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    Sindacati: Da Regione su Fondazione Campanella solo impegni disattesi

     

     

    Sindacati: Da Regione su Fondazione Campanella solo impegni disattesi

    03 ott 14 "Sulla Fondazione Tommaso Campanella la Regione Calabria conquista l'Oscar: solo proclami ed impegni sistematicamente disattesi, ignorati i diritti del lavoratori e quelli degli ammalati oncologici". Lo affermano, in una nota, le segreterie regionali di Cgil-Fp, Cisl-Fp e Uil-Fpl. "A seguito dell'apertura delle procedure di licenziamento collettivo per l'esubero di personale della Fondazione Campanella, per come attivate dal Management della stessa - prosegue la nota - le segreterie regionali Cgil-Fp, Cisl-Fp e Uil-Fpl avevano chiesto ed ottenuto un tavolo tecnico presso la Presidenza della Giunta Regionale della Calabria. In quel tavolo, i presenti, la presidente f.f. Stasi, gli assessori regionali Salerno e Tallini, il dirigente generale del dipartimento Salute ed il presidente di Calabria Etica, congiuntamente ed unanimemente, avevano assunto formale e pubblico impegno per la soluzione della grave situazione finanziaria del Polo Oncologico perseguendo gli indirizzi del Consiglio regionale che all'unanimità aveva deliberato di dare mandato alla Stasi per la definizione della transazione relativa al contenzioso per il mancato trasferimento alla Fondazione del Fondo della dotazione iniziale e per il successivo rilancio della stessa con conseguente aumento dei posti letto, con la ulteriore precisazione della salvaguardia, nelle more, dei livelli occupazionali di tutto il personale dipendente, attraverso l'utilizzo temporaneo dello stesso, tramite Calabria Etica, presso le Aziende ospedaliere e sanitaria di Catanzaro. Le segreterie sindacali hanno dovuto purtroppo prendere atto, ancora una volta, del mancato rispetto degli impegni formalmente già assunti dalla classe politica regionale e conseguentemente esprimono forte preoccupazione per il mantenimento dei livelli occupazionali della Fondazione Campanella". Le Segreterie regionali, prosegue la nota, "denunciano con fermezza l'atteggiamento 'dilatorio' dei componenti della Giunta regionale, i quali nonostante l'alto tasso di disoccupazione e l'elevata spesa di migrazione sanitaria che la Calabria è costretta a rimborsare, hanno distrutto scientemente un patrimonio di eccellenza della sanità Calabrese quale il Polo Oncologico di Catanzaro che per altri versi è considerato idoneo per potete attivare le procedure per la sua trasformazione in Centro di Ricerca. I sindacati invitano ed impegnano il Prefetto di Catanzaro ed il Commissario al Piano di Rientro a convocare tutti i soggetti istituzionali e sociali coinvolti nella auspicata soluzione definitiva della grave crisi finanziaria che ha colpito la Fondazione Campanella che non può permettersi i tempi e le lungaggini di una politica che ha dimostrato di essere inefficace, inefficiente e che ormai non rappresenta più nessuno. I sindacati devono altresì denunciare l'ostinazione dichiarata del vertice aziendale della Fondazione Campanella di volere attivare e perseguire oltre 170 licenziamenti, rifiutando pregiudizialmente di prendere in considerazione la possibilità di attivare possibili forme di ammortizzatori sociali a parziale salvaguardia dei livelli occupazionali dei lavoratori. Il management della Fondazione, nominato per rilanciare le attività del Centro di eccellenza oncologica, per sovraprezzo, ha fatto di tutto per fallire l'obiettivo e mettere centinaia di lavoratori e lavoratrici fuori dal mercato del lavoro, negando di fatto le necessarie ed insostituibili prestazioni sanitarie oncologiche ai cittadini calabresi". "Le segreterie Regionali Cgil-Fp, Cisl-Fp e Uil-Fpl, in comunione di intenti con le segreterie confederali, mentre invitano ancora una volta il management della Fondazione a soprassedere ai licenziamenti annunciati, alla Presidenza della Giunta regionale al rispetto degli impegni economici assunti, si impegnano a verificale la percorribilità delle procedure dei possibili ammortizzatori sociali al fine di salvaguardare i posti di lavoro e aumentare le prestazioni assistenziali ai malati oncologici che necessitano di cure e di non intraprendere più per necessità manifesta i cosiddetti viaggi della speranza".

    DG Campanella: afefrmazioni ingenerose. "Non intendo in alcun modo entrare un conflitto con le organizzazioni sindacali alle quali, per mia formazione, riconosco alto senso di responsabilità ed equilibrio. Mi sembra quanto meno ingenerosa, oltre che non corrispondente al vero, l'affermazione che attribuisce all'ostinazione del vertice aziendale della Fondazione Campanella il licenziamento di circa 170 unità, che avrebbe rifiutato pregiudizialmente di prendere in considerazione la possibilità di attivare possibili forme di ammortizzatori sociali (Contratti di solidarietà, Cig ordinaria e/o in deroga) a parziale salvaguardia dei livelli occupazionali dei lavoratori". Lo afferma, in una nota, Mario Martina, direttore generale della Fondazione Campanella in replica ad un comunicato dei sindacati. "Secondo le organizzazioni sindacali - prosegue Martina - il management della Fondazione, nominato per rilanciare le attività del Centro di eccellenza oncologica, avrebbe fatto di tutto per fallire l'obiettivo e mettere centinaia di lavoratori e lavoratrici fuori dal mercato del lavoro, negando di fatto le necessarie ed insostituibili prestazioni sanitarie oncologiche ai cittadini calabresi. Il licenziamento di 170 dipendenti è la logica conseguenza della decisione regionale, ed il management della Fondazione non ha avuto alcun potere in merito, di ridurre i posti letto da 115 a 35; non mi risulta che tale decisione sia stata adeguatamente contestata quando necessario e non era difficile prevedere le conseguenze. A fronte di 35 posti letto sono necessarie 78 unità; le altre unità, in assenza di altre postazioni di lavoro (leggasi posti letto e quindi pazienti da assistere), devono necessariamente essere licenziate". "Al management - sostiene ancora Martina - è imposto di garantire l'equilibrio economico, come dovrebbe essere per tutte le aziende pubbliche e private. Ma come è possibile garantire l'equilibrio economico quando il budget assegnato alla Fondazione è di 10 milioni di euro all'anno e sono necessari circa 14 milioni di euro solo per il pagamento degli stipendi. Anche se la Fondazione è un ente di diritto privato gestisce comunque risorse pubbliche che non possono essere sperperate. Sin dalla data del mio insediamento (maggio 2014) ho rappresentato a tutte le istituzioni pubbliche interessate ed alle organizzazioni sindacali la drammatica situazione organizzativa e finanziaria senza ricevere formali impegni da chi aveva il potere di decidere ma solo richieste pressanti di rinvio delle decisione che non sono pervenute e che hanno incrementato ulteriormente i debiti. Abbiamo proposto a chi aveva il potere di decidere la possibili soluzioni che passavano attraverso l'aumento dei posti e del rimborso dei costi sostenuti dalla Fondazione per la gestione dei posti letto che fin dal 2012 dovevano essere trasferite alla Azienda ospedaliera Mater Domini e che sono stati, invece, gestiti, su decisione unanime, dalla Fondazione senza soldi". "Abbiamo dato il nostro contributo - sostiene ancora il direttore generale - all'approvazione della legge regionale n. 17/2014, relativa al riconoscimento in Irccs; nella relazione di accompagnamento, che può essere consultata sul sito del Consiglio regionale, sono indicate le modalità per il rilancio della Fondazione. Ma il management non ha il potere di decidere in merito. Non è praticabile il ricorso ai contratti di solidarietà per l'alto numero dei licenziamenti rispetto al personale che resta in servizio (169 su 247); non si può accedere alla Cig ordinaria o straordinaria in quanto la Fondazione è costituita da due enti pubblici. Non è, altresì, praticabile la cassa integrazione in deroga con risorse regionali in quanto al momento non vi sono le risorse e soprattutto non vi sono prospettive concrete e formali di sviluppo che possano prevedere il riassorbimento del personale in esubero".

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