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Botta e risposta Ncd-Ferro su ingresso in Consiglio candidato sconfitto
Botta e risposta Ncd-Ferro su ingresso in Consiglio candidato sconfitto 24 nov 14 "La co-protagonista della disfatta della Destra calabrese non entrerà in Consiglio regionale". E' quanto scritto in una nota del coordinamento regionale Ncd. "Dispiace - aggiunge - che ancora adesso i mezzi di comunicazione non abbiano acquisito consapevolezza delle modifiche apportate alla legge elettorale, che hanno eliminato il riferimento al comma 5 art. 1 della legge costituzionale 1/1999. La legge costituzionale, è opportuno ricordarlo, aveva carattere transitorio e quindi non vincolante per il futuro, dal punto di vista del cosiddetto diritto concorrente. Essa aveva valore sino a quando le Regioni non avessero approvato gli Statuti e le leggi elettorali generanti. Per cui, 'il salario minimo garantito' per il quale la signora Ferro ha contribuito a distruggere una coalizione, non le sarà assegnato". "In questo momento l'unico problema del Ncd sembra essere diventato il mio ingresso o meno in Consiglio regionale: ripeto quello che mi è stato detto da esperti che hanno studiato l'argomento". Lo afferma in una nota Wanda Ferro replicando al Nuovo Centrodestra. "Nessuna specifica modifica - aggiunge - è intervenuta sulla legge elettorale calabrese tale da non consentire l'elezione a consigliere del candidato presidente arrivato secondo, così come è successo in passato per Fava, Abramo e Loiero, tutti eletti in assenza di una disposizione normativa regionale che intervenisse in maniera specifica sull'argomento, e quindi tutti eletti nel rispetto della legge costituzionale 1 del 99. In tutte le leggi regionali calabresi che si sono succedute negli anni, compresa l'ultima del 19 settembre, nessuna cancellazione è stata fatta all'articolo della norma costituzionale che prevede espressamente l'elezione a consigliere del candidato presidente arrivato secondo. In tutte le regioni d'Italia vige il rispetto della norma costituzionale che lo prevede, anche quando la legge regionale non si è espressa, per cui il secondo candidato alla presidenza è sempre di diritto consigliere regionale". "I miei avversari politici - conclude Ferro - vorrebbero che la Calabria ancora una volta diventasse un caso nazionale, estromettendo dall'Assemblea regionale chi ha ricevuto un consenso ampio per rappresentare la voce della minoranza sancita dalla Costituzione".
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