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    Occhiuto: La Sila diventi polo per il turismo

     

     

    Occhiuto: La Sila diventi polo per il turismo

    08 ott 14 "Il territorio silano rappresenta un complesso sistema, con enormi potenzialità dai punti di vista ambientale e naturalistico, turistico e produttivo". Lo afferma il candidato alla presidenza della Provincia di Cosenza, Mario Occhiuto. "Tali potenzialità - aggiunge - sono note da sempre, ma le varie iniziative intraprese per svilupparle, sia a livello statale (Opera Sila, Parco della Sila, ecc.) e locale, non hanno raggiunto l'obiettivo definitivo, cioè l'avvio di un processo di sviluppo socio-economico ben caratterizzato e irreversibile. Uno sviluppo all'insegna della sostenibilità (ambientale, economica, sociale), della tipicità e della qualità dell'offerta turistica e produttiva, dell'identità locale nelle sue manifestazioni socio-antropologiche, culturali e storico-architettoniche. Il problema è fondamentalmente individuabile nella mancanza di una politica organica che gestisca nel loro insieme le risorse del territorio, in maniera multidisciplinare e integrata. Al contrario, ogni iniziativa si è da sempre scontrata con individualismi e particolarismi che ne hanno limitato fortemente la portata. Lo stesso patrimonio paesaggistico e floro-faunistico ha dovuto, nel tempo, soffrire per interventi antropici male organizzati, che hanno sottratto aree ai boschi in nome di un'agricoltura che non è mai completamente decollata. Lo stesso dicasi per il settore turistico". "Eppure la Sila - prosegue Occhiuto - ha tutte le carte in regola per diventare uno dei principali attrattori turistici del Mediterraneo, con un indotto produttivo di prim'ordine per qualità e originalità. L'offerta turistica va riqualificata e messa in rete, utilizzando le strutture esistenti e limitando al massimo il consumo di nuovo territorio. La formula ideale, per le caratteristiche del territorio silano, è quella di un'offerta diffusa ma unificata nell'organizzazione, con un ventaglio di proposte che spazi dall'interesse storico-architettonico dei centri storici, dei borghi rurali, dei casini e delle masserie, a quello eno-gastronomico puntato sulla filiera della patata, della zootecnia con i tipici prodotti lattiero-caseari, dei prodotti del sottobosco (funghi, piccoli frutti), dall'interesse per il patrimonio naturalistico e floro-faunistico (centri visite, percorsi ludico-sportivi e didattici, fruibilità dei laghi) a quello per l'artigianato (filiera del legno, ferro battuto) e in particolare per l'artigianato artistico (oreficeria, tessuti). Occorre in definitiva una politica organica che incentivi il turismo di qualità, un turismo poco impattante dal punto di vista ambientale, associato sinergicamente ad attività produttive tipiche e di elevati standard qualitativi, condotte in maniera altrettanto sostenibile, e organizzate in termini di filiere (ad esempio: vivaistica-industria boschiva-industria del legno-artigianato-design-recupero energetico da biomasse) nonché di interconnessioni tra filiere". "La Provincia, nell'ambito delle sue funzioni istituzionali, può dare - conclude - in questo senso un grosso contributo pianificatorio, organizzativo, operativo per quanto riguarda la tutela e la valorizzazione ambientale, i trasporti e l'assistenza agli enti locali".

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