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    Barbanti e Molinari: Da rapporto Svimez a rischio futuro sud

     

     

    Barbanti e Molinari: Da rapporto Svimez a rischio futuro sud

    29 ott 14 "La Calabria è la regione più povera d'Italia. E' la fotografia, da dopoguerra, scattata dalla Svimez nel suo ultimo rapporto. Dati catastrofici che ci raccontano della solita Italia a due velocità, un Nord che nonostante la crisi resta 'produttivo' e un Sud che non ce la fa a superare le soglie minime della sopravvivenza". Lo afferma il deputato M5S Sebastiano Barbanti. "Questa volta, però - prosegue - le considerazioni sono ancora più gravi perché è a rischio lo stesso futuro del Meridione d'Italia, stretto nella morsa della 'desertificazione umana e industriale'. Non nascono più figli e non si riesce a creare sviluppo. Come Movimento 5 Stelle da tempo ci stiamo occupando di un diverso 'piano per il Sud', una strategia d'azione a lungo termine che non tenga solo in considerazione l'aiuto economico, che, come abbiamo visto negli ultimi 60 anni, dalla Cassa del Mezzogiorno in poi, è servito solo per finanziare gli amici degli amici, ma anche lo sviluppo culturale, sociale, strutturale dell'area più importante di tutto il Mediterraneo. Non dobbiamo più considerare il Sud come un infante ribelle incapace di gestirsi, ma dobbiamo consegnarli fiducia e responsabilità perché ha in sé tutte le potenzialità per uscire fuori dal guado dove una classe politica incompetente e mangiona l'ha confinato. La nostra 'mozione per il Sud', ora all'esame della Camera, va proprio in questa direzione: nuove e puntuali infrastrutture per aiutare a sbloccare l'economia, fondi finalizzati alle imprese concessi attraverso controlli puntuali e inflessibili, e nuovi modelli di educazione per le nuove generazioni che devono nascere in una società dell'impresa. Solo così, dall'opposizione a politiche della sovvenzione e dell'aiuto, riusciremo ad invertire la rotta che il rapporto Svimez traccia per il Meridione e a contrastare i danni provocati da un'economica governata dalla finanza e dalla cattiva politica". Sul rapporto Svimez è intervenuto anche il sen. Francesco Molinari del M5S. "Il Sud - afferma in una nota - è al sesto anno di crisi senza che nulla sia cambiato dal suo inizio: dall'emergenza produttiva a quella sociale, passando per il crollo dell'occupazione. Più della crudezza dei numeri viene fuori la difficoltà delle popolazioni meridionali nell'affrontare la vita quotidiana. La Svimez continua a predicare, anno dopo anno, nel deserto istituzionale, le possibili soluzioni per evitare che si consumi nel dramma collettivo una questione, quella meridionale, mai risolta. Allo stesso modo continuiamo a far presente le assenze e le manchevolezze della sua considerazione dalle linee guide di tutti i documenti economici presentati da questo Governo, in campo nazionale come in ambito europeo. In questi ultimi anni, l'assenza di una politica economica è stata nascosta dal problema del risanamento dei conti pubblici fatti pagare, direttamente ed indirettamente, dagli strati più deboli della popolazione, con un coinvolgimento sempre più marcato di un ceto medio, economicamente divenuto ormai border line. Il nostro Mezzogiorno, sud del sud dell'Europa, oltre alle miopie della mancata universalità dell'area Euro ed agli opportunismi che ne sono scaturiti, sta scontando l'inadeguatezza europea di una classe politica che gli ha fatto perdere importanti appuntamenti sulla strada dello sviluppo, condannandolo ad una concorrenza spietata dovuta all'ingresso nell'UE dei Paesi dell'est. Ciò, unito al venir meno delle risorse nazionali ordinarie, ha provocato il collasso. Continuiamo a chiedere di mobilizzare le risorse di questo territorio con politiche generali nazionali che puntino sul funzionamento della P.A. e del Welfare, che ad esso possa essere funzionale. Ci uniamo, come abbiamo fatto più di una volta, nella richiesta di una 'logica di sistema' che sia qualificata da una prospettiva progettuale a lungo termine. Prioritario è il rilancio degli investimenti concordato in sede europea con dei vincoli e controlli per la partecipazione delle regioni al fine di garantire efficacia e raggiungimento degli obiettivi, spesso deviati da opportunismi locali. E' fondamentale dare luogo ad una politica industriale nazionale che tenga conto della necessità di far ripartire il Mezzogiorno con il coinvolgimento effettivo di un sistema creditizio che è finora mancato ovvero con un intervento, in surroga, di nuovi strumenti creditizi attivati dall'intervento pubblico, soprattutto in chiave di produzione per l'esportazione delle imprese meridionali, notoriamente carenti sotto quest'aspetto". "Allo stesso tempo - conclude Molinari - per garantire sostegno alla domanda e proteggere dall'indigenza le famiglie occorrerebbe attivare uno strumento di contrasto alla povertà, come lo si voglia chiamare: a noi piacerebbe chiamarlo reddito di cittadinanza. Servirebbe a far sentire ancora cittadini italiani milioni di persone che non ci credono e, forse, neanche sperano più".

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