per impedire ai cittadini di tornare al voto". Gli fa eco l'avvocato Pellegrino, secondo il quale il "Tar ha certificato le omissioni della Stasi ed ha restituito ai calabresi il diritto al voto". Un coro di soddisfazione arriva anche dal centrosinistra. Il segretario regionale del Pd, Ernesto Magorno, plaude all'ordinanza sostenendo che "l'intervento della magistratura rappresenta l'ennesima mortificazione per le istituzioni calabresi". Intanto sulla data del voto incombono ancora due incognite. La prima riguarda quella delle primarie istituzionali fissate per il 21 settembre ed alle quali parteciperà solamente la lista Diritti Civili. La seconda si collega alla legge elettorale, approvata nei mesi scorsi dal Consiglio regionale della Calabria ed impugnata dal Governo, sulla quale pende ancora la scure della Consulta.

    Il ricorso accolto dal Tar. Il Tar della Calabria ha accolto il ricorso presentato da alcune associazioni ed ha ordinato alla presidente f.f. della Regione, Antonella Stasi, di adottare il provvedimento di indizione delle consultazioni elettorali regionali entro dieci giorni dalla notifica dell'ordinanza. I giudici hanno deciso anche che la Regione dovrà fissare la data di svolgimento delle elezioni entro il più breve termine tecnicamente compatibile con gli adempimenti previsti dalla normativa in materia di operazioni elettorali. Il Tar della Calabria ha nominato fin d'ora commissario ad acta il Prefetto di Catanzaro, Raffaele Cannizzaro, affinchè, in caso di mancata adozione del decreto di inizione entro il predetto termine di dieci giorni, adempia "in luogo del vice presidente della giunta regionale entro i successivi cinque giorni". Il ricorso al Tar è stato presentato dalle associazioni Cittadinanzattiva, il Pungolo di Catanzaro, il Comitato art.48 e il comitato 'Non solo Catanzaro', rappresentate dall'avvocato Francesco Pitaro, e dal Movimento difesa del cittadino, rappresentato dall'avvocato Gianluigi Pellegrino. Nel procedimento amministrativo si sono costituite anche la Regione e l'avvocatura dello Stato.

    Legali associazioni: interrotto uno scempio. "Per fortuna, c'è un giudice a Berlino e la democrazia, impedita per alcuni mesi, adesso può riprendere il suo corso". Lo afferma in una nota l'avvocato Francesco Pitaro, legale di alcune delle associazioni che hanno presentato il ricorso accolto dal Tar della Calabria per chiedere la fissazione delle elezioni regionali. "Il muro di cemento armato, costruito con l'utilizzo di cavilli e furbizie, per impedire ai cittadini di tornare alle urne una volta dimessosi il Presidente della Regione - aggiunge - è stato abbattuto dalla magistratura amministrativa. Si è andati avanti, dalla data di dimissioni del presidente Scopelliti, violando sistematicamente la legislazione vigente e la Costituzione. Per mesi ha guidato la Regione un Presidente facente funzioni, non eletto dai calabresi, che ha assunto una manifesta condotta omissiva in merito alla convocazione dei comizi elettorali". "Il Tar, in accoglimento delle nostre tesi giuridiche - dice ancora l'avvocato Pitaro - ha certificato le omissioni della Stasi ed ha restituito ai calabresi il diritto al voto. Rimangono, nel prendere atto con soddisfazione della decisione dei giudici amministrativi, da accertare responsabilità civili e penali per gli atti assunti da marzo in avanti". L'avvocato Gianluigi Pellegrino, rappresentante del Movimento Difesa del Cittadino, ha affermato che "c'è voluto il giudice amministrativo per ristabilire la minima legalità democratica e costituzionale. Con la connivenza - di tutte le parti politiche si stava verificando un autentico scempio di elementari regole democratiche. Un consiglio e una giunta sciolti continuavano non solo a prendere indennità ma anche dare contributi, stipulare contratti, assunzioni, incarichi e avevano avuto anche la protervia di modificare la legge esistente proprio per auto attribuirsi il potere di non indire le elezioni. Cose da terzo mondo. E il tutto nel silenzio non solo di tutti i partiti ma anche delle istituzioni che sarebbero dovute intervenire come impone l'art. 126 della Costituzione a cominciare dal Governo". "Per fortuna - ha detto ancora Pellegrino - c'è un associazione di cittadini come Mdc che così come già chiese e ottenne per la Regione Lazio, dove la Polverini dimissionaria rifiutava l'indizione, ora ha ottenuto dal giudice amministrativo il ristabilimento di minime regole costituzionali".

    Stasi: Tar certifica bontà operato. "La sentenza del Tar, per come emerge dalle prime notizie, non aggiungerebbe nulla rispetto alle procedure avviate dalla Regione, anzi certificherebbe la bontà delle nostre azioni". Lo dichiara la presidente facente funzioni della Regione Calabria, Antonella Stasi. "Così come sarebbe indicato dal Tar, la data delle elezioni - aggiunge - sarà fissata nel più breve tempo tecnicamente compatibile con i vari adempimenti previsti dalle norme. Abbiamo un timing chiaro e definito, un tempo minimo ed un tempo massimo entro cui emanare il decreto e ovviamente lo seguiremo, anche alla luce di quanto sarebbe stato disposto dal Tar".

    Magorno: Ora si torni al voto. ''Non posso non plaudire alla sentenza del Tar che, accogliendo i ricorsi di alcune associazioni di cittadini impone alla Presidente f.f. Stasi, entro dieci giorni di emettere il decreto di indizione delle elezioni regionali''. Lo afferma il segretario regionale del Pd Ernesto Magorno circa la decisione del Tar della Calabria. ''Si è giunti - aggiunge - a quello che chiedevamo da tanto, troppo tempo, di ridare voce ai calabresi. Ci si è arrivati, però, solo dopo l'intervento delle Magistratura. Un fatto che segna una ulteriore mortificazione per le istituzioni calabresi, tutta da addebitare all'irresponsabile comportamento della maggioranza di centrodestra che guida la Regione. Abbia adesso uno scatto di dignità agli occhi dei calabresi, la Presidente facente funzione Stasi, e convochi immediatamente le elezioni mettendo fine a questo assurdo e grottesco balletto che si trascina da mesi, e che per fortuna oggi è giunto alla parola fine, grazie alla sentenza del Tar''. ''E' arrivato il momento - conclude Magorno - che i calabresi possono finalmente sapere quando torneranno ad esprimersi, liberamente democraticamente, per scegliere chi li governerà. Noi democratici siamo pronti a cambiare verso a questa regione, dopo gli scempi e la sconsiderata gestione della cosa pubblica di un centrodestra interessato solo al mantenimento del potere e non ai destini della Calabria e dei calabresi''

    Fuda: ristabilita legalità. "Un plauso va alla decisione del Tar, che ristabilisce un minimo di legalità in una vicenda che ormai era stata lasciata a sé stessa. Anche questa volta la magistratura è stata costretta ad interviene perché la politica aveva deciso di non decidere". Lo dichiara Pietro Fuda, coordinatore regionale di Centro Democratico. "La nostra speranza - aggiunge - è che ora venga fissata, davvero, entro dieci giorni la data delle elezioni e che si eviti il giochino del rinvio, che ormai stava allungando la legislatura regionale non alla sua scadenza naturale ma a quelle del governo nazionale, fissata nei mille giorni del presidente Renzi". "L'augurio - conclude Fuda - è che il ministro dell'Interno o direttamente la Presidenza del Consiglio provvedano a compiere tutti gli atti di competenza, per fissare una data unica sia per le elezioni regionali in Calabria che in Emilia Romagna che quelle per il Comune di Reggio Calabria".

    Speranza ora basta balletti. "Apprendo in questo momento che il Tar della Calabria impone alla Stasi di emanare, entro 10 giorni, il decreto che fissi la data delle elezioni regionali". Lo afferma, in una dichiarazione, Gianni Speranza, candidato alle primarie del centrosinistra per la presidenza della Regione. "Trovo questo una autorevolissima conferma - aggiunge - di quanto ho sempre pensato in merito a questa vicenda e della mia battaglia da sempre: non ci sono motivi di impedimento del voto dei calabresi e non bisogna continuare questo balletto". "Non sono contento - dice ancora Speranza - che i giudici debbano supplire la politica. Spero che a questo punto le cose siano definitivamente chiare. Vorrei che non ci fossero più resistenze e che da domani si cambiasse registro. Sarebbe un bene per i calabresi".

    Callipo: Vediamo ora cosa s'inventano. "Ci voleva il Tar per costringere la presidente facente funzioni Antonella Stasi ad assumersi le proprie responsabilità e restituire la Calabria ai calabresi". Lo afferma in una nota il candidato alle primarie del centrosinistra per la scelta de presidente della Regione, Gianluca Callipo. "A questo punto - aggiunge - sarà interessante vedere cosa si inventano pur di restare incollati alla poltrona. Anche dalla reazione del Consiglio regionale si capirà meglio se questo stallo è frutto solo di incapacità o di malafede, sebbene la conseguenza sia identica, cioè una regione in ostaggio dove è stata sospesa la democrazia".

    Oliverio: Tra ha sgombrato il campo da giochi. "Il pronunciamento del Tar, che diffida il Presidente della Giunta regionale f.f., Antonella Stasi, ad assumere entro 10 giorni il provvedimento per fissare la data delle elezioni sgombera il campo dai giochi portati avanti in questi giorni sulla data delle elezioni". Lo sostiene, in una dichiarazione, Mario Oliverio, candidato alle primarie del centrosinistra per la presidenza della Regione. "Ora la signora Stasi - aggiunge - fissi subito le elezioni regionali alla prima data utile evitando di tergiversare. Mi auguro che alla luce del pronunciamento del Tar, così come si è verificato un anno fa anche per il Lazio, si consenta ai calabresi di dare alla Calabria prima possibile una guida ed un governo per affrontare i drammatici problemi della nostra terra". "Per quanto riguarda il Pd e la coalizione di centro sinistra - conclude Oliverio - a questo punto mi pare sia chiaro che bisogna rispettare i termini indicati dall'Assemblea regionale del Pd del 30 giugno per lo svolgimento delle primarie il 21 settembre".

    Gentile: si voti il 26 ottobre. "Dal 10 settembre in poi la Stasi potrà e dovrà indire le elezioni: noi siamo per il 26 ottobre e chiediamo a Corbelli ancora una volta di rinunciare alle primarie". Lo afferma in una nota il senatore e coordinatore regionale del Nuovo Centrodestra, Antonio Gentile. "C'è però un ulteriore rischio - prosegue Gentile- perché ad elezioni bandite il Consiglio non potrà più ritoccare la legge elettorale e se nelle more la Consulta la dichiarerà incostituzionale i comizi stessi saranno annullati e dovranno essere banditi nuovamente. C'è chi ha alimentato confusioni, tra settori di maggioranza e opposizione con una data, quella del 12 ottobre, che alla luce dello Statuto era improponibile. Il Pd, per la fretta di fare primarie che non si sa nemmeno se si faranno, prima ha preteso quelle istituzionali e poi non vi ha partecipato". Gentile ha anche detto che" se Corbelli non desisterà dopo le primarie a pagamento, avrà l'obbligo morale di candidarsi comunque a Presidente: non sarebbe etico spendere soldi pubblici e poi finire in una coalizione".

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